I monelli ci attendono al varco nascosti dietro i tronchi degli alberi che fanno ala al sentiero. Aspettano che ci troviamo a tiro, poi il loro capo lancia un infantile grido di guerra e comincia il lancio di castagne al nostro indirizzo. "Al peregrino! Al peregrino!",?¨¨ il grido che accompagna quell'innocuo bombardamento. Mentre scappano ridacchiando, ci viene da sorridere [...]
I monelli ci attendono al varco nascosti dietro i tronchi degli alberi che fanno ala al sentiero. Aspettano che ci troviamo a tiro, poi il loro capo lancia un infantile grido di guerra e comincia il lancio di castagne al nostro indirizzo.
"Al peregrino! Al peregrino!",?¨¨ il grido che accompagna quell'innocuo bombardamento.
Mentre scappano ridacchiando, ci viene da sorridere al pensiero che quel gioco deve divertirli da parecchio tempo. Certo i bersagli, col flusso costante di viandanti che transita dal paesino, non mancano. Solo pi¨´ tardi ci domandiamo se i padri dei loro padri si limitassero a tirar castagne, o se invece non si appostassero in attesa dei peregrinos per derubarli.
La maest¨¤ di Ponferrada e del suo castello templare sembra ormai remota, cos¨¬ come l'aggraziato centro storico di Villafranca del Bierzo e lo scrigno di case fitto di turisti di O Cebreiro.
Dopo Sarria non abbiamo pi¨´ trovato cittadine, solo paesi pi¨´ o meno piccoli, come Portomarin, ricostruita a monte del sito originario sommerso dalle acque del fiume Mi?o una volta che queste sono state imbrigliate da un bacino artificiale. La chiesa venne smontata, le sue pietre numerate una a una, e la costruzione venne riedificata pezzo per pezzo come un giocattolo per i figli dei giganti.
Ma ai peregrinos?- ai tanti che si sono appena messi in strada, come a quelli partiti dai Pirenei, o addirittura da pi¨´ lontano - non importa pi¨´ trovare citt¨¤ d'arte o borghi ameni. Ormai mancano meno di cento chilometri a Santiago, e lo sguardo ¨¨ fisso sui cippi che punteggiano i boschi di Galizia: su ognuno di questi era presente una targhetta con la distanza dalla meta e, laddove i vandali a caccia di souvenir non le hanno strappate, ci si pu¨° esaltare all'idea che i 90 chilometri di ieri sono ormai scesi a 70, 65, 60.
L'ultimo tratto, da O Pedrouzo alla citt¨¤ che ospita le spoglie di San Giacomo, misura appena una ventina di chilometri. Si parte tutti col buio per arrivare entro mezzod¨¬ alla Messa per i pellegrini nella Cattedrale.
Solo quando la luce del nuovo giorno rischiara i boschi e i prati di Galizia si iniziano a decifrare le fattezze dei compagni di strada, e capita di riconoscere persone incontrate molti giorni prima: c'¨¨ chi ha avuto bisogno di un giorno di sosta supplementare e chi invece ha unito due tappe camminando dodici ore nella stessa giornata, ed ¨¨ come assistere alla ricomposizione di un mosaico, al ritorno a una mitica et¨¤ dell'oro in cui le genti vivevano in pace e popoli lontani non vedevano l'ora di incontrarsi per fare amicizia, scambiarsi doni, condividere esperienze.
Un lungo falsopiano conduce all'ultima altura, il Monte do Gozo, ovvero "della Gioia". Da l¨¬ appare la Cattedrale che spicca sui tetti della citt¨¤. C'¨¨ chi ride, chi piange, chi balla. La musica delle cornamuse galiziane accoglie a Santiago i peregrinos. Qualcuno si spinger¨¤ avanti ancora tre giorni sino a Finisterre, mitica "fine del mondo", altri rientreranno l'indomani all'alba, ma il sospiro di sollievo e soddisfazione che si concedono nel percorrere l'ultimo portico, svoltare sulla piazza principale e disarcionare finalmente gli zaini ¨¨ uguale per tutti.
Per un momento non esistono pi¨´ differenze di status, genere, et¨¤ o cultura. Si ¨¨ tutti ragazzini sbigottiti e felici di avercela fatta, orgogliosi di avere superato le proprie insicurezze e ansiosi di cominciare una vita nuova.
? RIPRODUZIONE RISERVATA