Un appello al Presidente della Regione Val d'Aosta per consentire l'attivit¨¤ motoria nelle terre alte. Lo scrittore Premio Strega tra i primi firmatari. Ma i rifugi alpini la prossima estate rischiano di rimanere chiusi
"Per favore, restituiteci le nostre montagne". Si chiude con un appello forte e chiaro la petizione avviata in Valle d'Aosta da alcuni "appassionati delle terre alte" in merito alle restrizioni per l'emergenza coronavirus.?Tra i primi firmatari c'¨¨ lo scrittore Paolo Cognetti, Premio Strega con Le otto montagne, che in questa regione ha trovato una nuova casa. "In Valle d'Aosta siamo un popolo di montanari. Siamo abituati alle fatiche e alle restrizioni, al lavoro manuale, al freddo e alla solitudine, ma non a vivere lontani dai nostri boschi, dai pascoli, dai torrenti. Un montanaro chiuso in casa si ammala nel corpo e nello spirito. Siamo del tutto consapevoli della gravit¨¤ dell'epidemia in corso, tuttavia crediamo che le misure per contenerla vadano adeguate a un territorio e a una popolazione, non abbia senso prenderle dalle citt¨¤ ad alta densit¨¤ e semplicemente applicarle alla montagna", si legge.
IL BOSCO ? SICURO - La petizione online in pochi giorni ha gi¨¤ superato le 5.000 firme. "Chi va a camminare nel bosco da solo o con la sua famiglia, chi va a far legna, a coltivare l'orto, chi porta il suo bambino in un prato - si legge - non pu¨° contagiare n¨¦ essere contagiato da nessuno. Queste attivit¨¤ sono i fondamenti della nostra vita quotidiana, e un bosco ¨¨ luogo molto pi¨´ sicuro dal virus rispetto ai supermercati o agli uffici dove ci ¨¨ concesso andare". Cos¨¬ la petizione chiede?al Presidente della Regione Autonoma Valle d'Aosta di allentare da subito le regole relative all'attivit¨¤ motoria, di permettere di effettuare attivit¨¤ motoria all'aperto, di svolgere le attivit¨¤ agricole ("da sempre la base che forma il tessuto culturale e tradizionale valdostano"), di svolgere sport all'aria aperta dal 4 maggio per singoli e appartenenti allo stesso nucleo familiare e di prevedere nella fase successiva, entro il mese di maggio, la possibilit¨¤ di svolgere sport all'aria aperta in gruppi, di non pi¨´ di 5 persone, mantenendo il distanziamento sociale".?
RIFUGI CHIUSI? - Va aggiunto che la prossima estate in montagna, non solo in Val d'Aosta, si preannuncia particolarmente complicata: in attesa del via libera alla mobilit¨¤ e all'attivit¨¤ all'aria aperta, infatti, la notizia di questi giorni ¨¨ che probabilmente i rifugi alpini saranno costretti a rimanere chiusi o almeno a limitare drasticamente la loro operativit¨¤.?"In montagna sar¨¤ un'estate mai vista: ho paura che sar¨¤ la prima estate, dopo la fine della seconda guerra mondiale, con i rifugi d'alta quota chiusi". ? stato Antonio Montani, vicepresidente del Club alpino italiano e responsabile dei rifugi, a lanciare l'allarme attraverso Repubblica. "Escursionisti e alpinisti - dice - dovranno adattarsi programmando gite di un giorno, oppure organizzandosi con tende, sacchi a pelo e cibo negli zaini. Sar¨¤ pi¨´ impegnativo, sotto il profilo fisico e tecnico: l'emergenza per¨° ci aiuter¨¤ a riflettere su un modello di tempo libero che in molti casi si era spinto oltre il limite".
PUNTI RISTORO - Per quanto potr¨¤ essere superata l'emergenza di questi giorni, un dato ¨¨ certo: rifugi, bivacchi e punti tappa, dal 20 giugno la notte non potranno aprire come prima. Senza queste strutture di presidio e soccorso, camminare e arrampicare sar¨¤ per¨° pi¨´ pericoloso. "? il momento - dice Luca Calzolari, membro del Soccorso alpino e direttore del mensile Montagne 360 - di aprire una riflessione pi¨´ larga e pi¨´ profonda sul modo di frequentare l'alta quota. L'occasione per un recupero di essenzialit¨¤ e semplicit¨¤ non va sprecata". La speranza ¨¨ che almeno i rifugi possano rimanere aperti come punti di ristoro, magari servendo i pasti all'aperto per evitare assembramenti all'interno.
CONFORTOLA - Sull'estate dei rifugi alpini ¨¨ intervenuto anche Marco Confortola, alpinista himalayano di Valfurva ma anche?testimonial dell¡¯Assorifugi Lombardia: "La gente, una volta terminata l¡¯emergenza, avr¨¤ voglia di rivivere la montagna e posso dare una grande rassicurazione: i rifugisti sono professionisti seri che ben conosco e sapranno adottare le norme di sicurezza per garantire di vivere la montagna anche in epoca di coronavirus". Sulla stessa linea il Coordinamento nazionale rifugi e?il presidente dell¡¯Associazione Rifugi di Lombardia, Gino Baccanelli: ¡°Come ogni operatore turistico, tutti noi siamo in attesa di capire le modalit¨¤ per far fronte alla Fase 2, nel rispetto delle nuove norme di sicurezza, mettendo in campo ancora pi¨´ sforzo di quello che siamo abituati a fare a ogni ripartenza della stagione. Noi ci siamo. Ma come possiamo esserci? Prenotazioni contingentate? Semplice servizio di ristoro per gli escursionisti, evitando assembramenti? Punto di appoggio per eventuali emergenze?".?I problemi da affrontare sono tanti ma, come conferma ancora Confortola, "i rifugisti stanno gi¨¤ studiando tutte le soluzioni per permettere agli amanti della montagna di tornare a camminare in alta quota e in sicurezza".
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