Camminiamo in tre, fra vecchi amici, e quando la salita non toglie il fiato ci divertiamo a rievocare aneddoti di viaggi passati, o storielle che inducono al sorriso. Qualcuno pensa che il pellegrinaggio debba essere muto e triste, per noi invece ¨¨ un'occasione lieta. E, giunti ormai dove le montagne del Delfinato lasciano spazio ai dolci profili di Provenza, non ci sembra di [...]
Camminiamo in tre, fra vecchi amici, e quando la salita non toglie il fiato ci divertiamo a rievocare aneddoti di viaggi passati, o storielle che inducono al sorriso.
Qualcuno pensa che il pellegrinaggio debba essere muto e triste, per noi invece ¨¨ un'occasione lieta. E, giunti ormai dove le montagne del Delfinato lasciano spazio ai dolci profili di Provenza, non ci sembra di commettere sacrilegio nell'ideare biografie di santi e beati medievali, protagonisti di imprese tanto pirotecniche quanto improbabili.
La leggenda pi¨´ pazzesca, per¨°, ci viene narrata da un anziano fornaio nella citt¨¤ di Apt.?
Si racconta che un giorno di molti secoli fa siano arrivati al borgo tre strani viandanti, forse diretti a Roma o forse alla volta di Santiago. Installatisi in locanda, meravigliarono tutti: il primo beveva di continuo, il secondo mangiava senza posa, e il terzo non smetteva mai di parlare.?
Li presero per malintenzionati, finti pellegrini intenzionati a scroccare una cena e una notte al coperto, cos¨¬ vennero consegnati alle guardie. Poich¨¦ non avevano commesso alcun reato, l'indomani furono rilasciati e subito ripartirono lasciando tutti a bocca aperta: pur camminando nella luce del mattino non proiettavano alcuna ombra sul terreno.
Chi erano, dunque?
C'¨¨ chi sostiene che si trattasse di tre sant'omini, chi parla di tre monaci giunti dal Levante, e chi addirittura li ritiene una sorta di reincarnazione medievale dei Re Magi. Certo ¨¨ che - almeno a sentire l'uomo che ci racconta questa strana storia - una volta usciti dalla citt¨¤ che li aveva accolti con tanta scortesia, si lasciarono dietro una scia di disastri: il cielo si fece oscuro, e un concerto di tuoni annunci¨° una terribile tempesta. Prima piovve una settimana intera, quindi nevic¨° per quaranta giorni consecutivi, al punto che molti tetti crollarono.
"Che razza di leggenda, vero?" considera il fornaio quando ha finito. Poi ci squadra e, con un sorrisino, dice: "Erano tre. Proprio come voi".
Insiste per regalarci un croissant a testa e abbiamo l'impressione che, non appena usciamo dal suo negozio, allunghi il collo per controllare se gettiamo oppure no la nostra ombra sul selciato.
Enrico Brizzi
[In collaborazione con www.psicoatleti.org]
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