Avere dei periodi di scarso rendimento, magari di demotivazione, per uno sportivo ¨¨ normale. Eppure ogni volta ci sembra che non ne usciremo mai. Cerchiamo invece delle soluzioni
Il periodo nero, quello in cui le gambe non girano, magari per qualche risentimento o piccolo infortunio, capita a tutti. Un po' pi¨´ di stress al lavoro, qualche trasferta di troppo, una salute ballerina: tutti fattori che minano la nostra forma fisica. Oppure che richiedono uno stop di qualche giorno o settimana.?La verit¨¤ ¨¨ per¨° che al 90% non lo accettiamo. Noi runner non riusciamo ad ammettere di avere dei momenti no o comunque non sopportiamo che qualcosa di esterno si metta tra di noi e la corsa. Quante volte ho sentito dire: "Sento le gambe impallate, come se non fossero mie, pesanti. Dopo i primi 20km il buio... Eppure sto bene, ho solo dei problemi al lavoro e sto facendo ore di straordinario, sono sempre in auto per andare da clienti. E poi in famiglia sono tutti con l'influenza. Correre mi fa bene, ma in questo periodo mi pesa. Non capisco...".
Vita quotidiana e performance sportiva
¡ª ?Nel quadro appena delineato se siamo spettatori esterni riconosciamo immediatamente che c'¨¨ qualcosa di distonico: vita difficile e performance atletica non vanno d'accordo! Eppure quando succede a noi non lo vediamo con altrettanta chiarezza e allora iniziamo a immaginarci cause complesse, qualche problema serio di salute, oppure diamo la colpa all'alimentazione, all'integrazione. Alle scarpe!?Quello che ci sfugge ¨¨ l'importanza del carico interno dell'allenamento e cio¨¨ come il nostro organismo reagisce in quel preciso momento al training impartito. Scrivo "in quel preciso momento" perch¨¦ anche sulla stessa persona il medesimo allenamento svolto in due momenti differenti pu¨° dare risultati profondamente diversi.
Consigli per superare un periodo no
¡ª ?Quindi, quali sono le soluzioni ai periodi "no"? La prima strategia da attuare ¨¨ cancellare per una settimana o due la tabella. Se necessario anche le gare nel caso in cui ci provochino stress. E poi cercare di sommare le difficolt¨¤ di allenamento con le difficolt¨¤ esterne per avere un quadro pi¨´ completo della situazione.?L'idea ¨¨ quella di prendersi una vacanza, come se fossimo in vacanza dal lavoro. Questo non significa necessariamente non correre, ma piuttosto correre senza obiettivi cronometrici. Correre semplicemente, senza avere dei raffronti con i tempi e i lavori ci permetter¨¤ di concentrarci sul gesto di corsa e rifocalizzarci sull'importanza di poter uscire a correre. Se invece non ve la sentite, prendetevi proprio una vacanza dalla corsa e optate per altre attivit¨¤ che vi permettano di staccare la mente.?A questo punto fate un'analisi di ci¨° che vi crea stress o stanchezza e cercate di confinarlo nel suo ambito di riferimento. Molto spesso sono cause che non dipendono da noi per cui non ci sono soluzioni immediate. Il nostro organismo per¨° non distingue tra le diverse fonti di affaticamento e stress, per cui dobbiamo agire su quelle gestibili. Fatta quest'analisi comportateci di conseguenza e reintroducete la corsa senza strafare.
La testa
¡ª ?L'altro aspetto ¨¨ invece mentale. Noi podisti pensiamo sempre che avere dei momenti di fiacca equivalga a un'onta, invece ¨¨ perfettamente normale, soprattutto quando non siamo professionisti. Fosse per noi andremmo sempre avanti a spron battuto, ma non pu¨° essere cos¨¬. Ribaltate la situazione e iniziate a pensare all'allenamento come se ci fossero dei cicli: alle volte si sale e per forza alle volte si scende. Quando si vive un periodo no se scarichiamo e ne approfittiamo per riposare, necessariamente dopo ci ritroveremo pi¨´ forti di prima. Ovviamente potrebbe volerci qualche tempo per risalire la china, ma il riposo ci render¨¤ pi¨´ forti. Per cui pensate al futuro e non ai giorni imminenti.
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