TESTA E GAMBE
Le emozioni nella corsa: come e quanto influiscono su prestazioni e risultati?
Il mito dell'atleta che sopprime qualsiasi emozione ¨¨ un'immagine piuttosto radicata. La si vede nei film ed ¨¨ diventata uno stereotipo. Il messaggio ¨¨ di semplice interpretazione: per mantenere la concentrazione sull'obiettivo, l'atleta non si deve far "distrarre" dalle emozioni. E quindi le deve accantonare, reprimere, eliminare. L'emozione in ambito sportivo acquisisce quindi un ruolo negativo e in effetti le emozioni che sembrano intervenire hanno quasi sempre un'accezione negativa. Paura, ansia, insicurezza. Emozioni che "via!", dobbiamo eliminare.
Se questa teoria pu¨° avere qualche attinenza alla realt¨¤ nello sport professionistico, tra gli amatori non ¨¨ affatto realistica. Cancellare completamente la nostra dimensione emozionale ¨¨ impossibile. Soprattutto se parliamo di gare lunghe come quelle di corsa su strada, soprattutto se si tratta di atleti amatori non cos¨¬ veloci. Anche perch¨¦ le emozioni che intervengono durante una prestazione che pu¨° durare anche 4 ore o pi¨´ sono tantissime e non certo tutte negative.
CORPO, ISTINTO, EMOZIONI
¡ª ?Ognuno di noi ha 3 dimensioni che intervengono nella prestazione sportiva: corpo, istinto ed emozioni. La mente, spesso presa come alter ego del corpo, ¨¨ a capo di tutte e tre le dimensioni, ma soprattutto delle emozioni. La mente ¨¨ il capitano della nostra nave. A questo punto basta decidere se navigare a sensazione - seguendo quindi l'istinto e le emozioni - oppure seguendo una mappa e cio¨¨ pianificando la prestazione a monte, fin dagli allenamenti.
Le emozioni infatti, cos¨¬ come l'istinto, giocano un ruolo fondamentale nella riuscita di una performance. Per questo non vanno soffocate totalmente, ma incanalate. Prendiamo per esempio una gara in una location a noi cara e familiare. Lungo il percorso vedere volti amici che ci fanno il tifo, o passare lungo strade che per noi rappresentano qualcosa - la nostra scuola elementare, il luogo dove abbiamo incontrato il nostro primo amore, il nostro primo ufficio... - pu¨° scatenare emozioni fortissime. Queste emozioni possono fungere da booster per la nostra corsa oppure farci andare fuori di giri. La differenza sta nel come le usiamo e le accogliamo.
SENSAZIONI INTERNE
¡ª ?Quando si affronta una preparazione per un obiettivo ¨¨ bene quindi tenere conto dello stato emotivo in cui ci troviamo. Valutare bene le sensazioni interne nei confronti dell'allenamento ed eventualmente modificarlo in base a queste. Ad esempio in alcuni casi certi allenamenti, seppur molto utili per il corpo, rappresentano una fonte di ansia e stress per la mente. Varrebbe quindi la pena modificarli, sostituirli o gestirli in modo diverso. Se il progressivo ad esempio ci genera apprensione e ansia, meglio modificarlo e gestirlo a sensazione.
Allo stesso modo la gestione delle emozioni in gara va pianificata, in modo che le emozioni non prendano il sopravvento, ma al contrario si dimostrino un potente motivatore. Un esempio di quest'ultima strategia? Se sappiamo che il muro del 30esimo chilometro ¨¨ il nostro cruccio possiamo usare due strategie. La prima ¨¨ quella di sperare che non sia troppo forte e una volta arrivati a quel punto usare la rabbia che ci genera per arrivare al 42esimo chilometro. La seconda invece ¨¨ quella di aspettarlo cercando di dare il meglio di s¨¦ fino a quel punto e quando arriva prenderlo come se fosse una cosa normale, scontata. Togliendogli quindi il potere di abbatterci: "? normale, lo sapevo gi¨¤" e di conseguenza usare la tranquillit¨¤ per togliergli il potere di destabilizzarci.
EMOZIONI POSITIVE
¡ª ?Anche focalizzarsi sulle emozioni positive ¨¨ un ottimo metodo: l'immagine dei vostri cari all'arrivo, visualizzarvi tagliare il traguardo, concentrarsi sui volti dei tifosi che vi sorridono. Cercare quindi di alzare il livello delle emozioni positive per motivarvi.
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