Siamo abituati a pensare ai periodi no come a qualcosa da evitare, ma i periodi di stanca hanno un ruolo importante. Vediamo quale
Quando pensiamo ai periodi no ¨¨ ovvio che pensiamo a tutta una risma di lati negativi, dalla stanchezza generale, che ci impedisce di allenarci normalmente, agli eventuali infortuni, ai problemi di carattere organizzativo, alla sensazione di stress che ne consegue. Non sto dicendo che siano momenti da pensare totalmente in chiave positiva, ma bisogna vederli con uno sguardo pi¨´ ampio. Infatti se ci immergiamo nel momento negativo e lo guardiamo "da dentro", difficilmente ne vedremo un qualche lato positivo. Invece quello che dovremmo fare ¨¨ ampliare la nostra visione e guardare il momento negativo con un'ottica di lungo periodo.
Cicli e microcicli
¡ª ?Se infatti ampliassimo la nostra visione ci renderemmo conto che i periodi di allenamento e di forma si alternano seguendo uno schema piuttosto ampio. Per forza di cose siamo abituati a considerare il periodo di allenamento in chiave di cicli e microcicli. Ci osserviamo in relazione a una gara che stiamo per affrontare: "non mi sento in forma per questo appuntamento", "gli allenamenti delle ultime due settimane sono stati deludenti, come arriver¨° alla gara?", "non sono pronto". Oppure, nella migliore delle ipotesi leggiamo il nostro stato di forma guardandoci su un ciclo di qualche mese. Cos¨¬ facendo il nostro periodo no, che magari dura un mesetto o anche qualcosa di pi¨´, assume una proporzione diversa, meno totalizzante, ma comunque impattante.?Quello che dovremmo fare ¨¨ ampliare lo sguardo e osservare il nostro allenamento su una base pi¨´ lunga, magari di un semestre o anche di un anno. In questa dimensione pi¨´ ampia il nostro mese di stanca assume una proporzione differente. E un ruolo differente.
Perch¨¦ il periodo no pu¨° essere utile
¡ª ?Avete mai pensato che un periodo no potesse avere un ruolo specifico? In realt¨¤ pu¨° avere molti e diversi ruoli specifici, non solo uno. Partiamo da quello pi¨´ ovvio: quando viviamo un down, magari accompagnato da un infortunio pi¨´ o meno fastidioso, dobbiamo pensare che ¨¨ un chiaro campanello d'allarme. ? il nostro corpo che ci chiede uno stop e se non riesce a fermarci con la sola stanchezza, allora mette in atto sistemi di adattamento pi¨´ complessi che possono portare ad un infortunio. Se leggiamo il momento in questo modo quindi non possiamo che vederlo come una fase necessaria. Sempre di fase necessaria si tratta se guardiamo al periodo di fiacca come ad un periodo da dedicare alla supercompensazione. Del principio di supercompensazione si parla tanto, ma riassumendo si tratta di un processo che fa seguire a un periodo di carico un periodo di scarico necessario per sedimentare gli stimoli precedenti e migliorare conseguentemente lo stato di forma. In questo caso vi renderete conto che un bel giorno la forma torner¨¤ da sola, quasi senza che ve ne accorgiate.
Periodo no Mentale o fisico?
¡ª ?In ultimo potrebbe trattarsi di un periodo di stanca pi¨´ mentale che fisico, dovuto alla sovrapposizione di stress, problemi quotidiani, allenamento. Anche in questo caso lo stop si rende necessario, o quantomeno una riduzione dei carichi. Se non dovessimo ridurre, la "pena" per questo momento sarebbe il burnout. Il burnout ¨¨ una situazione che diventa invece problematica e potrebbe impedire una normale ripresa dell'allenamento. Quindi anche in questo terzo caso, il periodo di stanca va preso come un avvertimento utilissimo per poter ritornare ai livelli energetici precedenti.
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