"Partire ¨¨ un po' morire". Sar¨¤ un'espressione stereotipata, ma non smette di battere in testa ogni volta che, il peso dello zaino in spalla, si parte per un viaggio che - gi¨¤ lo sappiamo - sar¨¤ lungo, duro e pieno di meravigliose apparizioni. Usciamo da Torino sotto un cielo color del latte, una pioggerella fine che rimbalza sul guscio della giacca "hard shell", sulla copertura [...]
"Partire ¨¨ un po' morire". Sar¨¤ un'espressione stereotipata, ma non smette di battere in testa ogni volta che, il peso dello zaino in spalla, si parte per un viaggio che - gi¨¤ lo sappiamo - sar¨¤ lungo, duro e pieno di meravigliose apparizioni.
Usciamo da Torino sotto un cielo color del latte, una pioggerella fine che rimbalza sul guscio della giacca "hard shell", sulla copertura dello zaino e ci batte il suo ritmo irregolare in testa. Quanta ne prenderemo, da qui a Arles, Montpellier, Tolosa? E quanta ancora sui Pirenei, in Aragona, Castiglia, Galizia? E quante volte dovremo rompere il fiato in salita? Basta il primo vero "dente" dell'altimetria, la rampa selciata che monta alla Sacra di San Michele, per farci sentire deboli e decisamente fuori forma dopo un inverno trascorso seduti alla scrivania. Quando finalmente arriviamo al cospetto dell'abbazia fortificata, per¨°, ci prende una sensazione del tutto opposta: se ce l'abbiamo fatta a salire fin qui, perch¨¦ mai dovremmo fermarci di fronte ad altri ostacoli?
Riconosciamo nelle oscillazioni del nostro animo la schizofrenia tipica dell'inizio d'ogni viaggio: la paura di soffrire e la presunzione dell'invincibilit¨¤ danzano sottobraccio.
Fra pochi giorni, gi¨¤ lo sappiamo, avranno lasciato il posto a un imperturbabile fatalismo, e il nostro corpo sar¨¤ di nuovo addestrato a patire senza strepiti e godere con poco: cinque minuti di pausa su un prato, uno squarcio di luce, un sorriso basteranno a farci felici.
Arriviamo al Monginevro dopo tre giorni. Siamo ormai consapevoli della nostra forza come della nostra finitudine: quando s'alza un vento gelido a spazzare i campi di neve, ci diciamo che in campo aperto non resisteremmo a lungo alle sue raffiche. Eppure procediamo, scortati dai segnavia riservati ai pellegrini diretti a Santiago, e ormai ci sentiamo votati all'obiettivo: domani Brian?on e, un passo alla volta, ci spingeremo fino all'Oceano.
Enrico Brizzi
[In collaborazione con www.psicoatleti.org]
(qui la prima puntata)
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