Quindici numeri per dare un valore soggettivo importante, in grado di dare un chiaro riferimento sul momento psicofisico dell'atleta.
Come si pu¨° quantificare lo sforzo prodotto da un atleta durante le varie tappe della sua preparazione, in modo da poter tenere sotto controllo il suo grado di affaticamento? Certamente con lĄŻesperienza che ha ogni allenatore. Ma anche utilizzando i vari strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione: dal semplice cronometro al cardiofrequenzimetro, ai GPS di ultima di ultima generazione. Uno strumento invece non tecnologico ma molto utile per inquadrare la percezione dello sforzo in base alle segnalazioni che arrivano dallĄŻatleta stesso ¨¨ la Scala di Borg. Dal nome del suo ideatore, il dottore svedese Gunnar Borg. Metodo che risale addirittura agli anni cinquanta del secolo scorso. Il suo scopo era quello di introdurre in un piano di allenamento il concetto della percezione soggettiva dello sforzo. Con questa idea il dott. Borg ide¨° la scala RPE (Rating of Perceived Extertion) per valutare la percezione soggettiva di uno sforzo in relazione allĄŻentit¨¤ dello sforzo stesso. Sembrerebbe la scoperta dellĄŻacqua calda. Invece non lo ¨¨. Perch¨Ś affrontando lo stesso tipo di allenamento, la percezione della fatica pu¨° essere abbastanza diversa un giorno dallĄŻaltro. Basta avere troppo stress per motivi professionali oppure avere dormito male la notte ed ecco che, in percentuale, a parit¨¤ di valori fisiologici, la fatica pu¨° variare parecchio. Eccome.?(Continua nella prossima scheda)
? RIPRODUZIONE RISERVATA