L'angolo del coach
Mezzofondo: cosa fare quando i progressi non arrivano
Uno dei momenti pi¨´ difficili per ogni allenatore di mezzofondo ¨¨ quando i risultati dei propri atleti non sono all'altezza delle aspettative generali e del lavoro svolto in allenamento. ? l¨¬ che si vede tutta la bravura di un coach. Prima di tutto nel sapere interrompere il trend negativo. Poi nello scegliere il momento adatto in cui ributtare il proprio atleta nella mischia. Soprattutto con la certezza che il peggio ¨¨ oramai alle spalle. Spazzando via cos¨¬ tutti i dubbi e le insicurezze che spesso portano gli atleti ad avere una mancanza di fiducia nel proprio tecnico. Ma analizziamo quali possano essere le varie problematiche che impediscono ad un atleta di esprimersi al massimo e di migliorare le proprie prestazioni cronometriche.
Scarso equilibrio fra la parte organica e quella muscolare
¡ª ?? una delle situazioni pi¨´ ricorrenti. Superata la stagione invernale e quella primaverile si va quasi sempre incontro a un calo fisiologico dovuto ai minori chilometraggi e alla diminuzione dei lavori di potenza aerobica. Oltre ad una perdita di tono muscolare per il calo delle sedute di potenziamento muscolare. Sia di quelle in palestra che di quelle a carico naturale. Tutto normale per il primo blocco di impegni agonistici. Ma poi il calo arriva inesorabile. In una situazione simile, continuare a gareggiare, sperando che i risultati improvvisamente tornino a lievitare, ¨¨ solo accanimento terapeutico. Soprattutto se l'atleta mostra segni di stanchezza anche psicologica. In questo caso la cura consiste in almeno due settimane di recupero organico e muscolare evitando di fare sedute lattacide che compromettano il recupero psicofisico dell'atleta. Poi dopo altre due settimane di lavoro specifico sui ritmi gara. Dopo di che si pu¨° tornare a gareggiare con buone premesse di far bene.
Discrepanze fra allenamenti e risultati in gara
¡ª ?Un altro problema non semplice da risolvere ¨¨ quando un atleta ottimo in allenamento non riesce poi a convertire tutto il lavoro fatto in adeguati risultati in gara. Come intervenire? Fondamentalmente in tre modi. Il primo non pu¨° che essere un colloquio in cui riuscire a tranquillizzarlo ribadendo la nostra fiducia in lui e nel suo talento. La seconda ¨¨ quella di studiare un piano agonistico in cui le difficolt¨¤, soprattutto all'inizio, siano facili da affrontare in modo che l'atleta riprenda fiducia in s¨¦ stesso. Una sorta di ultima ratio pu¨° essere quella di fare dei propri e veri test in allenamento sulle stesse distanze di gara in modo da far toccare con mano al proprio atleta, senza lo stress della competizione, il suo reale valore tecnico.
Problemi fisici
¡ª ?Messi da parte i problemi di ordine tecnico e psicologico c'¨¨ poi spesso da indagare sulla parte fisiologica. In primis quando un atleta si sente spesso stanco o affaticato per parecchi giorni di fila. I problemi principali che devono essere velocemente accertati tramite gli esami del sangue sono principalmente quattro. Una carenza di ferro e di ferritina, livelli bassi di emoglobina oltre a valori troppo elevati e permanenti nel tempo del cpk muscolare. Nei primi tre casi una robusta cura di ferro per superare l'anemia oppure una dieta alimentare che comprenda fegato, pollo, tacchino, carne rossa magra, uva passa e cereali per migliorare il livello della ferritina e quindi far salire anche il livello dell'emoglobina. Nell'ultimo caso bisogna rallentare la qualit¨¤ e la quantit¨¤ degli allenamenti per qualche giorno. Magari inserendo anche una giornata di riposo per ripristinare il tono muscolare ottimale.
? RIPRODUZIONE RISERVATA