Dai professionisti ai corridori amatoriali: vogliamo provare a lanciarci in questa ¡°considerazione impossibile¡±...
La corsa, lo sa bene chi la pratica da diverso tempo, ¨¨ una disciplina che si espleta principalmente nella sfida contro se stessi. Il cronometro, in questo senso, o meglio la prestazione cronometrica, segna il passo di questa lotta contro i propri limiti che, per quanto strettamente individuali, non tolgono fascino a questo viaggio che fa ogni corridore verso la ricerca delle energie pi¨´ nascoste o delle risorse pi¨´ impensabili, in termini di motivazione. L¡¯assoluta unicit¨¤ di ogni individuo fa s¨¬ che sia impossibile stabilire dei criteri che possano valere per tutti; eppure, vogliamo provare a lanciarci in questa ¡°considerazione impossibile¡± per provare a rispondere alla domanda: ¡°in quanto devi correre i 10km per sentirti un runner in forma?¡±
Partiamo dal livello assoluto, tra gli uomini
¡ª ?Lo scorso anno, a Valencia, l¡¯ugandese Joshua Cheptegei, in una corsa creata ad hoc, con tanto di wavelight per tenere il passo da record del mondo, ha scalzato Kennenisa Bekele dal primo posto sulle liste all-time dei 10000 metri. Il nuovo limite mondiale della distanza ¨¨ di 26:11.00, il che significa un passo a chilometro di 2:37, ovvero correre per 25 giri di pista in 63¡±. A livello europeo, invece, il primato appartiene al britannico di origine somala sir Mo Farah che, il 3 giugno 2011 a Eugene, siglava il limite continentale: 26:46.57, un passo di 2:40/km e 64¡± ogni 400 metri. In ambito italiano, in occasione della finale dei Campionati Mondiali di Doha, il nostro Yemaneberhan Crippa strappava all¡¯indimenticato Salvatore Antibo il primato italiano: tempo finale 27:10.76 (2:43/km e 65¡± a giro).
E in ambito femminile?
¡ª ?Anche in questo caso le prestazioni sono notevoli. Partendo dal record del mondo detenuto dall¡¯etiope Almaz Ayana (un po' persa di vista nelle ultime stagioni) con 29:17.45 (2:55/km e 1:10/ogni 400m), corso alle scorse Olimpiadi di Rio 2016. Il fuscello etiope (1,66m x 47kg) dovr¨¤ per¨° sempre di pi¨´ guardarsi alla spalle, visti gli enormi miglioramenti della connazionale Gudaf Tsegay, miglior esordiente sulla distanza con 29:39.42. In ambito europeo, detta legge l¡¯olandese Sifan Hassan. Suo anche il primato continentale dei 10000 metri (oltre a quelli su 1500, miglio, 3000, 5000, ora in pista e 21,097 mista) in 29:36.67 (2:57/km). Infine, in ambito italiano resta la compianta Maura Viceconte, registrato a Heuden-Zolder (Belgio) il 5 agosto 2000, dove copr¨¬ i 25 giri di pista in 31:05.57, un ritmo da 3:06 al chilometro.
Se questa disamina dei tempi di livello assoluto vi ha scoraggiato, proviamo a fare le giuste considerazione e ricollocare le varie prestazioni nel giusto contesto. I risultati sopra elencati riguardano, infatti, atleti di vertice mondiale, continentale e nazionale. In ogni caso, stiamo parlando di professionisti: corridori che hanno cominciato a correre fin da molto giovani e che hanno svolto un¡¯attivit¨¤ sportiva di massimo livello. Generalizzando un po', atleti del genere svolgono dalle 12 alle 14 sedute settimanali di corsa, con chilometraggi che difficilmente saranno al di sotto dei 180km ogni settimana. Al di l¨¤ del volume, ci¨° che li caratterizza ¨¨ l¡¯altissima intensit¨¤ di lavoro a cui si sottopongono. Ecco, quindi, da cosa derivano i loro risultati.
Ma cosa possiamo dire per un corridore amatoriale?
¡ª ?Anche qui sono necessari gli opportuni distinguo dal momento che il termine ¡°corridore amatoriale¡± pu¨° prestarsi ad ambiguit¨¤. Per l¡¯amatore molto evoluto, ovvero per colui che ha svolto un¡¯attivit¨¤ atletica agonistica in et¨¤ giovanile e, col passare dell¡¯et¨¤ (magari cambiando sport) non ha mai interrotto l¡¯attivit¨¤ sportiva, con un programma mirato identifichiamo la soglia dei 40:00 sui 10000 come un limite di eccellenza, ovvero tenere un passo di 4:00 ogni chilometro, che nel caso di una gara in pista significa 1:36 ogni giro.
Per colui che, pur facendo attivit¨¤ agonistica da giovane, ha interrotto per un periodo medio-lungo l¡¯attivit¨¤ sportiva le soglie si modificano inevitabilmente. In questa categoria, chiamiamola dell¡¯¡°amatore DOC¡±, potremmo identificare la soglia dei 45:00 come discrimine dell¡¯eccellenza, ovvero mantenere un passo di 4:30 ad ogni chilometro.
E per il neofita...
¡ª ?Infine, per il neofita, ovvero per colui che non avendo mai svolto una pregressa attivit¨¤ sportiva e avendo cominciato da poco a correre (meno di 2 anni), una soglia dell¡¯eccellenza la si potrebbe identificare attorno ai 50:00, ovvero seguendo un passo di 5:00 al chilometro.
Chiaramente, quanto detto finora, contravviene ad uno dei principi fondamentali della metodologia dell¡¯allenamento, ovvero quello per cui l¡¯allenamento deve essere personalizzato, il che significa che ogni programma di allenamento, ogni determinazione del carico di lavoro e del conseguente recupero devono essere specifici per le caratteristiche, le esigenze, il passato di un singolo individuo. Lo scopo di questo articolo ¨¨, soprattutto, quello di far comprendere come ogni prestazione sia da contestualizzare all¡¯interno di numerosi fattori. La storia sportiva, la vita sociale, il grado di impegno che dedichiamo alla corsa determinano l¡¯atleta che siamo e, in questo modo, ci permettono di comprendere il nostro livello. Questo non significa che con l¡¯allenamento non possiamo migliorare e raggiungere risultati che un tempo reputavamo inaspettati, quanto pi¨´ che le variabili che entrano in gioco nel determinare la validit¨¤ o meno di una prestazione sportiva sono, innanzitutto molteplici e, ancor di pi¨´, relative all¡¯individuo.
In ogni caso, come dicevamo all¡¯inizio, al di l¨¤ dei tempi che ogni corridore registra, nessuno vi potr¨¤ togliere quel piacere assuefacente che ci regala la corsa durante il tentativo di battere il pi¨´ ostico degli avversari: noi stessi. ?
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