Ecco un nuovo appuntamento con la rubrica "LĄŻangolo del coach" a cura di Giorgio Rondelli, ex mezzofondista e allenatore di molti campioni olimpici e mondiali
Negli sport individuali il pareggio o l'ex aequo, che dir si voglia, praticamente non esiste. Casi come la doppia medaglia d'oro olimpica del salto in alto senza spareggio fra?Mutaz Barshim e Gianmarco Tamberi?sono davvero una assoluta rarit¨¤. Quindi c'¨¨ sempre qualcuno che vince. E qualcuno che perde. Come ¨¨ sempre nella logica dello sport. A bocce ferme scattano per¨° tutta una serie di situazioni etiche e psicologiche. Ma anche tecniche. Che coinvolgono profondamente sia l' atleta che il suo allenatore.Etiche
La sconfitta va sempre accettata con serenit¨¤. Perch¨Ś fa parte delle eventualit¨¤. Cos¨Ź come ¨¨ doveroso riconoscere i meriti dell'avversario o la sua maggiore qualit¨¤. Niente alibi soprattutto per cui perdere non dipende mai da noi stessi. Ma da insuperabili circostanze esterne. Non a caso una delle frasi storiche di un grande allenatore come?Julio Velasco?¨¨ la seguente:?" Chi vince festeggia. Chi perde spiega."?Psicologiche
Non c'¨¨ dubbio che ogni sconfitta faccia male. Soprattutto se inaspettata. Ogni sconfitta va per¨° metabolizzata ed analizzata a fondo prima di affrontare la successiva prova agonistica. Ed ¨¨ a questo punto che devono scattare dinamiche diverse da un altro famoso luogo comune delle gare di sport. "?Nello sport bisogna imparare a perdere".?Frase storica ma che come allenatore di vecchia data non mi ha mai trovato d'accordo. Che rettificherei cosi:? "Nello sport bisogna imparare dal perdere ".?Perch¨Ś ¨¨ soprattutto dalle sconfitte analizzate in profondit¨¤ senza ricorrere agli alibi che si deve ripartire per fare meglio. Sia sul piano fisiologico. Sia su quello psicologico. Sia su quello tattico-agonistico.Tecniche
Al riguardo ho un ricordo personale molto nitido. Anche a distanza di oltre 40 anni. Nel 1981, con un?Alberto Cova?ancora in fase di costruzione generale come atleta di vertice, andammo a Londra per partecipare al Cross del Crystal Palace contro i migliori atleti britannici ed etiopi. Fu una disfatta totale. Stroncato dal ritmo degli avversari il mio atleta si ritir¨° a met¨¤ gara. Lapidario il suo onesto commento a caldo : "?Giorgio sono scoppiato. Questi qui andavano come dei treni".?Ed io di rimando"?Si vede che ci alleniamo poco".?Tornati a Milano portammo a 15 a 25 le ripetute di 400 metri sulle salite del Montestella e riducemmo da 2 a 1 minuto il recupero su 10 prove di 1000 metri fatte sulla pista del campo 25 Aprile. Ebbene, due mesi dopo, al cross di Volpiano,? incontrando alcuni degli stessi atleti,?Cova?fu secondo a pochi metri dal britannico?Julian Goater.?Invidia
Da ultimo trovo importante parlare di un sentimento troppo frettolosamente trattato in negativo:?l'invidia.?Un sentimento che ¨¨ una sorta di?Giano Bifronte.?Che rimane assolutamente negativo se provoca reazioni di depressione personale ed i soliti commenti negativi o peggio ancora maligni verso chi ¨¨ stato pi¨´ bravo di noi.?Un sentimento che per¨° diventa molto positivo se ci spinge ad impegnarci in tutte le direzioni per avvicinare o superare chi al momento si ¨¨ dimostrato migliore di noi. Questo sia nello sport. Ma anche nella vita di tutti i giorni. In fondo?la ricetta/addizione per migliorare ¨¨ abbastanza semplice.?Analisi?della sconfitta + invidia sana.?
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