RUNNING
Renato Canova si racconta tra la svolta in Kenya, il metodo, i campioni allenati e...
Nell¡¯immaginario collettivo l¡¯allenatore viene per lo pi¨´ relegato all¡¯attivit¨¤ che svolge sul campo. Lo si immagina a bordo pista, intento a rilevare i tempi durante le prove dei propri atleti. Del resto, ¨¨ innegabile che buona parte della sua attivit¨¤ si espleti in questo modo. Eppure, ci sono allenatori e allenatori, intendendo che non per tutti la pratica dell¡¯allenare si esaurisce con l¡¯attivit¨¤ in pista. Di certo, per il tecnico che vi vogliamo presentare sarebbe una valutazione del tutto parziale. Renato Canova ¨¨ uno dei pi¨´ importanti allenatori in circolazione a livello mondiale per la maratona e il mezzofondo.
Renato Canova: la carriera
¡ª ?La sua carriera comincia nel lontano 1965 nella sua Torino, prima col CUS e poi nella societ¨¤ della FIAT. Al mezzofondo non ci arriva subito, la sua formazione passa anche attraverso le prove multiple e altre discipline molto tecniche, come i lanci, gli ostacoli e la velocit¨¤. Ma ¨¨ la corsa di resistenza ad affascinarlo ed ¨¨ un percorso piuttosto naturale quello che lo porta ad essere, gi¨¤ dagli anni ¡¯80, uno dei punti di riferimento sul panorama nazionale. La svolta, se vogliamo, avviene nel 1998 quando si reca per la prima volta in Kenya. Nella patria mondiale del running, quello che era gi¨¤ un ottimo tecnico ha la possibilit¨¤ di fare quelle esperienze tali da farlo diventare un maestro.
La prima, in questo senso, ¨¨ quella con Christopher Kosgei, che ricostruir¨¤ da zero fino a portarlo al titolo iridato sui 3000 siepi (vinti in 8¡¯11¡±76) a Siviglia. Il primo di una serie lunghissima, a cui pare riduttivo far seguire la mera serie di campioni che sono seguiti. Ma tant¡¯¨¨, questo ¨¨ stato il frutto del lavoro meticoloso e certosino di Renato Canova ed ¨¨ giusto dargliene atto.
Renato Canova: gli atleti allenati
¡ª ?Tra gli atleti allenati dal tecnico torinese, infatti, ci sono stati i migliori atleti al mondo dell¡¯ultimo ventennio: da quel Stephen Cherono divenuto Saif Saaeed Shaheen, uno tra i migliori siepisti di sempre, a Dorcus Inzikuru, sempre per restare nell¡¯ambito dei 3000m con gli ostacoli; ma anche Paul Kosgei, Nicholas Kemboi, Moses Mosop, Wilson Kiprop, Imane Merga, Ronald Kwemoi e l¡¯immenso Kennenisa Bekele.
In ambito femminile, invece, si va da Sylvia Kibet a Florence Kiplagat, passando per la nostra, indimenticata, Maura Viceconte, ex primatista italiana di maratona con 2:23:47.
Ovviamente si tratta di una lista ridotta all¡¯osso, visto che, tra atleti gestiti direttamente e quelli allenati assieme ad altri allenatori, Canova conta d¡¯aver seguito un migliaio di atleti. Ad ogni modo, quello sopra elencato, non ¨¨ un semplice elenco di corridori, bens¨¬ ogni nome rappresenta una pagina importante della storia di questo sport. Oggi, Renato Canova allena anche quelli che sono i migliori corridori europei al mondo nelle corse su strada, ovvero il norvegese Sondre Nordstad Moen, ex primatista europeo sui 42,195km con 2:05:48, corso a Fukuoka nel 2017, e lo svizzero Julien Wanders corridore da 59:13 sulla mezza e 27:13 sui 10km su strada (entrambe le prestazioni segnano il record europeo sulla distanza).
Renato Canova: l'intervista
¡ª ?A colpire, del tecnico torinese, nonostante la carriera cos¨¬ ricca di successi e di lungo corso, ¨¨ l¡¯approccio: "Bisogna essere disponibili continuamente ad apprendere. Non c¡¯¨¨ limite di tempo per smettere di studiare. L¡¯apprendimento deve essere continuo se si vuole allenare. Del resto, un bravo allenatore deve essere anche un buon insegnante e per essere tali si deve essere prima ancora dei buoni studenti".
La passione che anima Canova ¨¨ qualcosa di unico. Quando si parla con lui di allenamento le ore scorrono come fossero minuti e tra i molti temi toccati, l¡¯allenatore torinese insiste su due punti: "Quello che a mio modo di vedere manca oggi ¨¨ la mancanza di visione storica. C¡¯¨¨ la necessit¨¤ di avere uno sguardo di questo tipo per saper cogliere quanto di buono ¨¨ stato fatto in passato e poter progredire e non commettere gli stessi errori, ma ancor di pi¨´ per dare la giusta misura e il giusto valore a risultati e atleti. Oggi, mi sembra che ci si limiti a prendere un arco temporale piuttosto ridotto, dell¡¯ordine di 5 o 6 anni. Se uno poi va a ricordare anche soltanto ci¨° che accadeva 15 o 20 anni fa viene considerato un alieno. Inoltre, le esperienze registrate durante la mia attivit¨¤ di allenatore mi hanno permesso di concepire l¡¯allenamento e la sua metodologia come una materia ¡°fluida¡±. Certo, la scienza, attraverso i risultati della fisiologia, della biochimica, della biomeccanica e cos¨¬ via, ci danno indicazioni fondamentali, necessarie per sviluppare e strutturare una programmazione di allenamento razionale ma questo non toglie che l¡¯atteggiamento che debba prevalere sia di tipo ¡°aperto¡±. L¡¯allenatore non si pu¨° permette di perdersi nei dettagli o di irrigidirsi su schemi vincolanti. Questo perch¨¦, soprattutto nell¡¯alto livello, l¡¯atletica ¨¨ una continua gestione delle emergenze. Occorre avere una visione generale, di massima, e una grande capacit¨¤ di adattare il lavoro da svolgere in funzione dell¡¯atleta e delle condizioni ambientali; per fare ci¨° risulta determinante uno spiccato spirito di osservazione, oltrech¨¦ uno studio meticoloso della storia e della geografia del posto. Tutto questo l¡¯ho imparato molto bene in Kenya, dove mi sono trovato a gestire situazioni inaspettate e complicate. Infine, concludo ribadendo sulla necessit¨¤ di una visione per cos¨¬ dire ¡°fantasiosa¡± nell¡¯applicare le teorie scientifiche alla pratica dell¡¯allenamento".
Tutto questo sapere Renato Canova non lo tiene solo per s¨¦. Gli appassionati di atletica, infatti, hanno imparato a conoscerlo ancora di pi¨´ nei convegni in giro per il mondo, organizzati da universit¨¤ e organizzatori di manifestazioni podistiche internazionali oppure grazie ai numerosissimi video che circolano in rete, dove lo si coglie intento a spiegare la propria metodologia. ? proprio in questo senso che, ricollegandoci a quanto dicevamo all¡¯inizio, la sua attivit¨¤ di allenatore non si risolve esclusivamente con l¡¯impegno a bordo pista, ma ancor pi¨´ come vero e proprio globetrotter del running. All¡¯esperienza in Kenya, infatti, ne sono seguite diverse, sebbene tutte di carattere internazionale, come gli incarichi svolti per le federazioni del Qatar e quella cinese. Per certi versi, Canova assomiglia pi¨´ allo scienziato o al professore universitario; eppure, quando delucida concetti o presenta le sue innovazioni, per quello che riguarda la metodologia dell'allenamento, a supportare il suo discorso non ci sono solo studi, bens¨¬ decenni di attivit¨¤ internazionale e, non ce ne vogliano i vari studiosi, questi risultati?sportivi corroborano in misura maggiore rispetto ai risultati di qualunque test.
Renato Canova: le innovazioni
¡ª ?Sintetizzando al massimo, potremmo identificare le innovazioni apportate da Canova nel principio che per migliorare ¨¨ necessario incrementare la percentuale del volume dell¡¯intensit¨¤ specifica. Cosa significa? Proviamo a spiegarlo con le stesse parole utilizzate dal tecnico piemontese: "Si deve preparare la possibilit¨¤ dell¡¯incremento. Il punto non ¨¨ cosa ¨¨ specifico ma come incrementare il volume specifico. Se, ipotizziamo, io ho un¡¯atleta che corre i 400m in 46¡± e so che un allenamento che gli permette di correre quella distanza in quel tempo ¨¨ 3*300 in 34.5 con un recupero di 12¡¯; io so che se voglio far correre allo stesso atleta i 400m in 45¡± allora, in quello stesso allenamento, dovr¨¤ correre le prove da 300 in 33.5. Il punto, quindi, non ¨¨ tanto cosa fare ma come arrivare a poter supportare un allenamento del genere, ovvero cosa fare nel periodo fondamentale e come preparare la possibilit¨¤ di incrementare il volume specifico. Quindi, l'allenamento per l'allenamento e non l'allenamento per la gara".
La chiacchierata con il tecnico torinese trasborda il limite del convenzionale, regalando a chi scrive un pomeriggio e una serata di grande atletica, assieme a diverse pagine di appunti fitte fitte. Considerazioni riguardo al doping, scarpe di ultima generazione, evoluzione delle gare e valutazioni legate alla pandemia ma anche aneddoti e storie di grandi campioni come il blocco speciale corso da Saif Saaeed Shaheen, che si trov¨° a correre nella stessa giornata 4*1600 con rec 4:30 con questi tempi: 3:56, 3:59, 3:58, 3:58 e al pomeriggio 2 serie da 5*300 con recuperi di 30¡± tra le prove e 2:30 tra le serie, facendo registrare i seguenti tempi: una media di 38.3 nella prima serie e 39.0, 37.3, 37.2, 37.3, 37.0.
Per concludere, ¨¨ bene far comprendere l¡¯importanza che Canova attribuisce alla disposizione mentale da parte dell¡¯atleta per ottenere risultati di alto o altissimo livello: "Si deve essere disposti a sottoporsi a grandissimi sacrifici e a dedicarsi totalmente all¡¯allenamento per raggiungere i risultati di vertice. Durante gli anni Ottanta ebbi l¡¯occasione d¡¯incontrare Udo Beyer, pesista da 22,64m, prima di una gara a Torino. La mattina andai ad aprire la palestra dell¡¯impianto per permettergli di svolgere la seduta pre-gara: un richiamo di forza in cui andava a svolgere delle serie di squat quasi completo cos¨¬ articolate: 3*380kg, 3*390kg e 1*400kg. Arrivai prima dell¡¯orario a cui ci eravamo dati appuntamento ma lo trovai gi¨¤ in pista che correva. Quando termin¨° gli chiesi cosa avesse fatto e mi rispose che aveva corso per 40 minuti. Quando gli chiesi perch¨¦ mi colp¨¬ la sua risposta: ¡°Per arrivare ad essere il migliore al mondo devi essere disposto a fare tante cose che non ti piacciono e su tutto correre ¨¨ la cosa che mi piace meno".
Renato Canova, un allenatore a 360¡ã, uno studioso eccellente della materia ma, anche, colui che ha saputo occidentalizzare gli atleti africani e, all¡¯opposto, colui che ha saputo mettere parte di quell¡¯approccio ¡°africano¡± nella testa dei corridori europei.?
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