Ecco la terza tappa del viaggio con Tito Tiberti, team manager degli azzurri di corsa in montagna. Il percorso si ¨¨ svolto sulle scogliere di Gagliano del Capo e della localit¨¤ Ponte Ciolo
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Con Tito ci salutiamo col gomito, mascherina ¡°tres chic¡± sul viso a suggellare con l¡¯inedito accessorio moda estate 2020 il patto tra nuova normalit¨¤ e voglia di tornare a una socievolezza non virtuale. Scambiamo due battute sulla buona condizione atletica, quasi insperata: i mesi senza gare hanno permesso di curare l¡¯allenamento con tempi e modi adeguati, senza la frenesia del pettorale da spillare sulla divisa ogni maledetta domenica.
La voglia di competizione per¨° c¡¯¨¨: il confronto con se stessi ¨¨ appagante, ma nulla ¨¨ come l'adrenalina dello scontro.
Il passaggio dalle sfide virtuali a quelle reali non passa solo dal calcio a porte chiuse, ma anche da tanto prudenti quanto concrete avventure per riportare la corsa a piedi nei piani agonistici dei runner. La corsa sui sentieri si presta ad eventi-test: se riparte la corsa in montagna - pur con vincoli ancora stringenti ?- con le stesse accortezze pu¨° ripartire anche il running stradale (come peraltro specificato nei disciplinari pubblicati dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera). Nessuno ha la necessit¨¤ di rimettere le superleggere ai piedi, ma ¨¨ davvero bello che si possa scegliere di farlo.
Abbiamo rivissuto la prima gara post-quarantena, all¡¯insegna di mascherine e distanziamento: una corsa in montagna a cronometro individuale, un up&down breve e ostico articolato sulle scogliere di Gagliano del Capo e della localit¨¤ Ponte Ciolo (Lecce), nota per i tuffi dalle grandi altezze e le falesie da arrampicata. Atmosfera surreale per certi aspetti, comunque serena per altri: partenza e arrivo in localit¨¤ distinte, mascherina consegnata insieme al pettorale e indossata fino a pochi istanti prima del via, atleti incanalati a distanza e partenze ogni 30¡± per evitare raggruppamenti. Una nuova mascherina da indossare dopo il traguardo e consegnata insieme al ristoro (in busta chiusa) da volontari in guanti e... doppia mascherina! Premiazioni per pochi ben bardati, come bardati erano tutti gli operatori sanitari e del soccorso alpino.
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Nascondere il sorriso o una smorfia di fatica dietro un lembo di tessuto ¨¨ cosa bizzarra, ma accettabile di buon grado soprattutto perch¨¦ non impedisce di incoraggiare amici ed avversari. ? stato difficile imporre l¡¯assenza di pubblico, soprattutto in zona arrivo e durante le premiazioni: forse troppi si sono trattenuti nella piazzetta di Gagliano e nonostante il rispetto delle prescrizioni della stragrande maggioranza dei presenti era inevitabile qualche distrazione, a ricordarci che per la minimizzazione del rischio (eventi sportivi e non) i comportamenti individuali sono determinanti pi¨´ di regole e raccomandazioni.
La cronaca vuole che Tito abbia anche corso e si sia preso un incoraggiante secondo posto, ben distanziato dal favorito di giornata: il suo allievo Francesco Puppi - plurimedagliato mondiale assoluto di corsa in montagna - ¨¨ stato un po¡¯ il marziano atterrato al IX Trofeo Ciolo per riportare coi piedi per terra tutti noi runner comuni: allenamento, agonismo, prudenza e correttezza.
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