Marted¨¬ scorso, nel 10.000 d'Italia, ci sono stati almeno quattro episodi che hanno testimoniato gli errori della tecnologia. Nonostante questo, il Gps ¨¨ sempre pi¨´ usato nel mondo del running
La disputa del recentissimo 10.000 d'Italia di marted¨¬ 2 giugno, gara virtuale sui 10 km con autocertificazione grazie al risultato registrato dal proprio?Gps,?ha sottolineato la totale dipendenza che hanno moltissimi runners nell'uso di questo importante mezzo tecnologico.
Utilissimo in quanto fornisce tutta una serie di dati rispetto all'allenamento effettuato. Dal consumo calorico, alla frequenza pulsatoria, alla pendenza del tracciato, ma soprattutto al numero di chilometri percorsi. E di conseguenza sulla velocit¨¤ al km mantenuta durante l'allenamento. Se sulle prime tre voci non ci possono essere dubbi, i maggiori problemi riguardano invece l'ultimo aspetto. I chilometri effettivamente percorsi e la media oraria al km. Marted¨¬ scorso, nel 10.000 d'Italia, ci sono stati almeno quattro episodi (di due siamo testimoni diretti) che possono lasciare perplessi.?
DISTANZA PI? LUNGA -?La gara femminile ¨¨ stata vinta dalla bravissima Francesca Tommasi con l'ottimo crono di 33.05. Ebbene, il suo Gps la accreditava di una distanza di 10 km e 200 metri. Con una media di 3.14 al km invece dei 3.18.4 reali. Dubbi? Impossibile averne visto che la ragazza ha corso in pista. Dove per fare 10 km bisogna completare 25 giri. Stessa problematica vissuta dall'esperto Salvatore Gambino impegnato invece nel circuito stradale di 1216 metri vicino al campo 25 aprile. Percorso storico misurato con tanto di rotella metrica dove si allena Eleonora Giorgi e tanti altri mezzofondisti di buon valore. Nonostante i vari chilometri fossero segnati molto visibilmente sull'asfalto, l'atleta del Don Kenya Run ha proseguito la sua fatica per altri 24 secondi rispetto al segnale dei 10 km, facendo cos¨¬ circa 120 metri in pi¨´. Per fortuna il rilevamento del tempo preso anche al segnale del decimo chilometro gli ha poi permesso di venire accreditato del suo crono reale di 30.59.
DISTANZA PI? CORTA -?Ad altri atleti ¨¨ invece successo il contrario. Come il gruppo che ha corso la distanza a Legnano sullo stesso circuito di 1000 metri che ha visto impegnata anche Giovanna Epis, che con 33.35 ha ottenuto il secondo crono della classifica femminile. Per diversi atleti di questo gruppo, Epis compresa, il decimo chilometro sul Gps ¨¨ scattato poco prima dei 32 minuti. La cosa naturalmente non ha fatto incorrere in errore la maratoneta veneziana che, allenandosi spesso sullo stesso circuito, sapeva di dover completare i rituali 10 giri per arrivare alla distanza esatta dei 10 chilometri. Stessa cosa ¨¨ successa ad un altro atleta impegnato per¨° in pista. Dove l'uso del Gps diventerebbe secondario visto che i giri da percorrere sono sempre venticinque. Il suo apparecchio gli ha segnalato il decimo chilometro pi¨´ o meno dopo 9750 metri. Li s¨¬ ¨¨ fermato. Forse per distrazione. A rimettere le cose a posto ci ha poi pensato l'organizzazione appesantendo il suo crono di 44 secondi. Quattro esempi, tutti recentissimi e riferiti ad atleti di medio ed alto livello che mettono in risalto gli eventuali margini di errore che possono esserci nell'uso di apparecchiature molto sofisticate diventate oramai da anni indispensabili compagne di allenamento per la stragrande maggioranza dei runners.?
LA PAROLA DELL'ESPERTO -?A spiegarci la ragione di queste problematiche ¨¨ il dott. Stefano Vigan¨°, direttore di Garmin azienda leader in fatto di dispositivi elettronici legati alla corsa. "I moderni Gps sono apparecchi molto sensibili che vanno ritarati ogni volta in fase di ricarica per essere sempre in grado di ricevere al meglio i segnali satellitari. Poi ci sono situazioni di giornata. Vedi il cielo molto nuvoloso per esempio. Quando poi ci si allena in pista certe differenze possono essere causate dal fatto di correre vicino al cordolo della prima corsia oppure restando spostati pi¨´ a destra magari anche effettuando dei sorpassi durante la gara o l'allenamento".
GPS DIPENDENZA -?Spiegazioni tecniche a parte, per molti runners comunque i responsi del proprio GPS rimangono il Vangelo assoluto. Vista personalmente, qualche mese fa, al campo 25 Aprile di Milano una ragazza sui 30 anni fare ripetute in pista fermandosi ogni volta pi¨´ o meno dopo circa 470 metri. Alla mia domanda : "Ma stai lavorando a minuti oppure su una distanza precisa?", ha risposto: "No. Sto facendo dei 500 metri". "Ma guarda che i 500 metri sono alla fine della curva se parti dal traguardo...". "Ma sei sicuro? Il mio GPS me li indicava qui".
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