Il varesino, vincitore di due edizioni del Giro d¡¯Italia, nel 2015 ¨¨ sceso di sella ed ¨¨ diventato un runner. ¡°Quando sei stato uno sportivo, lo resti per sempre¡±
Era Albert Einstein a sostenerlo: ¡°La vita ¨¨ come andare in bicicletta, se vuoi stare in equilibrio devi muoverti¡±. Lo sa bene Ivan Basso, due edizioni del Giro d¡¯Italia vinte (2006 e 2010) e altrettanti podi al Tour de France. Classe, professionalit¨¤, passione. Tra i migliori interpreti delle gare a tappe negli anni 2000, un esame di controllo alla Grande Boucle del 2015 gli cambia la vita: diagnosi di neoplasia testicolare. A pochi mesi dal trentottesimo compleanno, la carriera da professionista termina in quel momento. Lotta, sconfigge la malattia, ma di star fermo non se ne parla. Cos¨¬ l¡¯attuale team manager della Eolo-Kometa Cycling Team scopre la corsa, subito con buoni risultati. Alla continua ricerca di nuove sfide, ama allenarsi in spiaggia nelle prime ore del mattino, fare ripetute in salita e affrontare duri trail in montagna. ¡°Se sei stato uno sportivo, lo resti per sempre¡±, ha affermato in un¡¯intervista a Gazzetta Active.
Ivan, quando nasce la tua passione per la corsa?
¡°Ricordo due momenti. Il primo dopo la scoperta del tumore e il ritiro. Per tanti mesi non sono potuto salire in bici, cos¨¬ ho comprato un paio di scarpe e ho iniziato. La seconda con la nascita del team Eolo-Kometa. Il proprietario Luca Spada ¨¨ un top runner, ¨¨ come se ci fossimo scambiati le rispettive passioni¡±.
Quante volte alla settimana ti alleni?
¡°Almeno cinque, divise tra ciclismo e corsa a piedi. Per la bici ho sempre avuto le idee chiare, come podista ero pi¨´ in difficolt¨¤, soprattutto all¡¯inizio. Il passaggio ¨¨ traumatico, le articolazioni non sono preparate, il quadricipite troppo potente per i tendini del ginocchio. Oggi ho trovato una mia dimensione, alterno uscite brevi - 8-10 km al ritmo di 3¡¯50¡± ogni 1.000 metri - a lavori specifici in salita e distanze pi¨´ lunghe, ad andatura lenta. Cerco di conciliare sport e lavoro, perch¨¦ ne ho davvero bisogno: ho iniziato a correre in bicicletta all¡¯et¨¤ di sette anni. Se per 24 ore sto fermo, non sto bene. Come se mi mancasse qualcosa¡±.
Hai un coach?
¡°No, seguo un programma con cui provo a migliorare. Per tanti anni mi sono allenato al centro ricerche Mapei Sport e mi sono appassionato a dati e numeri. Infondono sicurezza e danno un senso ai miei progressi. Ma devo fare attenzione, perch¨¦ la corsa ¨¨ pi¨´ traumatica della bicicletta e serve tecnica. Il ciclista tende ad andare avanti di forza, ¨¨ poco fluido nel gesto. Cos¨¬ mi faccio consigliare da chi ne sa pi¨´ di me, a partire dalla posizione della testa¡±.
Quale distanza preferisci?
¡°I 10 km, ma non mi dedico solo a quelli. Ad esempio, la societ¨¤ Eolo organizza un trail a Varese, provincia dove sono nato e cresciuto. Il mio obiettivo ¨¨ un buon rendimento nella prova di 25 km. 12 sono in salita e mi sento sicuro, perch¨¦ ricordano una cronoscalata. Sui 12 in discesa, invece¡¡±
Che succede?
¡°Sono in difficolt¨¤, soprattutto se il fondo ¨¨ sterrato. Un dramma. Mi sorpassano tutti, dai giovanissimi ai podisti pi¨´ anziani. Devo imparare la tecnica, vado piano perch¨¦ ho paura di cadere¡¡±
Qual ¨¨ il tuo personal best sui 10 km?
¡°Chiudo sotto i 36 minuti, vuol dire 3¡¯30¡± - 3¡¯35¡± ogni 1.000 metri. Un bel ritmo, che riesco a tenere quando sono al top, soprattutto dopo il ritiro in altura con la squadra¡±.
E i lunghi chilometraggi?
¡°Ho concluso la Maratona di Venezia in 3h19¡¯42¡±. Ma le mie ginocchia non reggono 42,195 km: ho avuto la tendinite per tre mesi. E poi con la mia routine non ho tutto questo tempo da dedicare alle lunghe distanze¡±.
Quanto si somigliano le due specialit¨¤?
¡°Si ¡®parlano¡¯, hanno punti in comune, a partire dalle regole base, valide per entrambe: alimentazione, stile di vita, i giusti accessori. Certo, a piedi non hai momenti di respiro. Mentre nel ciclismo, a volte, puoi sfruttare la discesa o la scia del gruppo per rifiatare. Ma lo sforzo ¨¨ pi¨´ prolungato nel tempo, sono tante ore per diversi giorni¡±.
Per Ivan Basso ¨¨ pi¨´ duro lo Zoncolan o una maratona?
¡°L¡¯esperienza non mi permette di fare un paragone: oggi sono un amatore che si diverte e cerca di migliorare. In bici, invece, ero un professionista, un corridore da corse a tappe che lottava per la vittoria. Di sicuro ho fatto pi¨´ fatica. Il mal di gambe di un Giro d¡¯Italia ¨¨ talmente forte che quasi risulta normale. ? l¨¬ che la capacit¨¤ di gestirsi esce fuori e la sofferenza diventa parte della quotidianit¨¤¡±.
Hai mai seguito l¡¯atletica?
¡°Quando vivi come un professionista non hai molto tempo. Sei talmente coinvolto nel tuo mondo che non esiste altro. Ho per¨° visto alcune edizioni di Olimpiadi e Mondiali, e conosciuto personalmente Stefano Baldini, oro ai Giochi di Atene 2004 nella maratona. Che grande vittoria, quella¡±.
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