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Correre fino a 100 anni? Ci sono dei segreti per riuscirci...
Oggi sono sempre pi¨´ le persone che si cimentano nella corsa, spesso in et¨¤ avanzata. E fanno sempre pi¨´ notizia atleti di 40/50 anni che competono con i giovani, migliorando continuamente i record di categoria. Ma anche atleti ancora pi¨´ anziani con performance da 40 anni di meno. Su tutti l'inglese Ed Whitlock,?che a 73 anni fece la maratona di Toronto in 2 ore e 54 minuti e a 85 anni corse la maratona in 3 ore e 56 minuti.
et¨¤ e prestazioni
¡ª ?I fisiologi che studiarono Whitlock a 82 anni registrarono una VO2Max di 54, rispetto ai 20 caratteristici dei suoi coetanei. E notarono che negli anni la massa muscolare non si era ridottta di molto come vorrebbe la fisiologia. La ricerca scientifica ha valutato che la perdita sostanziale in prestazione nella maratona avviene dopo i 70 anni. Per decennio si verifica un calo dello 0,5% in efficienza cardiovascolare in atleti competitivi e dell'1-1,5% in quelli amatoriali. Verso la mezza et¨¤ si nota un calo delle dimensioni e delle prestazioni contrattili delle cellule muscolari, nonostante un alto potenziale aerobico. Ma si ¨¨ visto che continuare ad allenarsi in tarda et¨¤, nonostante il calo prestazionale, attenua il declino della funzioni fisiologiche e i benefici per la salute in generale. Aumenta la densit¨¤ minerale ossea, riducendo i rischi fratturativi. Stimola le abilit¨¤ motorie prevenendo deficit di equilibrio e coordinazione.
biomeccanica di corsa
¡ª ?Con l'et¨¤ aumentano i tassi d'infortunio. Un gruppo di ricercatori americani ha studiato come varia la biomeccanica della corsa nel tempo. Le persone pi¨´ anziane tendono a correre con una cadenza aumentata, ma limitando la lunghezza della falcata. ??probabile che questo sia dovuto a un atteggiamento di difesa del nostro corpo, che perde elasticit¨¤ e apertura. Oltre che la capacit¨¤ di ridurre l'impatto al suolo. L'aumento della cadenza ¨¨ infatti la strategia di riduzione dei rischi d'infortunio che viene pi¨´ spesso utilizzata nella corsa. Si ¨¨ inoltre visto un calo di forza reattiva nella caviglia. Ma non nell'anca e nel ginocchio. Con l'et¨¤ si tende a usare maggiormente le strutture prossimali, come anca, glutei, quadricipiti e ginocchia, mentre si accorciano i flessori plantari con minore capacit¨¤ di accumulo di energia elastica propulsiva. Quindi una ridotta spinta del piede e la capacit¨¤ di ammortizzare sono caratteristiche che aumentano i rischi d'infortunio.
ottimizzare le prestazioni
¡ª ?Abbiamo visto come, con gli anni, la forza muscolare e la VO2Max calano inesorabilmente. Ma anche la reattivit¨¤ di caviglia e la flessibilit¨¤, dovuta alla riduzione del fibrinogeno cellulare che caratterizza l'elasticit¨¤ tissutale. Che limita l'ammortizzazione di attacco al suolo. Sar¨¤ opportuno negli anni lavorare maggiormente sul rinforzo muscolare graduale, riducendo i carichi ma aumentandone la rapidit¨¤ di esecuzione. Sull'elasticit¨¤ generale attraverso lo stretching (Foto 1) passivo e dinamico. Migliorare la biomeccanica reattiva sulle caviglie con esercizi specifici.?Consigliamo, in Fisiorunning, di utilizzare il salto della corda frequentemente (Foto 2). Diversi studi scientifici ne hanno appurato l'efficacia preventiva sugli infortuni e anche sul miglioramento delle prestazioni.?
Il riscaldamento pre-corsa, il recupero e il riposo dopo allenamenti o gare intense, coadiuvati da massaggi di scarico (Foto 3), non devono mai mancare. Ricordiamoci che, con l'et¨¤, i tempi di recupero tissutale si dilatano. Negli anni diventa importante correlare alle sedute di corsa anche tutte queste buone abitudini.
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