Si tratta di lavori stimolanti e produttivi, che portano benefici a tutti i runner e alzano il livello delle sessioni previste: vediamo in che modo
Fin da quando ho iniziato la mia carriera di allenatore, nel 1971, ho sempre creduto nei notevoli benefici che possono derivare - soprattutto per le gare di fondo e mezzofondo - dagli allenamenti fatti in gruppo. Per tre motivi: creano una maggiore sinergia psicologica negli atleti che ne fanno parte, migliorano lo spirito di appartenenza al club per cui si gareggia, sono di stimolo per tutti ad allenarsi al meglio delle proprie possibilit¨¤. Per i meno bravi, un¡¯occasione da non perdere per fare un salto di qualit¨¤ grazie a un confronto sistematico con compagni di allenamento pi¨´ forti. Per i pi¨´ bravi, invece, anche uno stimolo a impegnarsi sempre a fondo per difendere la propria leadership nel gruppo. Questo sul piano teorico. Il compito pi¨´ difficile che ha ogni allenatore ¨¨ quello di allestire dei gruppi omogenei come capacit¨¤ di lavoro. Come si pu¨° allora operare quando il livello tecnico degli atleti a disposizione ¨¨ abbastanza diverso?
allenarsi in gruppo
¡ª ?Come si pu¨° allora operare quando il livello tecnico degli atleti a disposizione ¨¨ abbastanza diverso? Le ipotesi di allenamento sono diverse. Per esempio, in determinati allenamenti di potenza aerobica, si pu¨° dividere il gruppo generale in due sottogruppi di lavoro in base alle qualit¨¤ tecniche dei singoli. Questo per stimolare entrambi i gruppi a dare il meglio. Ecco un esempio concreto. Se l¡¯allenamento previsto ¨¨ un fondo medio di 12 km, al primo gruppo (quello degli atleti meno forti) si pu¨° indicare come ritmo di corsa 3¡¯20¡å al km, mentre al secondo gruppo (quello degli atleti pi¨´ forti) si potr¨¤ chiedere di farlo a 3¡¯10¡å al km. A questo punto si fa partire due minuti prima il gruppo dei meno bravi. Con la concreta ipotesi che questi ultimi siano in grado di recuperare 10 secondi al km al primo gruppo. Il che, moltiplicato per i 12 km previsti, dovrebbe portare a un arrivo contemporaneo dei due gruppi a fine allenamento. In 40 minuti per il gruppo meno forte e in 38 minuti per quello dei pi¨´ bravi. All'atto pratico questo non avviene quasi mai. Per un semplice motivo: il primo gruppo finisce sempre per non partire a 3¡¯20¡± al km ma a 3¡¯15¡± (o anche qualcosa in meno). Il secondo gruppo, che conta di recuperare almeno 10¡å al km, in realt¨¤ finisce per guadagnarne s¨¬ e no la met¨¤. Almeno fino a met¨¤ allenamento. A quel punto, spesso sembra di assistere a una gara a cronometro tra due team ciclistici, con il primo gruppo impegnato a non farsi raggiungere e con il secondo deciso a chiudere il gap iniziale. Cos¨¬, alla fine, i tempi finiscono per essere sempre migliori di quelli previsti.
stimoli
¡ª ?Come ricordo personale posso testimoniare che, quasi sempre, gli allenamenti di gruppo creano delle situazioni stimolanti. I requisiti base per potersi allenare in gruppo sono le velocit¨¤ al km dei singoli atleti nelle sedute a ritmo uniforme: nel fondo lento, nel fondo medio e nel fondo veloce. Se questi valori sono simili, allora formare un gruppo di lavoro omogeneo non ¨¨ un¡¯impresa. Pi¨´ complicato ¨¨ invece gestire allenamenti di atleti i cui valori tecnici sono abbastanza diversi. Avendo per¨° una buona esperienza in materia si riesce a gestire bene anche gruppi di lavoro che abbiano velocit¨¤ di 30-40¡å al km di scarto. Facendo un esempio concreto, avendo due atleti che corrono il fondo medio a 3¡¯30¡± al km l'uno e a 4¡¯00¡± al km l'altro, basta programmare nello stesso giorno una seduta di fondo lento per il primo e una seduta di potenza aerobica per il secondo. In questo modo l¡¯atleta pi¨´ forte diventa un ottimo pacemaker per l¡¯altro atleta del gruppo. Un semplice esempio di lavoro di gruppo fra atleti di diverso potenziale pu¨° essere questo: mentre l¡¯atleta pi¨´ forte esegue una seduta di fondo medio di 12 km a 3¡¯30¡± al km, quello meno bravo pu¨° programmare una seduta di ripetute di 6 ¡Á1000 metri alla stessa velocit¨¤, con una pausa di recupero di 3¡¯30¡±. Pi¨´ semplice e pi¨´ impegnativo ¨¨ invece fare parte di un sottogruppo nel quale i valori individuali sono pi¨´ ravvicinati. Con uno scarto di non oltre 10¡å al km. In questo caso, i margini di crescita e gli stimoli allenanti sono molto pi¨´ intensi, cos¨¬ come la tensione psicologica con cui si deve affrontare ogni singola seduta di allenamento.
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