IL FOCUS
Come rifornirsi durante un "lungo" in autonomia col caldo?
La stagione, o meglio le stagioni, delle grandi maratone sono sempre quelle pi¨´ miti, almeno dal punto di vista climatico. Non ¨¨ un caso. La rincorsa alle prestazioni di alto livello, soprattutto negli sport di endurance, impone che ci siano temperature che consentano alla macchina umana di performare al meglio. Le maratone del circuito majors e le pi¨´ blasonate, infatti, si disputano tutte in primavera o in autunno. Gi¨¤ da diversi anni, per¨°, il calendario internazionale ha visto un ampliamento, inserendo gare di assoluto livello nel periodo invernale (almeno per quello che riguarda l'emisfero boreale) ad altre latitudini. Si vedano ad esempio la maratona di Dubai o la mezza maratona di Ras Al Khaimah. Di sicuro, per¨°,?ad eccezione di quelle istituzionali, come i campionati continentali, mondiali o i Giochi Olimpici,?le grandi maratone non si disputano nel periodo estivo. Tuttavia, pu¨° capitare che per esigenze di training si debbano svolgere allenamenti di lunga durata anche nel periodo pi¨´ caldo dell'anno. Come fare allora?
SCORTA TECNICA
¡ª ?Sono molte le possibilit¨¤ a cui pu¨° andare incontro il nostro runner. Dando per scontato che l'integrazione alimentare e i rifornimenti di acqua e sali minerali sono imprescindibili, consideriamo come impraticabile l'opzione di non ricorrere ad alcuna integrazione (per chi avesse anche solo provato a considerare questa opzione). Di sicuro, quindi, la migliore delle possibilit¨¤ sarebbe quella di farsi seguire da qualcuno in bicicletta o con qualunque altro mezzo di trasporto (meglio se ecologico ovviamente). In questo caso il rifornimento potrebbe essere di tipo "on demand" e quindi si riuscirebbe ad avere il massimo da questo punto di vista. Inoltre, avere qualcuno che ci segue durante i nostri allenamenti pi¨´ lunghi aumenta la nostra sicurezza, dal momento che per qualunque evenienza potremmo contare su una persona pronta ad aiutarci. Oltre, a questo il vantaggio logistico di poter lasciare qualche indumento di cambio o accessorio e, infine, l'innegabile aspetto psicologico del supporto. Avere qualcuno accanto durante i momenti di peggior fatica ¨¨ senz'altro un fattore motivazionale importante.
PERCORSI AD ANELLO
¡ª ?Per chi, invece, non ha la possibilit¨¤ di essere seguito da alcuno la scelta di correre su dei percorsi ad anello che facciano sempre ritorno a un punto di partenza ¨¨ un ottimo modo per avere una "base" di appoggio dove rifornirsi. In questo caso, si pu¨° scegliere l'auto (se si ¨¨ andati a correre lontano da casa), il centro sportivo, l'inizio di qualche percorso misurato in qualche parco oppure, sempllicemente, la propria abitazione. In questo caso, durante questi "passaggi" al punto di partenza si potrebbe anche pensare di fermarsi qualche secondo per adempiere a tutte le necessit¨¤ che impone un allenamento? molto lungo: sosta in bagno, asciugarsi, cambiare maglietta, dare un break mentale. Il nostro allenamento non ne risentir¨¤ assolutamente, anzi ne giover¨¤.
SCORTE IDRICHE
¡ª ?Infine, un'altra possibilit¨¤ del tutto nota a chi pratica trail running ¨¨ quella di portarsi con s¨¦ delle scorte idriche. In gerco tecnico vengono dette camel bags, ovvero delle borracce morbide che tendono a non occupare spazio una volta che si sono svuotate. Queste sacche d'acqua possono essere di diversi formati, da 0,25 l fino anche a 2 l (sicuramente quest'ultime pi¨´ adatte per dei trail molto lunghi). In ambiente urbano o comunque per chi pratica corsa tradizionale possono essere pi¨´ che sufficienti le borracce da 500 ml con la pratica maniglia in velcro da portare con s¨¦. E' chiaro che questa rappresenta la scelta meno comoda in? quanto il peso da portare, non facilita l'azione di corsa e, inoltre, comporta un dispendio energetico maggiore.?
In ogni caso, quando si superano i 90 minuti di corsa, a prescindere dalla strategia che si adotta, non si pu¨° non pensare a come rifornirsi sia a livello alimentare che, soprattutto, a livello idrico.
? RIPRODUZIONE RISERVATA