Il bob olimpico verso il verdetto, l'Italia non molla: Cortina rilancia. Si decide in un mese

Torna di attualità la sede designata: il 31 gennaio la presentazione al Cio di una proposta univoca. Presentati i nuovi dossier: il progetto bellunese ha tempi e costi ridotti. In corsa c'è anche l'ipotesi Cesana

Un giorno non risolutivo, come nelle attese. Ma un giorno, quello di ieri, comunque importante sulla strada che porterà alla scelta definitiva per la sede del budello per le gare di bob, slittino e skeleton dell’Olimpiade di Milano-Cortina 2026. Il balletto tra le parti va avanti da tanto, troppo tempo, ma ora i termini sono quasi scaduti. Un mese o poco più e il bandolo della matassa verrà (forzatamente) trovato. Il Consiglio d’amministrazione della Fondazione che conduce i Giochi (in altre parole del comitato organizzatore), dopo l’incontro dei soci di ieri si riunirà nuovamente martedì 30 gennaio. E l’indomani presenterà al Cio una proposta univoca. Ma sarà quasi un atto formale: perché la decisione, nei fatti, consultata anche la preposta commissione dello stesso comitato olimpico e le federazioni internazionali coinvolte (quella di bob e skeleton, dal 2010, è presieduta dal torinese Ivo Ferriani), verrà assunta prima. Quindi, presto. Molto presto. Tenendo anche presente che il conto alla rovescia, il 6 febbraio, segnerà il meno due anni alla cerimonia di apertura di San Siro.

le opzioni

Sul tavolo, a oggi, ci sono ancora tre possibilità. La prima: Cortina II, con un progetto riveduto e corretto rispetto all’originario, più sostenibile e comunque sulle tracce della leggendaria pista Eugenio Monti. La seconda: Cesana, negli spazi che ospitarono lo sledding center che fu teatro dei Giochi di Torino 2006. La terza: l’estero, con le offerte presentate dai comitati olimpici di Svizzera (per St. Moritz), Austria (per Igls), Germania (per una o più sedi) e Stati Uniti (per Lake Placid, con cerimonie di premiazione previste al Rockfeller Center di New York). Il Cio, che vuole un impianto “esistente e operativo”, spinge con forza per l’ultima soluzione, con un suggerimento che suona quasi una minaccia. E sarà opportuno ricordarlo.

a cortina

Ieri, alla Fondazione riunita presso la sede di City Life, a Milano, sono stati presentati i “nuovi” dossier delle opzioni italiane. Quello relativo a Cesana è arrivato in extremis, dopo le 19, e non è stato preso in considerazione. Sarà studiato nei prossimi giorni. Quello di Cortina, invece, preparato in collaborazione col Ministero dei Trasporti, è stato oggetto di valutazione. Le novità riguardano i tempi di realizzazione del budello, i relativi costi e l’impatto ambientale. I primi sono stati quantificati in 600 giorni, contro gli 800 del progetto precedente. I lavori comincerebbero in marzo e verrebbero conclusi quindi nel novembre 2025, giusto in tempo per i Giochi. La spesa complessiva, invece, tagliati i costi non necessari, non supererebbe gli 81 milioni già inizialmente stanziati. Anche il numero degli alberi da abbattere sarebbe inferiore rispetto alla prima ipotesi.

prospettive

Tutto ciò non è bastato a fermare una certa parte politica: ieri i capogruppo di Camera e Senato di Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra hanno inviato una lettera al presidente del Cio, Thomas Bach, e alla presidente della Commissione di coordinamento di Milano-Cortina, Kristin Kloster, per chiedere di trovare una sede fuori dall’Italia. Resta che l’interesse di (quasi) tutti è che il budello resti invece nei confini nazionali. Spetterà a Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione, oltre che membro Cio, convincere il comitato olimpico sull’opportunità della scelta.