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Auto elettriche cinesi in Turchia: nuove regole pi¨´ restrittive
Il governo turco ha introdotto nuove norme per limitare le importazioni di veicoli elettrici provenienti dalla Cina, seguendo l'esempio dell'Unione Europea che ha avviato un'inchiesta sui sussidi cinesi al settore. Per poter importare veicoli elettrici in Turchia, le imprese devono disporre di almeno 140 officine autorizzate sparse per il Paese e di un centro di assistenza telefonica per ogni marca, come stabilito da un decreto ministeriale pubblicato il mese scorso. Il decreto che richiede una maggiore produzione locale per le auto importate colpisce soprattutto i veicoli provenienti dalla Cina. Le auto provenienti dall'Ue o da Paesi che hanno accordi commerciali con la Turchia sono escluse dalla misura. Gli importatori devono adeguarsi entro la fine del mese, ma molti non ci riusciranno.
stretta sulle auto cinesi
¡ª ?La nuova normativa rappresenta un ostacolo per le imprese che vendono auto cinesi in Turchia, il sesto mercato automobilistico in area europea. Queste ultime stanno chiedendo modifiche o almeno una proroga per evitare che le restrizioni siano troppo dannose nel breve periodo. "Le nuove regole sono davvero rigide, nessun marchio cinese le rispetta al momento", ha affermato Erol Sahin, direttore generale della societ¨¤ di consulenza automobilistica Ebs. Una delle sfide principali per gli importatori di auto elettriche ¨¨ il requisito di creare, oltre alle suddette officine autorizzate, anche le proprie stazioni di ricarica, che renderebbe pi¨´ difficile collaborare con i fornitori di servizi locali. Le auto elettriche stanno guadagnando popolarit¨¤ in Turchia, grazie anche alla promozione dell'auto nazionale Togg e all¡¯ingresso recente di Tesla di Elon Musk.
la crescita dell'auto ev
¡ª ?Le immatricolazioni di veicoli elettrici sono salite di quasi dieci volte quest¡¯anno fino a novembre rispetto allo stesso periodo dell¡¯anno scorso, secondo i dati dell¡¯associazione di settore Odmd. Ora rappresentano il 7,1% di tutte le vendite di auto per passeggeri. Le nuove norme mirano quindi a regolamentare un settore in rapida trasformazione e a permettergli di progredire in un contesto monitorato, ha detto a Bloomberg un funzionario ad Ankara, chiedendo di non essere identificato. Non ci sono progetti per modificare le norme o posticipare la loro applicazione, ha aggiunto il funzionario. "Sarebbe un errore pensare che le nuove norme abbiano solo l¡¯intento di permettere a Togg di vendere qualche migliaio di auto in pi¨´ - ha affermato Sahin di Ebs -. Anche Togg dovrebbe confrontarsi con la concorrenza del mercato, per migliorarsi ulteriormente".
le reazioni degli importatori
¡ª ?Byd, il maggior produttore di auto in Cina, sta gi¨¤ correndo ai ripari per far fronte alle nuove regole turche e ha in programma di creare una rete nazionale di servizi autorizzati e sta stipulando accordi con i rivenditori per offrire assistenza ai clienti, secondo Ismail Ergun, direttore generale di Byd Turchia. "Se la norma viene applicata come previsto, le importazioni potrebbero rimanere bloccate al confine per mesi" ha affermato un portavoce di Byd. "Il principio della regolamentazione ¨¨ giusto, perch¨¦ vuole tutelare il cliente", ha invece sottolineato Kagan Dagtekin, amministratore delegato di Dogan Trend Otomotiv, che distribuisce MG, un marchio della Saic Motor Corp. della Cina. "Tuttavia, si dovrebbe fare attenzione alle leggi sulla concorrenza con un trattamento equo per il parco esistente e per i brand che gi¨¤ vendono sul mercato turco".
aumento dei dazi come contromisura
¡ª ?Il deficit commerciale della Turchia con la Cina si ¨¨ aggravato quest'anno, in parte a causa dell'aumento delle importazioni di auto elettriche. La Turchia ha comprato dalla Cina veicoli a batteria per 184 milioni di dollari nei primi 10 mesi del 2023, quasi il doppio rispetto a tutto il 2022. Questo ha contribuito a portare il disavanzo commerciale turco a quasi cento miliardi di dollari a novembre. Per cercare di frenare le importazioni di auto elettriche dalla Cina, la Turchia ha alzato il dazio doganale dal 10% al 50% all'inizio dell'anno, ma questo non ha avuto un grande effetto sulle vendite.
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