Rivoluzione Jaguar: dal 2025 solo elettriche con tecnologia derivata dalla Formula E

In soli due anni, la casa inglese diventerà un brand modern luxury interamente elettrificato e sfrutterà le conoscenze acquisite in Formula E per sviluppare le tecnologie sulle auto di serie. Il processo a zero CO2 si estenderà fino al 2039 e coinvolgerà fornitori e il Gruppo Tata

Jaguar è da sempre un marchio premium con una forte connotazione sportiva, non solo per i numerosi modelli ad alte prestazioni che hanno fatto la storia delle quattro ruote, come la E-Type o la XJ220. Jaguar ha un forte passato anche nel motorsport, dalle gare di durata fino alla Formula 1, e con l’avvento dell’elettrificazione e la crescita del campionato Formula E le attenzioni dell’azienda britannica si sono spostate sempre più verso una mobilità sostenibile. Il grande successo del Suv coupé a zero emissioni, I-Pace, ne è la conferma e, anche se negli ultimi anni sembra che la spinta di Jaguar verso un futuro più green si sia un po’ fermata, in realtà la casa inglese ha lavorato intensamente per trasformarsi dal 2025 in un brand modern luxury interamente elettrificato.

Nuovo design per le elettriche

La decisione è stata annunciata nel corso della presentazione della monoposto con cui Mitch Evans e Sam Bird correranno la Formula E il prossimo anno. All’evento hanno presenziato sia Fran?ois Dossa, Jaguar Land Rover’s Executive Director, Strategy & Sustainability, che Thomas Müller, Jaguar Land Rover Executive Director, Product Engineering. Entrambi hanno annunciato che nei prossimi due anni la famiglia di modelli di Jaguar cambierà radicalmente per rispettare le normative antinquinamento imposte dall’Unione Europea con ben dieci anni di anticipo. Al momento, a parte la I-Pace, che nonostante i restyling e gli aggiornamenti tecnici, è sempre rimasta fedele a ste stessa, la gamma Jaguar non presenta altri modelli elettrici. Infatti, i Suv E-Pace ed F-Pace sono disponibili in versione ibrida (plug-in o mild hybrid), mentre le berline XE e XF hanno abbracciato solo l’elettrificazione più leggera. In soli due anni, quindi, la casa di Coventry rivoluzionerà i propri modelli così da rispettare le promesse fatte in nome dell’ambiente.

Jaguar: rivoluzione a 360 gradi

Dossa parla di grandi cambiamenti e non solo per quanto riguarda le tecnologie, le auto in gamma o le future piattaforme che debutteranno nei prossimi anni: per il 2039, Jaguar punta a diventare un brand a zero emissioni, un investimento in termini economici e organizzativi di dimensioni incredibili. Infatti, lo sforzo puramente di Jaguar riguarda solo il 2% del processo di produzione di un modello: c’è poi il restante 98% che riguarda i fornitori che, insieme al brand inglese, dovranno impegnarsi per raggiungere l’obiettivo delle zero CO2. "La sostenibilità sarà nel design e nei materiali… non useremo pelle vera, ma non voglio farmi scappare cose che non dovrei dire. La sostenibilità è anche longevità dei componenti, il metodo con cui progettiamo e produciamo, il modo in cui vendiamo le macchine. Ci sarà un cambiamento su questo fronte per ridurre la logistica e quindi lo spostamento di mezzi", conclude Dossa.

Il futuro di Jaguar: destinazione 2039

Dossa prosegue il discorso e, con il supporto del collega direttore esecutivo, espone i punti salienti di questa sfida che sarà estesa ai fornitori così che "anche loro siano parte del sistema per ridurre le emissioni". Prosegue Thomas Müller, che ha colto l’occasione per farci riflettere sulla grandezza di questo cambiamento e di tutto ciò che comporta in termini di scambio di dati e analisi: "La tecnologia è una sfida: dovremo scambiarci i dati, sapere da dove viene ogni singolo componente, quanta CO2 serve per produrlo e come dargli una seconda vita dopo, come ad esempio le batterie. Pensate a quanti elementi ha una vettura oggi: dovremo progettarli sapendo quale sarà il loro ciclo di vita. ? una sfida differente che un futuro cliente non vede e non si immagina". La parola torna a Dossa, che conclude: "Il Gruppo Tata ha tante aziende che possono aiutarci in questa rivoluzione. Siamo più forti e rafforzeremo la collaborazione con gli altri brand per migliorare lo scambio di dati, come trovarli, tradurli e analizzarli. Ecco perché è nato il Tata EV Ecosystem".

Jaguar Formula E: from race to road

Lo sviluppo di queste monoposto, tanto sottovalutate quando hanno debuttato otto anni fa, si dimostra quindi fondamentale per i futuri veicoli elettrici che comporranno la gamma Jaguar. Per il 2023, infatti, arriva la Formula E Gen3, dotata di nuove tecnologie per gestire meglio la carica energetica: oltre alla ricarica rapida che permetterà di effettuare un pit stop di 30 secondi nel corso della gara (con tanto di presa di corrente in stile bocchettone della benzina in F1), una delle novità più interessanti della I-Type 6 è l’assenza dei classici freni a disco sull’asse posteriore. Gran parte della frenata è affidata sempre al tradizionale impianto anteriore, mentre il retrotreno sfrutterà esclusivamente la frenata rigenerativa. I sistemi di recupero attuali hanno finalmente permesso di gestire una grande quantità di energia, tanto da rallentare un’auto da corsa che viaggia oltre i 300 km/h.

Quando la Formula E sorpassa la F1

Se nel motorsport questa novità tecnica si traduce in minor peso e maggiori performance, nel mondo delle auto di serie comporterebbe una notevole riduzione dei componenti, spese di manutenzione più basse e un’efficienza ancora più alta per aumentare l’autonomia della batteria. Jaguar era in Formula 1 nei primissimi anni 2000, categoria di riferimento per lo sviluppo delle più moderne tecnologie poi sfruttate da tutti i grandi costruttori protagonisti per evolvere i modelli di serie. Oggi la F1 è ibrida, ma la spinta verso l’elettrico sembra dare maggior spazio alla Formula E, categoria ideale per sperimentare e rafforzare il know how di un’auto elettrica. Possiamo quindi affermare che, per la prima volta dopo quasi un decennio, la Formula E abbia sorpassato la Formula 1 in termini di interesse per lo sviluppo di un’auto di produzione? Thomas Müller risponde con una riflessione: "Non è così semplice dirlo. C’è una serie di combinazioni di lavoro ingegneristico su software e meccanica, ed è molto difficile dire adesso chi è davanti…"