il caso
Auto elettriche: la Cina ne esporta tante ma in casa vogliono le plug-in
? opportuno lasciare da parte opinioni e orientamenti mentre si analizza quello che sembra l¡¯errore strategico pi¨´ clamoroso commesso dall¡¯auto europea e dalle istituzioni di Bruxelles. La Cina ¨¨ costretta a rinnovare la sua politica di incentivo all¡¯acquisto di vetture elettriche perch¨¦ nel Paese orientale sono invece le ibride plug-in a prendersi la scena delle vendite. Se la tendenza dovesse essere confermata, manderebbe letteralmente in pezzi la politica industriale scelta dall¡¯Unione e la scelta di puntare ad una accelerazione imposta con decisione verso i veicoli a batteria. Ne usciremmo isolati, con la Cina primo produttore ed esportatore di elettriche al mondo, ma che invece si affida per la sua motorizzazione di massa a soluzioni ibride ricaricabili. Chi come Gazzetta Motori ha seguito negli scorsi mesi l¡¯evolversi della situazione, trova meno sorprendenti alcuni tra i dati pi¨´ recenti che, visti dall¡¯Europa, appaiono letteralmente surreali.
Comanda il mercato
¡ª ?Secondo la China Association of Automobile Manufacturers, il 22% delle vetture realizzate nel Paese nel 2022 era composto da veicoli a batteria e l¡¯8% da ibride plug-in, mentre le motorizzazioni tradizionali pesavano ancora per il 70% sul totale. Poi, un'accelerazione imprevedibile. Nel primi 4 mesi del 2023, periodo a cui si riferiscono i pi¨´ recenti dati disponibili, sono state vendute in Cina 6.949.000 vetture in totale, di cui 1.524.000 elettriche (+108%) e 597.000 ibride plug-in (+144%). Non stupisce che il governo di Pechino stia, come sembra, letteralmente correndo ai ripari, prolungando oltre la fine del 2023 gli incentivi all¡¯acquisto di vetture a batteria che, ricordiamo, esistono in Cina dal 2009 e sono costati al Paese oltre 50 miliardi di dollari in spesa pubblica erogata in varie formule. Attualmente, l¡¯incentivo per auto elettriche come esenzione di imposta del 10% ¨¨ disponibile per modelli con autonomia superiore ai 300 km e prezzo inferiore all¡¯equivalente di 42.500 euro. Prolungare il sostegno oltre il termine gi¨¤ ripetutamente comunicato come inderogabile, rappresenta forse la manifestazione pi¨´ plateale del fatto che i piani a sostegno delle auto a batteria stiano incontrando, anche in Cina, un ostacolo insormontabile: i gusti del mercato.
europa contromano?
¡ª ?Ancora pi¨´ recenti ed eloquenti della clamorosa inversione di tendenza in atto sono i dati relativi al maggio 2023 firmato Byd, con il costruttore cinese che realizza il suo record storico di 239.092 vetture vendute in un solo mese, ovvero una crescita del 109%. Ma a ben guardare, c¡¯¨¨ di pi¨´, ovvero il totale di 119.603 unit¨¤ elettriche commercializzate a cui fa riscontro per¨° un numero pressocch¨¦ identico di auto plug-in hybrid. Come risultato finale nei 5 mesi, Byd ha venduto 253.975 elettriche contro le 250.420 ibride: se non ¨¨ sorpasso, poco ci manca. A completare il quadro surreale rispetto al piano di passaggio al 100% elettrico atteso in Europa nel 2035, pensa l¡¯analisi della banca d'investimento Jefferies. Secondo le rilevazioni e previsioni le vendite di veicoli plug-in hybrid in Europa hanno raggiunto poco pi¨´ di 1 milione nel 2022 e manterranno quel volume fino al 2025. Scenderanno quindi a 813.000 nel 2030, prima di toccare le 700.000 unit¨¤ annue in corrispondenza del blocco alla vendita previsto appunto nel 2035. Ben diverso invece l¡¯orizzonte in Cina, con le ibride ricaricabili che accelereranno da poco meno di 1,3 milioni di unit¨¤ vendute nel 2022 a 6 milioni nel 2025, quasi 8 milioni nel 2030, 7,8 milioni nel 2030 e 8,6 milioni nel 2035.
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