Gli addetti alla produzione nelle fabbriche di auto temono che l¡¯avvento degli Ev porti ad un taglio dell¡¯occupazione, fino al 60% in Europa. Altre stime sono pi¨´ prudenti, ma il problema esiste cos¨¬ come le possibili soluzioni. In Corea del Sud verso uno sciopero. Il Regno Unito punta sulle elettriche entro il 2030
L¡¯auto elettrica ridisegna gli equilibri del settore, con ripercussioni sugli apparati industriali tanto dei singoli paesi quanto a livello globale. Ci sono per¨° alcuni aspetti dell¡¯avvento dell¡¯auto elettrica ¨C soprattutto di una sua massiccia crescita ai danni delle tradizionali alimentazioni con combustibili fossili ¨C che preoccupano chi vive della produzione di autoveicoli. Gi¨¤ da qualche mese, infatti, tra operai e addetti all¡¯assemblaggio circola preoccupazione, temendo che gli Ev possano portare ad un taglio dell¡¯occupazione. Peraltro, in un momento cos¨¬ delicato per l¡¯economia mondiale e per quelle locali, del resto l¡¯urgenza di ridurre l¡¯impatto ambientale dei trasporti ¨¨ una priorit¨¤ di molti governi e gli incentivi alla mobilit¨¤ elettrificata sono una concreta realt¨¤.
SCIOPERI IN COREA
¡ª ?I lavoratori impiegati nelle fabbriche di Kia in Corea hanno indetto uno sciopero parziale dal 24 al 27 novembre per chiedere garanzie su occupazione e salari al costruttore, fortemente impegnato nello sviluppo di modelli elettrici. Lo sciopero cade in concomitanza con i negoziati tra Kia e i sindacati per il rinnovo dei contratti, con la casa coreana che ha per il momento congelato ogni ipotesi di aumenti salariali. Parlando con l¡¯agenzia Reuters, un rappresentante dei lavoratori ha cos¨¬ espresso la posizione degli operai: ¡°La costruzione di auto elettriche richiede circa il 30% in meno di manodopera rispetto alla costruzione di auto a combustione interna ¨C utilizzando minore componentistica - con la conseguente perdita di posti di lavoro¡±. ¡°Se il passaggio alle auto elettriche ¨¨ inevitabile¡±, argomentano i sindacati ¡°chiediamo alla direzione di garantire la sicurezza del lavoro a lungo termine disponendo di linee di produzione di moduli EV nei nostri stabilimenti¡±.
GRAN BRETAGNA: NUOVE OPPORTUNIT? DA RINNOVABILI
¡ª ?Di auto elettrica e posti di lavoro si parla animatamente anche in Gran Bretagna. Il governo inglese ha reso noto di recente un¡¯accelerazione nella transizione verso la mobilit¨¤ elettrica, con una possibile linea rossa al 2030 quando dovrebbe cessare ¨C nelle intenzioni del premier Boris Johnson ¨C la vendita di veicoli a benzina e a gasolio. Il ¡°National Grid Plc¡± prevede fino a 30 milioni di veicoli elettrici sulle strade del Regno Unito entro il 2040, uno scenario per il quale l'industria dell'energia e quella dei trasporti sta intensificando i preparativi per il cambiamento. Il piano di Johnson prevede 12 miliardi di sterline (13,4 miliardi di euro) a supporto delle industrie ¡°green¡±, comprese quelle che producono veicoli elettrici, con la consapevolezza che questo porter¨¤ alla riduzione del livello di occupati nel settore automotive. Ma c¡¯¨¨ anche la certezza che nuova occupazione pu¨° essere creata nei settori collegati alla mobilit¨¤ elettrica a partire dalla produzione di energia: il Regno Unito dovrebbe presentare nei prossimi mesi piani per impianti eolici offshore nonch¨¦ per la produzione idrogeno. Senza contare la manodopera necessaria a realizzare una rete capillare di colonnine entro il 2030. Uno scenario realistico che ha bisogno di una programmazione molto attenta e pragmatica.
COMMISSIONE EUROPEA: ¡°IMPATTO MINIMO¡±
¡ª ?La correlazione tra auto elettrica e occupazione ¨¨ oggetto di studi privati e pubblici. La societ¨¤ di consulenza Fti Consulting ha elaborato un rapporto - pubblicato il 5 maggio 2018 - per conto di Acea (l¡¯associazione che rappresenta le maggiori industrie automobilistiche con base in Europa) intitolato ¡°Impact of electrically chargeable vehicles on jobs and growth in the Eu¡±. Il rapporto cita diversi studi, in particolare uno dell¡¯Ifo Institute e uno di Ubs secondo cui il 60% circa dei posti di lavoro nell¡¯industria automobilistica subirebbe ripercussioni. Su circa 3 milioni di lavoratori impiegati nel settore, secondo Fti, i posti a rischio sarebbero quindi 1,8 milioni. Di tenore decisamente diverso le elaborazioni della Commissione Europea, secondo cui l¡¯impatto macroeconomico della transizione verso la mobilit¨¤ elettrica trasformazione ¨¨ minimo. Per quanto riguarda l¡¯occupazione, in particolare, nello scenario mediano ¨C in cui si punta a ridurre le emissioni nocive del 30% entro il 2030 - questa addirittura aumenterebbe leggermente, tra lo 0,02% e lo 0,065%. La perdita di lavoro nella filiera industriale verrebbe infatti compensata dalla necessit¨¤ di nuovi posti di lavoro nella filiera dell¡¯energia elettrica. Una conclusione che conferma le valutazioni fatte dal governo britannico e che disegna quindi i contorni di un¡¯opportunit¨¤ pi¨´ che di un problema, a patto per¨° che venga inquadrata in una strategia precisa e supportata da un¡¯adeguata incentivazione.
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