Il team principal del team di Stoccarda racconta cosa non ha funzionato negli ultimi due anni: "Abbiamo sbagliato strada. Il successo in Brasile ci ha tratti in inganno perch¨¦ eravamo convinti di poter crescere. Io leader? A volte chiedo scusa ai miei uomini"
I giorni dei trionfi in F1 sembrano ricordi sbiaditi per la Mercedes di Toto Wolff. Eppure l'ultimo titolo iridato costruttori risale ad appena due anni fa; tre se si considera il Mondiale piloti. La scuderia di Stoccarda ha faticato a interpretare il nuovo regolamento, come hanno dimostrato prima la W13?e poi la W14. Vetture nate dalla stessa filosofia, diametralmente opposta rispetto a quella dominante grazie a Red Bull. L'azzardo non ha pagato: una vittoria in due anni e la seconda posizione tra i costruttori come miglior risultato. Risultati che, a detta di Wolff ai microfoni della Bild, rendono questo progetto "il mio pi¨´ grande errore".
rimpianto
¡ª ?Il team principal non usa mezze misure parlando al quotidiano tedesco: "La W13 ¨¨ stato il mio errore pi¨´ grande negli ultimi anni. Abbiamo sbagliato l¡¯approccio alla costruzione della vettura per la stagione 2022, non era la strada corretta". Prosegue Wolff: "Confermare questo concetto nel 2023 ¨¨ stato il secondo grande sbaglio, ma difendo questa decisione, dato che avevamo vinto in Brasile. Ogni squadra avrebbe considerato quel weekend come punto di partenza per la nuova stagione. Pi¨´ di met¨¤ del team era convinto che la situazione si stesse risollevando". Ma alla fine non ¨¨ stato cos¨¬, come confermato dal 2023.
leader
¡ª ?Wolff ¨¨ noto anche per le frecciate piuttosto esplicite nei confronti del proprio team: "Criticare la squadra davanti ai media ¨¨ parte di un gioco di equilibri che non sempre sono riuscito a padroneggiare perfettamente. Molti dipendenti sono motivati quando vedono un capo ambizioso, ma a volte mi capita di oltrepassare il limite. Devo prendere una camomilla prima delle interviste in modo da calmarmi". E conclude: "Se sono stato troppo duro, il luned¨¬ torno in fabbrica e chiedo scusa. Anche questo fa parte di una buona leadership".
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