Il prototipo che ha annientato la concorrenza nel Mondiale MotoGP 2023 ¨¨ anche l'ispiratore di tutte le supersportive della casa bolognese. Le differenze restano importanti, ma non a livello di tempi sul giro
Il fresco trionfo di Francesco Bagnaia nel Mondiale MotoGP ha suggellato un 2023 semplicemente memorabile per Ducati. Quest'anno i prototipi bolognesi hanno infatti letteralmente dominato la Premier Class del Motomondiale e la riprova sta nei numeri: nei 20 round stagionali, le Desmosedici GP hanno concesso la vittoria agli avversari solo in 3 Gp e in 3 Sprint Race, alternando ben 7 dei suoi 8 piloti sul gradino pi¨´ alto del podio. Il successo di Bagnaia, pilota ufficiale, ¨¨ arrivato solo all'ultima gara e dopo un'aspra contesa con lo spagnolo Jorge Martin, alfiere del team satellite Pramac, ma la graduatoria finale della stagione vede anche Marco Bezzecchi del team Vr46 al terzo posto e l'altro pilota Pramac Johann Zarco al quinto. Ducati ha cos¨¬ completato il triplete di corone della MotoGP con il titolo costruttori incamerato gi¨¤ da tempo e quello squadre centrato dal team Pramac. E a completare il filotto di titoli mondiali ci sono anche quelli conquistati in Superbike da Alvaro Bautista con la Panigale V4 e in Supersport da Nicol¨° Bulega con la Panigale V2. Il prototipo Desmosedici GP di Bagnaia e le Panigale V4 di serie hanno un certo grado di parentela tra loro, ma anche importanti differenze che ne definiscono le rispettive identit¨¤.
I motori V4 "fratelli"
¡ª ?Ovviamente, la Desmosedici GP del Motomondiale ¨¨ una moto nata esclusivamente per primeggiare in MotoGP e il suo elevatissimo tasso tecnologico non si deve piegare a qualsivoglia esigenza di produzione o di omologazione stradale. Diverse sue particolarit¨¤ sono gelosamente tenute nel mistero da Ducati che infatti ¨¨ rimasta sempre piuttosto generica nel comunicarne le specifiche. Il suo motore ad esempio ¨¨ un V4 a 90¡ã da 1.000 cc con raffreddamento a liquido, distribuzione desmodromica bialbero e 4 valvole per cilindro, unit¨¤ per cui la casa dichiara vagamente "oltre 250 Cv" di potenza e "oltre 350 km/h" di velocit¨¤ massima senza formalizzare, ormai da anni, un valore di coppia. Il propulsore delle Panigale V4 che si possono acquistare in concessionaria, assoggettato alla normativa Euro5, rispecchia questa configurazione e ne sottolinea infatti la discendenza gi¨¤ dal nome: Desmosedici Stradale. Per le Panigale V4 e V4 S ha 1.103 cc di cilindrata per sviluppare 215,5 Cv a 13.000 giri/min e 123,6 Nm di coppia a 9.500 giri/min. Per la versione V4 R da cui deriva il bolide iridato della Superbike, quindi con cilindrata ridotta a 998 cc, produce 218 Cv a 15.500 giri/min e 113 Nm di coppia a 12.000 giri/min nella sua configurazione base, ma uscendo dagli standard Euro 5 ed entrando in pista, grazie a scarico e olio racing, pu¨° arrivare fino a 240,5 Cv con 118 Nm di coppia.
design e aerodinamica
¡ª ?Il divario prestazionale tra MotoGP e Superbike si ¨¨ ridotto sensibilmente nel corso degli ultimi anni e Ducati ¨¨ sempre stata maestra nel trasferire le innovazioni maturate nel Motomondiale ai suoi prodotti di serie. Un esempio in tal senso sono le winglets, ovvero le alette aerodinamiche, inizialmente avvistate sulle Desmosedici e successivamente apparse sulla Panigale. Il costruttore di Borgo Panigale ¨¨ stato un precursore in questo campo, ma ¨¨ evidente gi¨¤ alla vista come l'aerodinamica del prototipo MotoGP sia ben pi¨´ complessa ed elaborata rispetto alle moto di serie, con un'abbondanza di protuberanze che ancora non si ¨¨ vista in produzione. La Desmosedici GP appare pi¨´ massiccia, specialmente per via del voluminoso codone, ma sfoggia numerose parti in carbonio che le permettono di contenere il peso a secco in 157 kg. La Panigale V4 S, appesantita anche da gruppi ottici, specchietti, portatarga, specchietti e quant'altro, ferma invece l'ago della bilancia sui 174 kg mentre il peso a secco della V4 R con scarico racing pu¨° scendere fino a 167 kg.
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differenze nella ciclistica
¡ª ?Il fatto di essere dotate entrambe di un V4 comporta diverse similitudini, ma in termini di ciclistica ci sono differenze importanti. Il telaio del prototipo MotoGP ¨¨ un classico doppio trave in lega di alluminio, ma la soluzione del motore con funzione portante accantonata nel Mondiale ha continuato a essere utilizzata per le Panigale sfruttando un front frame dello stesso materiale. Passando alle sospensioni, la Desmosedici GP monta una forcella rovesciata con foderi in carbonio ed un ammortizzatore posteriore di massimo pregio della ?hlins, stesso marchio che firma la forcella da 43 e il mono che equipaggia le Panigale V4 S e R. Differenza marcata in termini di impianto frenante visto che la Desmosedici si avvale di due dischi anteriore in carbonio da 340 mm con pinze a quattro pistoncini e di un disco posteriore singolo in acciaio con pinza a due pistoncini mente le Panigale V4 S e R si avvalgono solo di dischi in acciaio, da 330 mm davanti con pinze radiali a pistoncini. In ogni caso, il fornitore ¨¨ sempre Brembo. I cerchi da 17" griffati Marchesini sono invece in lega di magnesio per la MotoGp e in lega di alluminio per la Superbike.
equipaggiamento
¡ª ?La dotazione elettronica della Desmosedici Gp, pur governata dalla centralina Marelli programmata con il software unico della Dorna, ¨¨ l'apice della complessit¨¤ e dell'evoluzione attualmente disponibile e i sistemi che la compongono arrivano a costare decine di migliaia di euro. Storicamente, Ducati ha sempre prestato grande attenzione a tale aspetto e infatti, sotto quest'ottica, le sue moto di produzione si collocano sempre ai vertici dei rispettivi segmenti. Non sono da meno le pi¨´ pregiate Panigale V4 che nei rispettivi pacchetti, oltre a sistemi pi¨´ convenzionali quali riding modes, cornering Abs, quick-shift e controllo di trazione, ne sfoggiano altri derivati direttamente dall'esperienza in MotoGP come il Power Launch, l'anti-impennata, lo slide control e cos¨¬ via. Altre "chicche" pi¨´ moderne quali l¡¯abbassatore e il discusso cucchiaio aerodinamico per la ruota posteriore restano per ora prerogativa dei prototipi della classe regina, ma nessuno si stupirebbe di vederli spuntare presto su qualche nuova versione della Panigale V4.
La guida, le osservazioni di michele pirro
¡ª ?Al netto delle differenze sul versante puramente tecnico, Desmosedici Gp e Panigale V4 richiedono comunque stili di guida diversi per sfruttare il massimo del loro potenziale. E vale la pena di sottolineare subito come solo i piloti professionisti siano in grado di riuscirci con la prima. Quelli amatoriali, invece, hanno pi¨´ chances di avvicinare il limite della seconda. Una spiegazione in questo senso ce l'ha data Michele Pirro, ormai da anni test rider di punta di Ducati che ha lavorato allo sviluppo di e gareggiato con entrambe: "Le MotoGP sono prototipi, ne vengono fatte 10 all'anno per performare al massimo. La moto di serie nasce invece per dare l'opportunit¨¤ a tutti di essere veloci con una certa confidenza sin dall'inizio. Noi piloti che ci alleniamo con moto di serie arriviamo a far segnare tempi molto veloci e le prestazioni, in frenata come in accelerazione e inclusa l'elettronica, non hanno poi cos¨¬ tanto da invidiare alla MotoGP. Adesso si riescono a provare sensazioni di guida simili alla MotoGP anche guidando una Panigale V4 S e bisognar dar merito a Ducati per aver trasferito l'esperienza delle corse nel prodotto finale".
pensate per le competizioni
¡ª ?"? chiaro che la Desmosedici GP ha delle particolarit¨¤ ¨C ha proseguito il pilota pugliese - e solo portandola al limite se ne riceve il giusto feeling. Sulle moto di serie non ¨¨ cos¨¬. Prendiamo ad esempio in freni in carbonio: sono efficaci solo se li usi in un certo modo, in determinate condizioni, altrimenti si ha quasi l'impressione che freni meno rispetto ai dischi in acciaio. Sono dettagli che comunque ti fanno avere quei 3-4'' di differenza su una pista come Misano. In questi ultimi anni c'¨¨ stata un'evoluzione incredibile e io che ne ho fatto parte posso dire che Ducati ha sempre prestato molta attenzione all'aspetto 'corsaiolo', ma allo stesso tempo non ha tralasciato la guidabilit¨¤". Per Pirro, le similitudini tra le due moto gli sono state comunque molto utili per adattarsi alternativamente all'una e all'altra: "Entrambe le moto hanno un V4 e questo aiuta molto perch¨¦ inerzia, posizione e ingombri sono simili e le due moto sono pi¨´ allineate tra loro. La differenza principale ¨¨ che la MotoGP la prepari curva per curva fino all'ultimo dettaglio mentre la moto di serie ha una taratura standard, che funziona bene ma ¨¨ meno raffinata. D'altronde ¨¨ una moto di serie, non ¨¨ possibile portarsi appresso un team di ingegneri ogni volta, ma di base ¨¨ una moto di livello davvero moto alto".
le differenze al cronometro
¡ª ?Fino a qualche anno fa, le Ducati avevano la fama di essere moto tanto potenti quanto scorbutiche, ma oggi, come conferma Pirro, la situazione ¨¨ oggettivamente cambiata: "? quello che ¨¨ successo in MotoGP, dove abbiamo cercato di fare una moto versatile e trasferire poi quell'esperienza alla moto di serie. E il risultato ¨¨ questo". Per quanti riguarda i "freddi numeri", Pirro ha fatto un raffronto sui tempi a Misano: "Diciamo attorno a 1'36" con la moto di serie, 1'31-32" con la MotoGP, mentre con la Superbike si ¨¨ a un livello intermedio, sull¡¯1'34". Andando infatti ad analizzare i tempi di Misano di quest'anno, il raffronto ¨¨ accurato: la pole 2023 di Martin in MotoGP ¨¨ stata di 1:30.390, quella di Bautista in Superbike 1:33.017. Luca Marini, pilota della MotoGP appena passato in Honda, ma che fino alla stagione appena conclusa ha gareggiato con la Desmosedici Gp del team Mooney Vr46, utilizzando per¨° una Panigale V4 S per gli allenamenti, ha dichiarato: "Le moto stradali sono ormai arrivate a livelli di tecnologia incredibili ¨C ci ha confidato - e lo stesso si pu¨° dire delle gomme, che oggi hanno molto pi¨´ grip rispetto al passato. Secondo me, il divario sul giro nelle stesse condizioni pu¨° essere di 3-4 secondi, quindi non sono affatto lontane".?
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