Eleganza Ebike
La scommessa di Ducati: punta sulle bici elettriche
Esattamente un anno fa, ad Eicma 2018, Ducati svelava al grande pubblico la Ebike sportiva Mig-RR: a soli dodici mesi di distanza dalla presentazione della sua prima bici a pedalata assistita il brand italiano di motociclette ha lanciato un¡¯intera gammadi ¡°Pedelec¡±, altro nome con cui sono conosciuti ufficialmente i cicli a dotati di motore elettrico ausiliario. A Borgo Panigale devono aver fiutato l¡¯occasione, individuando le enormi potenzialit¨¤ di un settore in enorme crescita: se nel 2018 il mercato italiano delle biciclette tradizionali hanno fatto registrare un calo del 7,6 per cento, le vendite delle e-bike sono incrementate quasi del 17 per cento rispetto al 2017, per una produzione nazionale che ¨¨ cresciuta addirittura del 290 per cento. Un boom sostenuto anche dalla domanda estera, che lo scorso anno ha fruttato un giro d¡¯affari di 43 milioni di euro (+ 300 per cento secondo i dati di Confindustria ANCMA).
SETTORE IN CRESCITA
¡ª ?Dato questo poderoso trend il settore delle e-bike sembra essere, insomma, una vera gallina dalle uova d¡¯oro. Nell¡¯epoca in cui l¡¯attenzione alla tutela dell¡¯ambiente ¨¨ ai massimi livelli la bici elettrica piace molto, ¨¨ un mezzo ¡°green¡± che ha dalla sua anche una la versatilit¨¤ e una grande economicit¨¤ di gestione: i costi di manutenzione irrisori, la facilit¨¤ di utilizzo, la praticit¨¤ e l¡¯assenza di tutti quei vincoli che gravano su ciclomotori e motocicli (assicurazione, obbligo di utilizzo del casco ecc) costituiscono una miscela formidabile in grado di attirare nuova clientela e ¨C almeno potenzialmente ¨C anche rosicchiare quote di mercato almeno al settore degli scooter di piccola cilindrata.
MOTO O BICI?
¡ª ?Proprio per questo le bici a pedalata assistita, viste da sempre pi¨´ utenti come un¡¯alternativa intelligente e ¡°pulita¡± ai tradizionali ciclomotori, continuano ad attirare l¡¯attenzione di un numero crescente di aziende sia del settore moto che di quello ciclistico: le prime, spesso parte di grandi in gruppi industriali e dotate del necessario capitale, sono capaci di investimenti massicci, le seconde possono vantare un know-how che costituisce un sicuro asso nella manica nella transizione dai cicli a propulsione muscolare a quelli dotati di motore elettrico ausiliario. La natura ¡°ibrida¡± del settore, una sorta di zona grigia tra biciclette e motociclette sui cui la legge fatica a fare chiarezza (ne parliamo nel paragrafo sotto) offre grandi possibilit¨¤ di sviluppo e finisce al contempo per generare anche una sorta di ¡°competizione¡± tra i rispettivi Enti di riferimento, desiderosi di sottoporre alla propria egida una categoria produttiva in grandissima espansione.
LA LEGGE
¡ª ?Come tutte le novit¨¤ rivoluzionarie, anche le bici elettriche hanno finito per portare un po¡¯ di scompiglio. Soprattutto a livello legislativo, dove regna ancora una certa incertezza al riguardo: come vanno considerate? A quali vincoli vanno sottoposte? Chi le pu¨° guidare? Interrogativi, questi, che si faranno ancora pi¨´ impellenti mano a mano che il settore continuer¨¤ ad allargarsi e ad attirare nuova clientela, anche se non mancano le proposte di legge volte a fare un po¡¯ di ordine sul tema. L¡¯Articolo 50 del Codice della Strada, quando parla di ¡°velocipedi a pedalata assistita¡±, traccia un quadro piuttosto netto, confermato anche dalla direttiva europea 2002/24: le ¡°bici elettriche¡± o Epac (Electric Pedal Assisted Cycle), per essere considerate tali e non veri e propri ciclomotori, devono avere una potenza massima di 250 W e una velocit¨¤ di punta che, con il motore elettrico attivo, non supera i 25 km/h. Il rispetto di questi limiti, dunque, mette al riparo da tutti gli obblighi connessi al possesso e utilizzo di un ciclomotore. Il problema, per¨°, nasce a partire dall¡¯introduzione del regolamento europeo 168/2013, che parlando di ¡°cicli a propulsione¡± prevede la stessa velocit¨¤ massima ma una potenza fino a 1000 W: sono i cosiddetti ¡°Speed Pedelec¡± di categoria L1eA, distinti da quelli di categoria L1eB (max 4000 W e 45 km/h) che a loro volta sono da un punto di vista legale pienamente equiparabili ai ciclomotori e comportano dunque la necessit¨¤ di immatricolazione e assicurazione, i limiti di et¨¤ e l¡¯obbligo del casco. Cosa succede, dunque, tra i 251 i 1000 W? L¡¯ordinamento italiano non si esprime ancora in merito e la giurisprudenza non aiuta a sbrogliare la matassa: ecco perch¨¦ quello delle bici elettriche ¨¨ un terreno ancora parzialmente indefinito, caratterizzato da un vuoto normativo che aumenta i margini di manovra di venditori e aziende ma contribuisce a creare anche molta incertezza soprattutto nell¡¯utente.
DUCATI BY THOK
¡ª ?La questione al momento non sembra riguardare Ducati, visto che tutta la sua gamma di Ebike rientra nei vincoli imposti dall¡¯Articolo 50. Prima di altri a Borgo Panigale hanno deciso di cogliere la ghiotta occasione offerta dalle bici elettriche, un business nel quale il Marchio bolognese si ¨¨ gettato con un approccio ambizioso ma ¡°cauto¡±. Da un lato ¨¨ evidente la scelta di un posizionamento premium, con prodotti di alta gamma caratterizzati da soluzioni tecniche raffinate ed equipaggiati, proprio come le moto della Casa, con componentistica raffinata: vere e proprie ¡°superbike¡± nel campo delle bici a pedalata assistita. Pi¨´ che ai grandi volumi di vendita si punta insomma alla conquista di una clientela esigente, in cerca dell¡¯identificazione con un brand che ha fatto di sportivit¨¤ ed esclusivit¨¤ una vera e propria bandiera. Dall¡¯altro in Ducati hanno scelto di andare sul sicuro, affidandosi ad uno specialista: tutte le moto della gamma sono infatti prodotte in collaborazione con la cuneese Thok E-Bikes, azienda leader del settore che tra i suoi soci annovera quel Livio Suppo che per anni ¨¨ stato a capo del box Ducati in MotoGP. Un uomo ¡°di fiducia¡± per un business che a Borgo Panigale deve sembrare parecchio promettente: chiss¨¤ se anche le altre Case motociclistiche si stanno preparando a seguire l¡¯esempio¡
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