Una storia straordinaria quella dell¡¯imprenditore che la famiglia ha completato e pubblicato a due anni dalla sua scomparsa
Il 13 marzo 2018 Ivano Beggio, fondatore dell¡¯Aprilia, si spegneva improvvisamente nella sua casa di Asolo. Quattordici anni prima era stato costretto a lasciare la presidenza dell¡¯Aprilia, al termine di una straordinaria avventura durante la quale aveva trasformato la piccola fabbrica di biciclette e motorini utilitari di pap¨¤ Alberto nell¡¯unica azienda europea in grado di produrre una gamma completa di moto da 50 a 1.000 cc. Mai, nella storia, una casa era cresciuta cos¨¬ tanto in cos¨¬ poco tempo. Il nome ¡°Aprilia¡± l¡¯aveva scelto il pap¨¤, perch¨¦ voleva che le sue bici fossero eleganti e comode come l¡¯omonima vettura Lancia. Ad Ivano, per¨°, tanto le bici quanto gli spartani motorini pensati per consentire agli operai di raggiungere dalla campagna veneta il polo chimico in rapidissima espansione di Marghera, interessavano poco. Lui era bruciato dal desiderio di vedere una Aprilia competere nel motocross.
La prima moto da cross ¡°segreta¡±
¡ª ?Di nascosto dal genitore, che era contrario a produrre mezzi ¡°Abarth¡±, egli trasform¨° un motorino di serie e lo fece debuttare sulla pista di Cortina. Fu un disastro, dopo pochi salti il telaio si spezz¨° rischiando di ammazzare il pilota. Purtroppo, la diatriba con pap¨¤ Alberto fin¨¬ nel modo pi¨´ tragico, quando in pochi mesi Ivano rimase orfano di entrambi i genitori, trovandosi, appena ventottenne, ad ereditarne l¡¯azienda. Con tanta passione ed impegno, i successi nel cross arrivarono: dai primi piloti amatoriali, tra cui anche il futuro campione del mondo rally Miki Biasion, Aprilia arriv¨° ad ingaggiare fuoriclasse come Ivan Alborghetti e Corrado Maddii, facendo incetta di titoli nazionali. Sulle piste sterrate nacque l¡¯indelebile rapporto tra la casa della grande ¡°A¡± e le competizioni: Beggio si convinse che le gare fossero una scuola indispensabile per imparare a progettare buone moto, a rispettare i tempi e a controllare la qualit¨¤ dei materiali; a tale filosofia sempre si attenne, tanto che ad inizio millennio Aprilia sar¨¤ l¡¯unica casa motociclistica assieme ad Honda a correre ufficialmente in tutte e tre le categorie del motomondiale e in Superbike.
Dall¡¯Aprilia ST 125 al primo GP iridato di Reggiani
¡ª ?La scelta strategica che permise ad Aprilia di esplodere, mentre altre case nazionali come Ancillotti, Frigerio, Gori, Malanca, Testi, Tgm, Swm e Villa si spegnevano, fu comprendere che i tempi delle scorbutiche moto da cross erano finiti. Si era in un boom economico e gli italiani, specie i giovani, volevano moto stradali facili, belle e veloci: ecco nascere l¡¯Aprilia ST 125, prima di quella serie di ottavo di litro venete che generazioni di ragazzini sogneranno come AF1, Futura, Extrema, Sintesi. Contemporaneamente, l¡¯impegno nelle corse si sposta verso i circuiti e nel 1987 Loris Reggiani centra la prima vittoria nel mondiale 250 cc.
La fabbrica flessibile e i trionfi mondiali
¡ª ?Da l¨¬ in avanti, Aprilia segner¨¤ la storia del motociclismo. Introdusse per prima il concetto di ¡°fabbrica flessibile¡±: in azienda c¡¯erano progettazione, ricerca, collaudi e marketing, mentre tutta la componentistica veniva realizzata presso fornitori qualificati pienamente integrati nel processo produttivo fin dalle fasi di progettazione: si trattava della prima applicazione nel settore dell¡¯alta tecnologia di un metodo largamente usato nella manifattura veneta. Fu la prima a credere nelle moto replica con tanto di scritte degli sponsor. Introdusse soluzioni tecniche e colorazioni mai viste. Nacque la Mot¨° disegnata da Starck, scooter storici come Scarabeo e SR, straordinarie moto sportive come la gamma RS. Progett¨° e costru¨¬ per Bmw la F650, un successo mondiale. Sul fronte sportivo, oltre i titoli mondiali, oltre Reggiani, Biaggi e Rossi, ogni weekend le piste di tutto il mondo, in tutte le categorie, si popolavano di RS e GP replica. ? difficile trovare un pilota, amatore o professionista, che non abbia appoggiato il fondo schiena su un mezzo made in Noale. Dopo anni di successi, la fine imprenditoriale di Beggio fu rapidissima: prima una malattia che lo tenne lontano dall¡¯azienda, poi la tempesta perfetta dell¡¯acquisto scellerato di Moto Guzzi e della crisi del mercato scooter lo portarono a lasciare l¡¯azienda al gruppo Piaggio nel 2004. Il suo ritiro fu assoluto, senza alcuna apparizione pubblica fino a quando fu convinto ad aprire una pagina Facebook dal suo ex addetto stampa Claudio Pavanello. Venne inondato di messaggi di stima, amicizia, riconoscenza che lo commossero infinitamente, tanto da pensare di scrivere una autobiografia che, ironia della sorte, termin¨° pochi giorni prima di scoprire una malattia spietata. Dopo un periodo di lutto, la famiglia Beggio ha deciso di completarla con il ricordo di piloti, tecnici e giornalisti e 250 foto e metterla in vendita sul sito ivanobeggio.com al prezzo politico 25 euro compresa la spedizione. Arriva ad oltre due anni dalla scomparsa, ma le parole sono le sue, nel raccontare una irripetibile storia imprenditoriale, sportiva ed umana.
? RIPRODUZIONE RISERVATA