Tre mondiali, ventinove vittorie e ben 328 GP disputati: abbiamo ripercorso la carriera del pilota assieme a Loris e agli uomini che hanno contribuito a costruirla
Con 328 gran premi disputati e ben 29 successi iridati Loris Capirossi ¨¨ stato uno dei grandi protagonisti del Motomondiale negli ultimi trent¡¯anni, nonch¨¦ uno dei piloti pi¨´ amati da un pubblico ¨C italiano e non ¨C che ne ha sempre ammirato il coraggio da leone. Una carriera, quella di Capirex, costellata da tanti successi ma anche da brutti incidenti, che pur avendone segnato il fisico non sono mai riusciti a scalfirne la grinta: qui su Gazzetta Motori l¡¯abbiamo ripercorsa assieme a lui e agli uomini che gli sono stati vicino durante tutti questi anni in sella, come Francesco Pileri, il capotecnico Mauro Noccioli e il manager degli ultimi anni, l¡¯inossidabile Carlo Pernat.
l¡¯esordio con pileri
¡ª ?Sono molti gli episodi degni di nota nel percorso agonistico di un tre volte Campione del Mondo come Loris, ma un posto d¡¯onore ¨¨ ovviamente riservato al debutto nel Mondiale, a quel 1990 che lo vide vincere il titolo da esordiente in sella alla Honda 125 del team Pileri. Un risultato che fece del 17enne Capirossi il pi¨´ giovane pilota a essersi mai laureato Campione del Mondo, un primato che resiste ancora oggi: ¡°Ero ancora minorenne e mi serviva il nullaosta della Federazione per partecipare al Mondiale¡± ricorda Loris. ¡°Il team Pileri mi contatt¨° che avevo ancora sedici anni, ero un ragazzino... da l¨¬ ¨¨ nato il mio sogno, ero il ragazzo pi¨´ felice del mondo. Per farmi correre l¡¯Europeo i miei genitori erano stati costretti a ipotecare la casa, Pileri mi offr¨¬ una moto competitiva e il mio primo ingaggio da pilota. Un milione di lire al mese, me lo ricordo bene¡±.
la rabbia di spaan
¡ª ?¡°A livello tecnico il team era al top, il mio capomeccanico Mario Galotti ¨¨ stato un grande maestro e ho imparato molto anche dal mio compagno di squadra Fausto Gresini¡± ha proseguito l¡¯imolese ricordando quell¡¯anno fantastico. ¡°Quando arrivammo in Australia con la possibilit¨¤ di conquistare il titolo io non ero cos¨¬ ottimista, ma i ragazzi mi diedero forza e alla fine riuscimmo a portarlo a casa. Proprio Fausto e gli altri piloti italiani mi diedero una mano, quel Mondiale ¨¨ arrivato anche grazie a loro perch¨¦ difesero la mia posizione. Facendo molto arrabbiare il mio rivale Hans Spaan, che vedeva sfumare cos¨¬ la sua ultima possibilit¨¤ di diventare Campione del Mondo a causa di un pischello... prima della bandiera a scacchi, in un curvone che con la 125 si faceva a tutto gas, tir¨° a Fausto un pugno sul casco¡±.
1997, l¡¯annus horribilis
¡ª ?Nel 1997, dopo la parentesi in Top Class sotto le insegne di Honda e Yamaha, arriva la ¡°retrocessione¡± in 250 con l¡¯Aprilia, per un biennio che per¨° lascer¨¤ un lungo strascico di polemiche nonostante la vittoria del 1998: ¡°Dovevamo sostituire Biaggi, e io in Loris vedevo il mio ideale di pilota¡± ricorda Carlo Pernat, allora uomo di Noale. ¡°Assieme a Beggio e Jan Witteveen decidemmo di fargli un¡¯offerta per convincerlo a tornare in duemmezzo. Nelle prime prove del ¡¯97 and¨° fortissimo, dava mezzo secondo al suo compagno di squadra Harada che era il pupillo di Aprilia. Ma il capotecnico Giovanni Sandi aveva gi¨¤ lavorato con Tetsuya e aveva per il giapponese un occhio di riguardo¡±. Loris si sent¨¬ sfiduciato e poco supportato dal team: ¡°Il 1997 ¨¨ stato l¡¯anno pi¨´ brutto della mia carriera, una stagione terribile. In Indonesia dissi a Carlo che il nostro contratto lo potevamo anche strappare... non volevo pi¨´ correre, volevo ritirarmi. Non mi divertivo pi¨´¡±.
la rinascita con noccioli
¡ª ?¡°Ero convinto che Capirossi avesse ragione, ma non so come lo convinsi a fare un altro anno¡± prosegue Pernat. ¡°Per¨° combinai un casino: Rossano Brazzi doveva diventare il suo meccanico, ma io l¡¯avevo promesso a Valentino Rossi che stava per salire in 250. Miracolosamente riuscii a convincere Loris ad andare con l¡¯esperto Mauro Noccioli¡±. Ma il primo incontro non and¨° secondo i piani, come spiega lo stesso capotecnico toscano: ¡°Quando Capirossi venne da me per la prima volta aveva il morale a terra, voleva smettere di correre. Io non ero affatto convinto, ma Carlo mi disse di non preoccuparmi e mi fidai. E infatti Loris decise di cambiare la sua vita, di ripartire. Ritrovando l¡¯energia che lo avrebbe accompagnato per il resto della sua carriera¡±. ¡°Grazie a Mauro sono tornato a sorridere e a divertirmi in moto, mi prese quasi come un figlio¡± conferma Capirex. ¡°Il 1998 fu un bell¡¯anno, vincemmo molte gare e avevo smesso di cadere. Poi ¨¨ andata com¡¯¨¨ andata... sono passati tanti anni e ancora tutti parlano del sorpasso in Argentina¡±.
il divorzio con Aprilia
¡ª ?Il riferimento ¨¨ al celeberrimo e chiacchieratissimo episodio che a fine stagione lo vide protagonista assieme a Tetsuya Harada, un fattaccio che fu causa della separazione con Noale e di strascichi legali negli anni successivi. Quell¡¯anno Aprilia puntava sul giapponese e su un giovanissimo Valentino Rossi, e nonostante le promesse iniziali il materiale tecnico destinato alla coppia Capirossi-Noccioli non era all¡¯altezza di quello riservato da Noale ai prediletti compagni di marca. ¡°La mia strategia era avere tre piloti in tre squadre diverse, con tre capotecnici differenti. E moto uguali per tutti¡±, spiega Carlo Pernat. ¡°Ma non and¨° proprio cos¨¬: Harada era il pilota preferito da Witteveen e gli veniva riservato materiale leggermente migliore. Io litigai con Aprilia, e a stagione in corso me ne andai nel Motomondiale. Alla fine Loris vinse quel titolo, ma ci furono ricorsi interni tra i team di Noale... fu una figura penosa e ridicola per Aprilia¡±.
l¡¯approdo in ducati
¡ª ?Un'altra importante svolta nella carriera di Capirossi arriva nel 2002, quando Ducati chiama l¡¯imolese offrendogli la possibilit¨¤ di portare all¡¯esordio la nuova Desmosedici: ¡°Borgo Panigale contatt¨° anche altri piloti, ma io mostrai subito di credere in quel progetto. E avevo ragione¡±, racconta Loris. ¡°La prima volta che provai la moto a Valencia faceva paura, non andava dritta neanche in rettilineo. Ma gi¨¤ nei test invernali di Barcellona ho fatto il miglior tempo, sul giro secco era fantastica anche se era molto faticosa da guidare per una gara intera. Poi arriv¨° il podio all¡¯esordio di Suzuka, e la prima vittoria a Barcellona. Me la porto nel cuore quella moto, ce l¡¯ho ancora nel salotto di casa: ogni tanto mi viene voglia di riaccenderla e andarci a fare un giro in pista. Ma non ho mai avuto il coraggio di farlo...¡±.
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