In Inghilterra vendute quasi tutte le moto del Museo Morbidelli. Non acquistate la Ducati 125 4 cilindri, la Morbidelli 250 ex Agostini e la 125 ex Angel Nieto
Dei 324 lotti del Museo Morbidelli messi all¡¯asta in Inghilterra, tra moto, motori e ricambi, sono state vendute 199 moto. Va detto che 75 pezzi ante 1945 sono rimasti a Pesaro per una disputa legale in materia di vincoli. Un successo? ¡°Come immaginavamo parziale, comunque sicuramente al di sotto delle aspettative¡± risponde il trevigiano Alessandro Altinier, uno dei pi¨´ importanti commercianti internazionali di moto d¡¯epoca, nonch¨¦ uno dei quindici ad essere ammessi all¡¯asta inglese. ¡°A parte un paio di eccezioni - riprende Altinier ¨C alcune moto importanti la Bonhams non ¨¨ riuscita a venderle qui a Bicester e quelle vendute sono state assegnate al minimo sindacale. Tra le invendute illustri la Ducati 125 4 cilindri (base d¡¯asta tra 440.000 e 670.000 euro), la Morbidelli 250 cc (prezzo tra i 66.000 ed i 110.000 euro) con telaio Bimota con cui corse Giacomo Agostini e la Morbidelli 125 ex Angel Nieto (stimata tra gli 89.000 e i 130.000 euro). Tutte e tre non hanno ricevuto neanche mezza offerta¡±.
Il periodo sbagliato per un¡¯asta
¡ª ?¡°Del resto ¨C prosegue Altinier ¨C visti i prezzi esagerati era facile prevedere un¡¯asta di questo tipo. Prezzi a cui, peraltro, vanno aggiunti i diritti d¡¯asta che sono sull¡¯ordine del 20%. In compenso alcune Benelli molto importanti sono state vendute, ma al minimo delle quotazioni assegnate, come la 250 del 1964 di Tarquinio Provini e quella di Dario Ambrosini, campione del Mondo nel 1950 (quotate rispettivamente tra gli 89.000 ed i 130.000 e tra i 130.000 ed i 200.000 euro). A mio avviso erano in assoluto le moto pi¨´ belle del lotto. Del resto tra Covid-19 e la conseguente crisi economica mondiale, questo era il periodo pi¨´ sbagliato per allestire un¡¯asta cos¨¬ ricca e importante. Perlopi¨´ messa in calendario anche nel periodo di Ferragosto. Stranamente, invece, sono state vendute a prezzi molto alti alcune moto particolari i cui motori erano stati trasformati da Giancarlo da aste e bilancieri in bialbero come una Laverda 100 e una Ducati 65¡±.
Prezzi troppo bassi
¡ª ?¡°Anche altre moto sono state apprezzate e vendute ¨C aggiunge Alessandro Altinier ¨C segno evidente che all¡¯asta, seguita on line da collezionisti molto competenti, persone che sapevano cosa acquistare e a che prezzo. La maggior parte delle moto, invece, sono andate via a prezzi bassi, da mercatino o mostra scambio, direi addirittura sottocosto. Anche perch¨¦ quasi tutte erano state messe in vendita ¡°senza riserva¡±, ossia a qualsiasi prezzo visto che la propriet¨¤ voleva disfarsene. Insomma, ¨¨ stato venduto tutto tranne che quelle sopra descritte a cui la famiglia Morbidelli aveva imposto un prezzo. E se le sono tenute¡±.
Sparse per tutto il mondo
¡ª ?In definitiva purtroppo, come si temeva, il Museo Morbidelli ¨¨ stato diviso tra decine di collezionisti. ¡°Le moto sono finite in tutto il mondo ¨C sottolinea Alessandro Altinier ¨C non solo in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in Giappone, a Singapore e perfino in Australia. Comunque sia, alla Bonhams non ¨¨ andata affatto male, mentre sicuramente ai Morbidelli ¨¨ andata meno bene, visto che hanno realizzato molto meno di quello che probabilmente si aspettavano¡±. Insomma, un museo distrutto, smembrato, un tesoro che sarebbe dovuto rimanere in Italia e che nessuno, a partire dalle istituzioni, ¨¨ stato in grado di salvaguardare. Un peccato mortale. E un grande dolore per tutti gli appassionati italiani.
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