Dopo il successo delle ultime due generazioni di Africa Twin, Honda sembra intenzionata a rispolverare un altro nome storico: ad Eicma la casa di Tokyo ha svelato di avere in cantiere una nuova Hornet, nuda sportiva che potrebbe debuttare a dieci anni dall¡¯uscita di scena della sua progenitrice. E che potrebbe condividere la base tecnica con un altro "revival" dell¡¯Ala Dorata
Hornet. Un nome che ha segnato in maniera indelebile un¡¯intera stagione motociclistica, quella compresa tra la fine degli anni Novanta e i primi dieci anni del nuovo millennio. Un nome che a Honda ha portato molta, moltissima fortuna, e che il marchio giapponese ha finalmente deciso di rispolverare per tornare a ruggire come un tempo nel segmento delle nude di media cilindrata: nel corso dell¡¯ultimo Salone di Milano, andato in scena a fine novembre presso il polo fieristico meneghino, la casa dell¡¯Ala Dorata ha infatti annunciato la propria volont¨¤ di far rinascere la popolarissima naked, svelando in anteprima anche il concept grafico della ventura Hornet. Ma cosa sappiamo del "Calabrone" di domani, un modello che stando a quanto dichiarato si sveler¨¤ al pubblico gi¨¤ nel 2022?
ASSO PIGLIATTUTTO
¡ª ?Quando parliamo di Hornet parliamo di un mito. Un best seller che, assieme alle prime Ducati Monster ed MV Agusta Brutale, ha contribuito in maniera decisiva all¡¯esplosione delle nude, un autentico fenomeno di costume che ha fatto diventare motociclisti molti che sino ad allora erano poco interessati al mondo delle due ruote.
Introdotta nel 1998, dopo una versione da 250 cc pensata principalmente per il mercato giapponese, la CB600F si presentava come una moto "democratica", capace di offrire ottime performance ma con un occhio di riguardo anche per i costi (di acquisto e di gestione) e per la facilit¨¤ di guida. E infatti di Hornet Honda ne vendette a bizzeffe, complice il fatto che si trattava di un modello trasversale che strizzava l¡¯occhio a pi¨´ categorie di utenti: l¡¯esperto aveva la possibilit¨¤ di stuzzicare i pruriti pi¨´ sportivi del quattro cilindri in linea preso in prestito dalla Cbr 600; il neofita, magari ex scooterista, poteva beneficiare di una ciclistica sincera e fidarsi di quasi 100 Cv che, se non provocati, sapevano essere docili come tutti i purosangue allevati a Tokyo.
GIAPPO-ITALIANA
¡ª ?Un asso pigliatutto, insomma, che fu in grado di dettare nuovi paradigmi per le moto di media cilindrata spingendo al contempo Honda a proseguire lungo strada tracciata. Nel 2002 ¨¨ il turno della 900, una sorta di spin-off che con il suo propulsore di origine Fireblade e un look da vera streetfighter anticipava di un anno la seconda serie della 600, ancora pi¨´ affilata e sportiva della moto che andava a sostituire. Altro giro, altra corsa: il successo si ripete. La svolta generazionale arriva nel 2007, assieme ad una moto che pur fedele alle antenate nel layout tecnico inaugura un nuovo corso stilistico ¨C ripreso anche dalla prima CB1000R ¨C con l¡¯addio al faro tondo. Cinque anni dopo, nel 2013, Honda manda in pensione anche la terza serie di CB600F, e con lei anche il nome Hornet. Un nome indissolubilmente legato all¡¯Italia, e non solo per il grande apprezzamento che il nostro paese ha dimostrato nei confronti di questa nuda: buona parte della storia del Calabrone, infatti, si ¨¨ scritta tra via della Cecchignola a Roma (dove ha sede l¡¯R&D europeo dell¡¯Ala Dorata) e Atessa, stabilimento abruzzese che fin dal 2001 ha visto nascere le Hornet da 600 cc.
la prossima generazione
¡ª ?Veniamo a noi, cio¨¨ al presente. Anzi al futuro, probabilmente piuttosto prossimo, che vedr¨¤ rinascere una delle naked pi¨´ popolari degli ultimi trent¡¯anni: un ritorno pi¨´ gradito, sull¡¯Honda di altre illustri riedizioni in cui la casa giapponese si ¨¨ lanciata negli ultimi anni. Il riferimento, ovviamente, ¨¨ innanzitutto all¡¯Africa Twin, tornata alla ribalta sotto il nome di Crf-L, ma anche alla sempre pi¨´ probabile nuova Transalp, "tuttoterreno" che con la futura Hornet potrebbe condividere anche qualcosa in pi¨´ della nostalgia. Non ¨¨ da escludere, infatti, che la base tecnica possa essere la stessa, sia per il telaio che per la meccanica: siamo solo nel campo delle speculazioni ma l¡¯ipotesi sarebbe coerente con le indiscrezioni circolate gi¨¤ qualche mese fa, voci secondo le quali sulla piattaforma della prossima Transalp sarebbero pronte a vedere la luce anche una sportiva ed una naked. Che, a questo punto, potrebbe chiamarsi proprio Hornet.
BICILINDRICA
¡ª ?Se ci¨° fosse vero ¨C e sino ad ora non ¨¨ arrivata alcuna conferma ufficiale, per lo meno in forma esplicita ¨C la parentela con la Transalp si tradurrebbe in una svolta tecnica quasi epocale, che vedrebbe la Hornet rinunciare a due cilindri e dunque a quello status di plurifrazionata che in passato ha contribuito a decretarne la fortuna. A favore di questo sospetto depongono anche due indizi ritrovabili nel teaser mostrato a Eicma dalla stessa Honda: il primo ¨¨ di natura acustica, visto che alla fine del filmato si sente ruggire un propulsore che "suona" proprio come un motore a due cilindri; il secondo si nasconde nella sequenza video che, dopo una rapida vista laterale dell¡¯imbiellaggio, mostra l¡¯animazione di quelli che con poco margine di dubbio sembrano essere due pistoni visti dall¡¯alto. Un bicilindrico parallelo, dunque? ? su questa configurazione che ci sentiamo di scommettere, cos¨¬ come su una cilindrata che con grande probabilit¨¤ sar¨¤ superiore a quella delle vecchie Hornet. Compresa, diciamo, tra i 700 e gli 800 cc, una cubatura che la posizionerebbe un gradino sopra alle "medie" propriamente dette.
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PI¨´ AGGRESSIVA
¡ª ?In quanto all¡¯estetica il video diffuso da Honda ¨¨ sensibilmente pi¨´ "esplicito" rispetto ai tanti teaser a cui siamo abituati, e anche se le immagini si limitano a mostrare una sorta di maquette ¨¨ possibile farsi un¡¯idea abbastanza precisa su quelle che grossomodo saranno le forme definitive del modello finale. Rispetto alle progenitrici, innanzitutto, si nota un netto passo avanti in termini di aggressivit¨¤: la Hornet sembra intenzionata a farsi pi¨´ tagliente e minacciosa, grazie ad un look marcatamente sportivo che stilisticamente la avvicina al mondo supernaked. Il frontale appuntito, molto proteso in avanti, fa il paio con una coppia di fianchetti laterali molto pronunciati e con un retrotreno sparato verso l¡¯alto, che con le sue piccole prese d¡¯aria laterali si configura quasi come una citazione alle bellissime Cbr-RR di met¨¤ anni Duemila. Da un punto di vista tecnico, ammesso che si possa trarre qualche conclusione, si notano una forcella anteriore a steli rovesciati, un impianto frenante con pinze anteriori ad attacco radiale ed un forcellone posteriore bibraccio a banana.
SACRILEGIO?
¡ª ?Sicuramente ¨¨ pi¨´ che legittimo aspettarsi qualche polemica, soprattutto dai pi¨´ appassionati alla stirpe Hornet: saranno in grado, gli integralisti, di digerire la trasformazione del Calabrone da quadri a bicilindrico? La nuova nata, in ogni caso, sembrerebbe destinata ad affiancare, e non a sostituire, la CB650R, nuda dal sapore vagamente retr¨° che con il suo quattro-in-linea costituisce la proposta media nella gamma Neo Sports Caf¨¦. Gli irriducibili del plurifrazionato, dunque, non hanno motivo di fasciarsi la testa prima del tempo. Anche perch¨¦ Honda potrebbe cogliere la palla al balzo per lanciarsi in un¡¯operazione simile a quella avviata vent¡¯anni fa con la CB900F, espandendo cio¨¨ la gamma verso l¡¯alto: d¡¯altra parte entro il 2025 la casa di Tokyo sar¨¤ chiamata a dare un¡¯erede all¡¯odierna CB1000R, dunque quale migliore occasione per sfornare una nuova maxi-Hornet a quattro cilindri? Un nome di tale peso merita di venire valorizzato fino in fondo, e siamo sicuri che a Tokyo sapranno giocarsi bene le proprie carte.
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