moto d'epoca
Ducati 860: il design di Giugiaro per una moto "sfortunata"
Verrebbe da dire: a ognuno il suo mestiere. Giorgetto Giugiaro, stracelebrato designer di auto (tanto per dare un esempio dalla sua matita ¨¨ nata la mitica Volkswagen Golf, ndr) nel 1973 ha provato a cimentarsi anche nelle moto disegnando la Ducati 860 GT, proponendo le stesse linee spigolose della coeva berlina tedesca. La moto ¨¨ rimasta in produzione dal 1974 al 1979, ma il risultato non fu molto brillante. Ne costruirono varie versioni: nel 1975 venne sostituita dalla 860 Gts. Poi, dopo il primo anno di produzione, sempre dal 1975 tutte le 860 furono dotate di avviamento elettrico. Ma non serv¨¬ a nulla. E anche sul mercato collezionistico d'epoca la 860 non ¨¨ affatto ricercata, nonostante sia una moto abbastanza rara da trovare.
il flop di borgo panigale
¡ª ?La 860 in tutte le sue versioni fu uno dei pi¨´ grossi insuccessi della gloriosa casa bolognese. Questa maxi non piacque a nessuno. "Fu presentata al Motosalone di Milano del 1973 ¨C fa osservare Livio Lodi, il responsabile del Museo di Borgo Panigale?¨C e dal 1974 al 1979 ne hanno prodotte 5.167 ¨C la 860 fu in assoluto tra le pi¨´ sfortunate mai costruite insieme al parallelo 350 e 500. La 860 nel Museo non l'abbiamo perch¨¦ esponiamo soltanto moto che rappresentano tappe importanti nella storia tecnica e produttiva della Ducati". La dovettero ritirare dal mercato nel 1977 dopo averla venduta in numeri limitati rispetto al previsto. In effetti questa moto a dire che era brutta era fargli un complimento. Linee squadrate. Poco contava che era nata da una matita illustrissima qual ¨¨ quella di Giugiaro, che disegn¨° anche il logo apparso sulla Ducati Spaggiari con cui ha corso e stravinto Franco Uncini a met¨¤ degli anni Settanta. Inizialmente la 860 aveva il cambio a destra come tutte le Ducati, poi per il mercato statunitense ne venne appositamente realizzata una variante con cambio a sinistra come le giapponesi. Ma anche negli Stati Uniti non ha mai riscosso un grande successo. E ci¨° nonostante tutte le moto di Borgo Panigale, sia d'epoca sia moderne, abbiano sempre conquistato buone fette del mercato statunitense.
le caratteristiche tecniche
¡ª ?Motore a V longitudinale di 90¡ã raffreddato ad aria con cambio a cinque rapporti, la 860 aveva una cilindrata effettiva di 863,9 cc e la distribuzione a due valvole in testa comandate da un albero a camme, mentre l'accensione era a spinterogeno. Questo motore superquadro (86 x 74,4 mm le misure di alesaggio e corsa) era in grado di erogare una potenza di 65 Cv a 7.000 giri che le consentiva di raggiungere una velocit¨¤ massima intorno ai 180 km/h. Per la ciclistica invece si avvaleva di un telaio tubolare a doppia culla aperta mentre l'impianto frenante era misto: disponeva infatti di un doppio disco anteriore e un tamburo posteriore. Non era pesantissima, il suo peso infatti era di 235 kg e quindi, grazie al suo ingombro trasversale limitato, aveva anche una buona maneggevolezza e guidabilit¨¤. Il canto del cigno lo ebbe nel 1977 quando ne venne cessata la produzione. Senza alcun rimpianto, sia da parte di tutti gli appassionati da cui non era stata mai apprezzata, sia dalla stessa Ducati.
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