Un capolavoro d¡¯ingegneria dal design unico, nato dalla collaborazione tra due brand iconici del Made in Italy. Ne vennero costruiti solo 40 nei primi Anni 90: ora hanno quotazioni al top
Enzo Ferrari ¨¨ scomparso il giorno prima del Ferragosto 1988. Un uomo di auto, un uomo di campagna. Eppure una delle sue aspirazioni era quella di creare una barca che portasse il Cavallino sul mare. A Maranello se ne fanno un punto d'onore e quindi la Ferrari si rivolge a Riva, il cantiere per eccellenza di motoscafi veloci. A Sarnico colgono subito la bont¨¤ dell¡¯idea e affidano il progetto a Gino Gervasoni - cognato del mitico Carlo Riva - e pronto a lasciare la guida dell'azienda, acquistata da Rolls-Royce. La sinergia ¨¨ stretta, il lavoro certosino. Da un lato, in Ferrari, viene sviluppato il lato relativo l¡¯ingegnerizzazione, con studi sui materiali, sull¡¯aerodinamica e sullo stile. Dall¡¯altra parte, Riva, processa gli input in arrivo dall¡¯Emilia-Romagna, adattandoli alle peculiarit¨¤ della progettazione e costruzione navale. L¡¯obiettivo ¨¨ semplice, creare uno scafo eccezionale, capace di sposare al meglio le filosofie di ambedue le realt¨¤, potendone cos¨¬ portare ambedue i nomi.?Il risultato fu sin da subito incoraggiante e, quando il prototipo riusc¨¬ a superare i 100 km/h, ne venne avviata la produzione in piccola serie. Era nato un piccolo capolavoro sull'acqua: il Riva Ferrari 32.
i "graffi" del TESTAROSSA
¡ª ?Con uno scafo di 10 metri - da qui il numero 32 che identifica la lunghezza in piedi - il motoscafo ¨¨ spinto da due motori Bpm Vulcano 400 V8 da 390 Cv e prestazioni equiparabili a quelle di una imbarcazione da competizione off-shore, con una velocit¨¤ massima che tocca i 54 nodi (appunto circa 100 km/h). Per il design, l¡¯intenzione era quella di riproporre gli stilemi Ferrari ed in particolar modo del contemporaneo modello Testarossa, da cui eredita gli stupendi "graffi" che avrebbero consacrato quella vettura alla storia, posizionati sulla carena laterale e sulla poppa per areare il vano motori. Il tocco esclusivo ¨¨ fornito dall¡¯ala di colore nero posizionata sopra la coperta. Si tratta di un elemento funzionale, che richiese un approfondito studio aerodinamico da parte dei tecnici Ferrari per riuscire ad ottenere un effetto portante e alleggerire la barca alle velocit¨¤ pi¨´ elevate migliorandone le prestazioni. Anche il parabrezza ¨¨ minimale, con una fascia nera che completa il profilo della tuga (la struttura rialzata rispetto al piano di coperta), nell¡¯ottica di quella maniacale pulizia delle linee ma, soprattutto, a vantaggio della performance.
CRUSCOTTO DA SUPERCAr
¡ª ?Gli spazi sono stati ben sfruttati con il pozzetto di stile classico e i sedili del pilota e del co-pilota che possono essere ribaltati in modo che la barca possa essere governata stando seduti o in piedi. La strumentazione Riva/Vdo ¨¨ quella di una Ferrari di quegli anni, con tutti i dati a disposizione per sentirsi dei veri piloti, ma con la giusta eleganza che solo un motoscafo Riva riesce a trasmettere. La barca ¨¨ anche dotata di una cabina a prua che consente brevi gite al lago o alla fonda in una baia del Belpaese. A bordo tutto ¨¨ ridotto all¡¯essenziale, ma la qualit¨¤ dei materiali e lo studio degli spazi rendono l¡¯ambiente molto accogliente e piacevolmente vivibile. Chi le mette in vendita sa di poter contare su una montagna di quattrini: l'ultimo esemplare finito all'asta - il numero 28 - ¨¨ stato venduto nel 2022 a 282.525 euro.
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