Mitsubishi Colt: la prova della full hybrid da oltre 21 km/l

Quella di Mitsubishi è un’interessante operazione di marketing, ripartendo da un prodotto valido e affermato. Sfruttando la piattaforma Cmf-B del gruppo Renault e, di fatto, replicando la Clio, con la nuova Colt la casa giapponese rientra di diritto in una posizione di rilevanza nel segmento B dopo 11 anni di assenza. La strategia gioca sull’offrire tutto di serie, con il cliente che si deve preoccupare solo di scegliere la motorizzazione, l’allestimento e il colore della nuova Colt. Non vi sono dunque optional, anzi: la garanzia, anziché di 2 anni, è di 5, così come il soccorso stradale, con la batteria dell’unità elettrica garantita per 8 anni o 160.000 km. Insomma, una dotazione tecnica completa in ottica di semplificazione della gamma e consegne in breve tempo. Oggetto del test è la versione più tecnologicamente avanzata, la full hybrid da 143 Cv, il cui prezzo di listino è di 29.500 euro, incentivi esclusi.

Mitsubishi Colt: come è fatta, il design

Dal punto di vista del design sono ben poche le differenze con la Renault Clio: la Mitsubishi Colt è lunga 405 cm, larga 180 e alta 144, con spazio per 5 posti e proporzionata nelle dimensioni. Il bagagliaio sulla full hybrid si riduce da 391 a 301 litri per far spazio alla parte elettrica, ma rimane comunque un vano bagagli di tutto rispetto. ? una segmento B compatta ma al tempo stesso spaziosa il giusto per affrontare comodamente un viaggio con bambini (massimo 2) al seguito. Si distingue dalla Clio per un frontale leggermente diverso: vi sono un paio di elementi cromati speculari che esaltano il logo Mitsubishi al centro della mascherina (rivista) e un design dedicato per la parte bassa della firma luminosa. A questo si aggiunge il lettering Mitsubishi sul portellone posteriore, preferito rispetto al logo, e stuzzicanti cerchi in lega da 17” montati su pneumatici 205/45.

Mitsubishi Colt: come è fatta, gli interni

Sulla Mitsubishi Colt più tecnologica, all’interno si apprezza l’assenza di optional, avendo tutto di serie. Raro trovare sedili e volante riscaldabili su una segmento B: qui ci sono. Lo schermo verticale da 9,3” è semplice, facile e intuitivo. Non dispersivo, non ha tantissime funzioni ma sono chiare e precise. La compatibilità con Apple Car Play e Android Auto anche wireless è un bel vantaggio. A supporto dello schermo dell’infotainment vi è il cruscotto digitale da 10”, personalizzabile nella visualizzazione e anch’esso chiaro e immediato nella lettura. Sono presenti tasti fisici per la climatizzazione (monozona), due prese Usb-A e la piastra a induzione per la ricarica dello smartphone. Il volante è piacevole da impugnare, la seduta confortevole eccezion fatta per l’appoggio rigido per il ginocchio destro del guidatore e vi è largo uso della plastica per gli interni.

Mitsubishi Colt: come è fatta, la tecnica

La Mitsubishi Colt Hev, basata su piattaforma Cmf-B del gruppo Renault, monta un motore quattro cilindri in linea benzina aspirato a ciclo Atkinson da 1598 cc omologato Euro 6d. La potenza del motore endotermico è di 94 Cv a 5.600 giri/min, con la coppia massima pari a 144 Nm a 3.200 giri/min. La potenza del primo dei due motori elettrici, che affianca quello a combustione, fornisce ulteriori 49 Cv di potenza, mentre l’altro ne produce 24 e lavora come starter generator ad alto voltaggio. La potenza di sistema è dunque di 143 Cv. La batteria agli ioni di litio che alimenta il motore elettrico principale ha una capacità di 1,2 kWh.

Mitsubishi Colt: come è fatta, prestazioni e consumi

Il cambio automatico è il conosciuto Multimode a innesti diretti senza frizione: 4 marce per l’endotermico e 2 per l’elettrico, con 15 combinazioni totali. La trazione è ovviamente anteriore, mentre le prestazioni parlano di una velocità massima di 180 km/h e un’accelerazione 0-100 km/h che avviene in 9,3 secondi. Mitsubishi dichiara una percorrenza di 23,8 km con un litro di benzina, mentre nella nostra prova – effettuata per due terzi del tempo in autostrada – abbiamo fatto registrare 21,5 km/l di media. In città è dove si ottengono i migliori consumi, con una percorrenza di 26 km/l. Ciò è possibile anche laddove vi siano le condizioni di traffico adeguate in tangenziale o lungo un percorso extraurbano, specie se si sposta le leva del cambio in Brake, con la massima frenata rigenerativa. Tre, infine, le modalità di guida: Eco, Sport e MySense.

Mitsubishi Colt: come va

Essendo full optional, sulla Colt Hev troviamo di serie il cruise control adattivo e il mantenimento al centro della corsia, due Adas (non invadenti) utili specie in condizioni autostradali, mentre per parcheggi millimetrici in città ci si può avvalere di un ottimo raggio di sterzata e di due telecamere, una posteriore e una frontale. Non saranno super definite, ma è già un’ottima notizia averle su una vettura di segmento B. Volgendo lo sguardo alla guida vera e propria, impossibile non notare la fluidità di marcia della vettura, con una transizione naturale dalla modalità elettrica a quella ibrida coadiuvata da un cambio che svolge bene il suo lavoro, mettendo sotto sforzo l’endotermico solo quando richiesto. A ottimi consumi corrispondono anche discrete prestazioni: lo scatto è brillante nonostante l’assenza del turbo grazie all’aiuto della parte elettrica, con risposte immediate a ogni tocco dell’acceleratore. Infine, comfort e dinamicità coesistono grazie a un assetto abbastanza confortevole ma che si avvale di una piattaforma solida, ben fatta, stabile e sicura.

Mitsubishi Colt: pregi e difetti

Di seguito i pregi ed i difetti riscontrati sulla nuova Mitsubishi Colt durante la prova di circa 1.400 km.

Piace

• Consumi: una media di 21,5 km/l con picchi di 26 km/l in città e in tangenziale sono ottimi valori di percorrenza, ottimizzati anche dalla valida modalità Brake, poco invadente ed efficace.
• Adas: personalizzabili, poco invadenti ma comunque presenti.
• Equipaggiamento: una dotazione tecnica completa con tanto di volante e sedili anteriori riscaldabili.
• Assistenza: apprezzabile lo sforzo in termini di garanzia da parte di Mitsubishi.

Non piace

• Prezzo: si sfiorano i 30.000 euro di listino, al netto di incentivi, per un’utilitaria. Ricca e tecnologica, certo, ma sono tanti soldi .
• Plastica: sulla plancia, nel tunnel centrale, sui pannelli portiere. Plastica ovunque e sempre abbastanza dura. Anche dove il guidatore tende ad appoggiare il ginocchio destro durante la guida, alla lunga può diventare fastidioso.