Uno dei grandi cuochi milanesi da cinque anni guida le Volvo. Con una vera passione per le lunghe percorrenze (fino a Tokyo)
Dei suoi 65 anni (ben portati), 35 li ha passati in cucina. Sempre a Milano, pi¨´ o meno sui Navigli. Claudio Sadler ha iniziato sulla Ripa di Porta Ticinese all¡¯Osteria di Porta Cicca, nel 1986: erano i tempi del Marchesi in via Bonvesin della Riva e di Santin all¡¯Antica Osteria del Ponte. Cinque anni dopo la prima stella Michelin per una cucina ¡°moderna in evoluzione¡±, studiata a lungo e disegnata ¨C con i pastelli, ieri come oggi ¨C prima di testarla ai fornelli. Nel 1995 il trasloco in via Troilo e poi sul Naviglio Pavese, nel 2007: a fianco del ristorante gourmet c¡¯¨¨ un secondo locale, Chic ¡®n Quick-Trattoria Moderna. Sadler ¨¨ un innovatore, uno scrittore - con otto libri di cucina pubblicati - e un bravissimo insegnante nei suoi corsi. ¡°Quando mi propongono cose semplici, che capisco subito e mi piacciono, parto e non mi preoccupo se la cosa ha un iter molto lungo¡± spiega lo chef milanese, testimonial di Volvo.
Sadler, narri il suo excursus automobilistico prima di diventare un seguace della casa svedese.
¡°Ho cambiato molte vetture ma ne sono rimaste tre nel cuore. La prima ¨¨ stata una Dyane, che mi ha regalato tante emozioni giovanili. La seconda una Bmw Serie 3 station wagon, il debutto nella fascia premium. La terza una Lexus RX, che mi ha permesso di scoprire i vantaggi dell¡¯ibrido¡±
Il primo passo nel mondo Volvo?
¡°Una XC 90, cinque anni fa. Ero prevenuto, lo ammetto: mi sembrava un¡¯auto elegante ma fredda. Invece, mi ha conquistato in fretta: al di l¨¤ che ¨¨ ipersicura come nello stile Volvo, risulta piacevole da guidare e soprattutto con un livello di comfort pazzesco. Scendi dopo 400/500 km e sei pi¨´ riposato di quando hai iniziato a guidare. Una compagna di viaggio perfetta per chi ha la comodit¨¤ come primo valore¡±.
Altri modelli guidati nella carriera di ¡°volvista¡±?
¡°La V60 Cross Country, un gran mezzo e una tipologia molto interessante di auto. Poi la V60 T8 dove si sentono, eccome, i quasi 400 Cv di potenza: altro che station wagon. A volte mi guardavano sorpresi mentre lasciavo indietro macchine sportive. E ancora l¡¯ammiraglia V90: elegante e che permette di portarsi dietro praticamente il ristorante, tanto ¨¨ ampio il bagagliaio¡±.
Per¨° abbiamo visto nel parcheggio del ristorante la V60 R-Design con il suo bel diesel
¡°? vero ma sono in attesa della XC 60 plug-in: ¨¨ gi¨¤ pronta la colonnina per la ricarica. Il futuro delle vetture elettriche e plug-in passa anche per la possibilit¨¤ dei locali di offrire la possibilit¨¤ di ricaricare l¡¯auto mentre sei seduto a tavola. E sono obiettivamente la rotta da seguire: quando mi dicono che non siamo ancora pronti al passaggio e danno problemi di gestione, rispondo sempre citando il sottoscritto che guardava il cambio automatico come una stranezza per pochi e che toglieva il piacere di guida. Ora non posso pensare a una vettura con il cambio manuale. E mi sa che siamo in tanti¡±.
Cosa le piace di Volvo?
¡°Il fatto che ogni loro manager italiano e straniero che incontro creda realmente nel progetto di un¡¯auto green e sicura. Vedo uno spirito realmente positivo, che parte dall¡¯approccio ¡°nordico¡± al mondo e arriva a chi se ne occupa in Italia. Non ¨¨ solo marketing, insomma. E poi non pu¨° che piacermi lo Spazio Volvo a Porta Nuova: ho portato i miei piatti a vari eventi, ho presentato un mio libro, ho organizzato dei corsi di cucina. Non vedo l¡¯ora che riapra¡±.
Lei ¨¨ presidente de Le Soste, l¡¯associazione che raggruppa i migliori ristoranti italiani, ed ¨¨ impegnato con la Fipe sul fronte della crisi drammatica del suo settore. Anche l¡¯auto italiana naviga in cattive acque. Trova dei punti in comune?
¡°Sono due comparti fondamentali, che portano ricchezza al Paese e fanno lavorare migliaia di persone, anche nell¡¯indotto. La grossa differenza ¨¨ che l¡¯automotive ¨¨ rappresentato da poche, pochissime grandi aziende che da sempre hanno un peso nei confronti della politica. La ristorazione, come ¨¨ organizzata da noi, parte dai chioschi davanti allo stadio e arriva ai tre stelle Michelin ma soprattutto ¨¨ composta da circa 260 mila imprese, alcune piccolissime. Stiamo vivendo, sinora, sui cosiddetti ristori ma ¨¨ un periodo terribile. E la cosa che mi rende di cattivo umore ¨¨ pensare a come era iniziato benissimo il 2019, con numeri record¡±.
Torniamo a Milano, citt¨¤ che adora ed ¨¨ ricambiato visto che nel 2018 ha ricevuto anche l¡¯Ambrogino d¡¯Oro. Come siamo messi con la mobilit¨¤?
¡°Bene, pensando a quanto vedo a Roma dove girare in auto ¨¨ folle. A me pare sia stato creato un sistema per cui uno ¨¨ libero di utilizzare qualsiasi mezzo, sapendo vantaggi e svantaggi della scelta. Per esempio, vado e vengo sul Naviglio con l¡¯auto ma se devo andare in centro prendo la bici elettrica, a meno che non ci sia un clima orribile. Certo, mi rendo conto che la nuova ciclabile in corso Buenos Aires e viale Monza possa non piacere a chi si sposta in macchina. Ma alla fine, in una grande citt¨¤ bisogna trovare dei compromessi¡±.
Lontano da Milano, quali strade si sente di consigliare ai lettori di Gazzetta Motori?
¡°La Genova-Ventimiglia, in una giornata di sole, resta spettacolare per la vista sul mar Ligure. Poi mi piace sempre percorrere l¡¯autostrada del Brennero, seguita da un percorso in una delle valli dell¡¯Alto Adige: appena esci da un casello, trovi subito dei posti suggestivi. E poi consiglio sempre una gita sui laghi lombardi, il mio preferito ¨¨ il Maggiore: parto da Castelletto Ticino e poi salgo sino a Luino¡±.
Per lei il viaggio ¨¨ solo relax?
¡°Diciamo che resetto: imposto il cruise control e faccio ordine mentale. Evito di rispondere a chi rompe, riprendo contatti lasciati in sospeso. E mi capita di pensare a questo o quel piatto, rivedendo gli ingredienti. Oppure mi viene voglia di provarne uno nuovo. Ecco perch¨¦ i km passano in fretta, al di l¨¤ della comodit¨¤ della vettura. Una piccola magia¡±.
Chiudiamo con il viaggio da sogno?
¡°Milano-Tokyo, raggiungendo prima Mosca e poi traversando la Siberia sino a Vladivostok e da l¨¬ raggiungere il Giappone con il traghetto. Mi sono innamorato del Sol Levante quando ho gestito un ristorante nella Capitale, dal 2003 al 2008, scoprendo una cultura non solo del cibo che punta sempre alla qualit¨¤ assoluta. Sarebbe un remake affascinante da godersi pian piano, visto che sono 12mila km sino al porto d¡¯imbarco. E poi altri 700 km dalla costa giapponese sino a Tokyo. Ci vuole solo tanto tempo. Per l¡¯auto sono tranquillo¡±.
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