Dopo un lungo tira e molla di annunci e discussioni, gli incentivi auto destinati a veicoli benzina, diesel e ibridi con emissioni di Co2 tra 61 e 110 g/km entreranno in vigore dal primo giorno di agosto. Tre milioni e 600 mila auto sono Euro 0
Gli incentivi auto si affiancheranno all¡¯Ecobonus auto a partire da sabato 1¡ã agosto. Sono destinati a veicoli con qualsiasi tipo di alimentazione ¨C benzina, diesel e ibrida ¨C a patto che le emissioni di Co2 siano comprese tra 61 e 110 grammi per chilometro. Al di sotto di tale soglia scatta l¡¯Ecobonus, che premia le auto elettriche e le ibride plug-in. Per beneficiare dell¡¯incentivo 61-110, la nuova auto deve essere omologata in una classe non inferiore ad Euro 6 di ultima generazione - su quest¡¯ultima definizione si attendono i chiarimenti tramite Faq sul sito di Palazzo Chigi - e avere un prezzo risultante dal listino prezzi ufficiale della casa automobilistica produttrice inferiore a 40.000 euro al netto dell¡¯Iva. L¡¯importo dell¡¯incentivo raggiunge i 3.500 euro se contestualmente all¡¯acquisto viene rottamata una vecchia vettura Euro 0, 1, 2 o 3; la somma ¨¨ ripartita in 1.500 euro di contributo pubblico e 2.000 come sconto effettuato dal concessionario. Senza rottamazione l¡¯incentivo si dimezza: 1.750 euro. Con la legge n¡ã77 pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 17 luglio si ¨¨ provveduto anche a rifinanziare l¡¯incentivo per elettriche e plug-in con 100 milioni di euro per l¡¯anno 2020 e di 200 milioni di euro per l¡¯anno 2021.
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QUASI 13 MILIONI DI AUTO VECCHIE
¡ª ?Il parco circolante italiano deve essere svecchiato, in particolar modo ¨¨ necessario ridurre la quota di vetture pi¨´ vecchie, pi¨´ inquinanti e meno sicure. Secondo i dati Aci, le automobili con omologazione antinquinamento fino ad Euro 3 compresa ¨C che rientrano nella campagna rottamazione - sono poco meno di 13 milioni, un terzo dei 39 milioni e mezzo totali. Un dato che fa riflettere: 3,6 milioni di automobili che circolano sulle strade italiane sono Euro 0, dunque immatricolate prima del 1¡ã gennaio 1993. Al di l¨¤ di una ragionevole fetta di auto di interesse storico ¨C circa 800 mila secondo l¡¯Aci ¨C ce ne sono ancora troppe in giro, e non va certo meglio se consideriamo anche le Euro 1, 2 e 3 perch¨¦ sia in termini di emissioni inquinati o climalteranti, sia in termini di dotazioni di sicurezza, la differenza con le auto di nuova omologazione ¨¨ abissale.
DOVE CIRCOLANO LE AUTO PI? INQUINANTI
¡ª ?In quali regioni o citt¨¤ circolano queste auto vecchie ed inquinanti? Un¡¯analisi condotta dal portale assicurativo Facile.it fornisce una mappa piuttosto precisa: se si guarda ai valori assoluti, la maglia nera spetta alla Campania che, da sola, conta pi¨´ di 503.000 auto private Euro 0 ancora immatricolate, un sesto del totale italiano. In seconda posizione si trova la Sicilia, dove le vetture appartenenti a questa categoria sono quasi 429.000 e la Lombardia, che conta poco pi¨´ di 383.000 autovetture Euro 0. Se analizziamo i dati in termini percentuali rispetto al totale, al primo posto si conferma ancora la Campania dove addirittura il 14% delle autovetture rientra nella categoria Euro 0, mentre al secondo posto si trova la Calabria, dove la percentuale ¨¨ pari al 13,7%; slitta al terzo posto la Sicilia con il 12,6%. Se si allarga il discorso includendovi tutte le vetture Euro 0-1-2-3 ¨¨ la Calabria a conquistare la prima posizione della poco invidiabile classifica; nella regione quasi 1 veicolo su 2 (48,3%) appartiene ad una categoria inferiore a quella Euro 4; al secondo posto si trova la Sicilia (47,9%), mentre sul gradino pi¨´ basso del podio c¡¯¨¨ la Campania (46,7%). Prendendo in esame non le regioni ma le provincie emerge che maglia nera d¡¯Italia ¨¨ la provincia di Napoli, dove il 15,77% del parco auto circolante appartiene alla categoria Euro 0. Secondo e terzo posto per due province calabresi; quella di Reggio Calabria (15,32%) e la vicina Vibo Valentia (15,25%). Valore pi¨´ contenuto, ma comunque superiore alla media nazionale, per la provincia di Roma, dove l¡¯8,63% ¨¨ un Euro 0, mentre in provincia di Milano la percentuale scende al 6,60%.
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