L'ingegnere torinese, progettista delle Lancia iridate nel mondiale rally, racconta come ¨¨ nata la vettura del Biscione pi¨´ vincente in pista. "All'esordio riuscimmo a sorprendere Mercedes, con i giochi di squadra forse saremmo riusciti a conquistare pi¨´ titoli"
Tra le automobili italiane a ruote coperte che hanno fatto la storia dell'automobilismo sportivo di fine del millennio scorso, un posto di prestigio lo ha sicuramente l'Alfa Romeo 155 V6 TI vincitrice del Dtm 1993, il campionato turismo tedesco, a quei tempi ambitissimo e combattuto. Non a caso, questa vettura nasce dallo stesso gruppo di lavoro che aveva progettato le straordinarie Lancia pluricampioni nel mondiale rally, in particolare 037 e Delta. Proprio il criticatissimo ritiro ufficiale dai rally della casa di Chivasso spinse il gruppo Fiat a impegnarsi in quella che allora era considerata la migliore vetrina per trainare la vendita di berline per famiglia, in particolare sul ricco mercato tedesco, ma anche nel resto d'Europa data la risonanza mediatica di una serie dove a sfidarsi erano le case ufficiali.?
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doppio titolo, mercedes battuta
¡ª ?Contrariamente agli altri campionati turismo nazionali, in Germania era consentito modificare radicalmente la meccanica della vettura, realizzando veri e propri prototipi a ruote coperte. Di conseguenza, la potenza massima del 6 cilindri 2500 cc (limite massimo di cilindrata consentito) arriver¨¤ a fine carriera fino a quasi 500 Cv. Da notare che mentre la vettura di serie aveva motore trasversale, qui venne invece montato longitudinalmente, cos¨¬ come la trazione anteriore si trasform¨° in una sofisticata integrale con cambio sequenziale a sei rapporti di tipo semiautomatico elettroidraulico. L'Alfa Romeo irruppe nel Dtm sorprendendo Mercedes, che riteneva imbattibile la sua 190 AMG, aggiudicandosi sia il titolo piloti con un fortissimo Nicola Larini, sia quello costruttori grazie al contributo delle altre vetture ufficiali di Nannini, Francia e Danner. La 155 V6 rimase protagonista nel Dtm fino al 1996, vincendo 38 manche su 89, meglio di ogni altra concorrente, ma non riuscendo pi¨´ a fare proprio il titolo per varie vicissitudini.
successi e mancati giochi di squadra
¡ª ?Il progettista di questa iconica vettura ¨¨ stato l'ingegnere Sergio Limone, gi¨¤ responsabile della bellissima Lancia 037 e uomo di punta nello sviluppo delle Delta, cui chiediamo come nasce la 155.
"Il gruppo Fiat ¨C ci risponde l'ingegnere torinese ¨C in quel periodo puntava molto sull'Alfa, per cui si decise di indirizzare tutte le competenze Abarth per quanto riguarda la parte vettura ed Alfa Corse per il propulsore su questo progetto. La decisione venne presa alla fine del 1990. Nel 1992, dopo un anno interamente dedicato allo sviluppo, debuttammo con la 155 Gta nel Campionato Italiano Turismo per prendere confidenza con il mezzo e rodare la squadra, ed infine nel 1993 ci impegnammo nel Dtm".
Quali erano le caratteristiche vincenti della 155??
"Sicuramente l'ottima trazione integrale, che le concorrenti non avevano, ed un valido motore sviluppato dall'ingegner Giuseppe D'Agostino. In pi¨´, ci metterei il grande sforzo organizzativo nello sviluppare il prototipo, se ben ricordo facemmo in inverno con due vetture circa 4.000 km in pista, veramente un grande impegno in termini di uomini e materiali. Preciso che nonostante l'impegno del campionato, non abbiamo mai fatto base in Germania, andando e tornando ogni volta da Milano. Senza dubbio la Mercedes non si aspettava di trovare un avversario cos¨¬ competitivo".
Come erano i vostri piloti di punta, Larini e Nannini?
"Conoscevo soprattutto Nicola Larini, che condusse in maniera magistrale lo sviluppo finale della 155 fino a portarla ad un altissimo livello di competitivit¨¤. Io non ero presente a tutte le gare, occupandomi principalmente dello sviluppo della 155, quindi con Nannini ero meno in confidenza, per¨° senza dubbio la coppia ha funzionato benissimo".
Perch¨¦ dopo il 1993 la 155 non vinse pi¨´ il titolo??
"Nel 1994 la vettura era ancora molto competitiva, tanto che si aggiudic¨° pi¨´ gare di ogni altra rivale. Penso perdemmo il titolo probabilmente perch¨¦ non si vollero dare ordini di scuderia. Nel 1995 il regolamento a causa dei ripensamenti Mercedes arriv¨° molto tardi; venivano introdotte le sospensioni libere e noi non eravamo pronti, corremmo le prime gare con una vettura ancora grezza e non fummo mai veramente in lotta per la vittoria finale. Nel 1996 la 155 era di nuovo leader, in particolare ricordo introducemmo il serbatoio della benzina in materiale composito alle spalle del pilota con funzione strutturale portante, esattamente come sulle Formula 1. Ci imponemmo in molte manche ma, a mio avviso, fummo ostacolati dal non mettere in atto un gioco di squadra. La stagione seguente eravamo pronti con una evoluzione, ma il campionato venne sospeso per eccesso di costi, stava diventando improponibile per le tre case ufficiali fornire vetture cos¨¬ sofisticate anche ai team satellite. Inoltre, il Dtm era senza dubbio osteggiato dalla Federazione, che ci vedeva una minaccia alla popolarit¨¤ della Formula 1".
Ingegnere, ci ha incuriositi: ci spieghi in cosa ¨¨ consistita questa mancanza di gioco di squadra?
"Il responsabile di Alfa Corse era Giorgio Pianta, un eccellente ex pilota, che si ¨¨ sempre rifiutato di imporre a uno dei suoi driver di rallentare. Se avessimo designato un pilota leader, chiedendo agli altri di mettersi al suo servizio, forse avremmo potuto raccogliere di pi¨´ in termini di titoli, ma non era nella sua indole".
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