Nella cosiddetta fase 2 le limitazioni sul trasporto pubblico potrebbero rilanciare il settore, con l¡¯incognita del timore degli utenti e del loro comportamento
Il trasporto pubblico ¨¨ ovviamente tra le preoccupazioni del governo in vista dell'inizio della cosiddetta fase 2 dell¡¯emergenza coronavirus, fissata per il 4 maggio, e che vede impegnate le aziende comunali e regionali. Ma stanno sfuggendo di vista i problemi del car sharing, sempre pi¨´ diffuso nelle grandi citt¨¤: da un lato c'¨¨ l'esigenza di tutelare chi lo usa e dall'altro la paura degli operatori di perdere gran parte dei frequentatori abituali per la mancanza di regole chiare sulla sicurezza dei mezzi. Ovviamente, a differenza dei taxi, manca un responsabile che possa imporre delle regole precise (o almeno di buon senso) all'utilizzatore. Durante l'uso del car sharing, ¨¨ solo il comportamento del cliente a fare la differenza.
Nicola Luise, responsabile del settore autoriparatori di Konsumer Italia, sulla mobilit¨¤ urbana ha chiesto alle istituzioni regole certe. ¡°Le vetture in sharing - ha dichiarato - potrebbero diventare veicoli di diffusione del virus, poich¨¦ il mezzo dopo l'utilizzo ritorna velocemente in circolazione. Le logiche stesse del car-sharing, in cui le auto sono a disposizione dei clienti in luoghi diversi e segnalate con una logica di prossimit¨¤, non garantiscono una continua ed efficace sanificazione¡±.
I PERICOLI
¡ª ?¡°? noto che il Covid-19 sopravvive a lungo sulle superfici, quindi il problema riguarda anche le vetture - spiega il virologo Luca Bartilucci - il volante dell'auto ¨¨ fra gli oggetti pi¨´ sporchi del mondo, mediamente quattro volte in pi¨´ della tavoletta di un wc pubblico. Batteri diversi, a cui sono esposti gli occupanti dell'auto e tutto quello che vi portano a bordo, cibo incluso. E spesso ¨¨ proprio il cibo a fare da catalizzatore per indesiderati microrganismi: la classica patatina o il biscotto che cadono fra o sotto i sedili possono diventare un ricettacolo di batteri. Ci sono inoltre ragioni pi¨´ che buone per usare i guanti monouso al distributore quando si fa carburante con il self-service¡±. Da qui un protocollo empirico che l'Osservatorio per l'Educazione alla Sicurezza Stradale della regione Emilia ha cos¨¬ sintetizzato: pulire le superfici interne, con particolare attenzione a volante, cambio e chiavi di avviamento, con prodotti che sanificano; sostituire i filtri dell'aria condizionata e disinfettarli con gli appositi spray per ridurre i batteri aerobici che circolano nell'abitacolo; usare l'aspirapolvere sulla tappezzeria e lavarla con gli appositi prodotti detergenti, prestando particolare attenzione ai tappetini dell'auto; per una pulizia in profondit¨¤, togliere anche il filtro dell'aria, e sanificare anche le bocchette e i tubi che mettono in circolo l'aria stessa.
TROPPI PASSAGGI
¡ª ?? evidente che il problema riguarda particolarmente il car sharing, che stava vivendo una crescita importante nelle nostre maggiori citt¨¤. Perch¨¦ chi noleggia ai privati, non conta se per poche ore o per una settimana, consegner¨¤ all'inizio del contratto una macchina perfettamente sanificata con un trattamento professionale a base di ozono - l'unico riconosciuto per ora dal Ministero della Sanit¨¤ - mediante una procedura affine a quella che si usa negli ospedali. In seguito, star¨¤ all'utilizzatore decidere come comportarsi ma l'auto non passa abitualmente di mano in mano come nel car sharing. Per le flotte aziendali, c'¨¨ una responsabilit¨¤ acclarata di chi le gestisce all'interno della societ¨¤. E come abbiamo gi¨¤ detto, un taxista ha tutto l'interesse a far rispettare le regole a bordo della propria vettura, in primis per la propria salute. La richiesta di Konsumer Italia ¨¨ condivisibile: ¡°Chiediamo alle istituzioni di dettare regole certe a tutela della salute degli utilizzatori - continua Nicola Luise - e che vengano previsti dispositivi per la sanificazione veloce ad ogni sosta, intervallata da una sanificazione profonda, eseguita in concomitanza al rifornimento di carburante e al controllo del mezzo¡±.
opportunit¨¤
¡ª ?¡°Noi di base abbiamo aumentato di quattro volte il livello di pulizia dei veicoli. Eseguiamo una disinfezione ogni volta che un nostro operatore deve lasciare il veicolo. Ora stiamo ragionando se vale la pena affiancare ulteriori alternative, come fornire strumenti precauzionali nell'auto, anche se storicamente preferiamo non farlo per tanti motivi¡± spiega Andrea Leverano, Regional Operations Director South West di Share Now, uno dei maggiori operatori del settore (nato nel febbraio 2019 dalla fusione di Drive Now e Car2Go), insieme a Enjoy (un brand di Eni Smart Consumer) e Sharengo (con soli veicoli elettrici). Numerosi altri sono attivi ma a livello locale.Leverano spiega la scelta: ¡°Ogni auto viene usata mediamente 8-10 volte al giorno e potrebbero crearsi troppi rifiuti. Bisogner¨¤ capire, poi, il comportamento degli italiani nella Fase 2: molti si auto tuteleranno, con mascherine e guanti propri, e avranno degli strumenti che li porteranno a essere pi¨´ attenti. In ogni caso, pensando al bisogno di mobilit¨¤ privata in un momento in cui il trasporto pubblico pone delle evidenti incognite, per noi ¨¨ una grande opportunit¨¤, che va affrontata seriamente¡±.
DANNI ECONOMICI
¡ª ?L'ottimismo di Leverano si scontra con una realt¨¤ molto complicata: Aniasa - l¡¯Associazione che all¡¯interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilit¨¤ - si sta muovendo attivamente di fronte alla crisi del car sharing. Per esempio, ha chiesto un'audizione al Comune di Roma. ¡°In questa fase di emergenza in cui i consumi di car sharing si sono ridotti del 90% - si legge nella nota - abbiamo chiesto di sospendere il pagamento dei canoni - pari a 1.200 euro l¡¯anno - sostenuti dagli operatori per ogni singola auto¡±. Niente da fare. L¡¯Assessorato alla Mobilit¨¤ ha negato la sospensione dei canoni, in una fase con business praticamente azzerato. Duro il commento dell'Aniasa: ¡°A parole Governo e amministrazioni locali proclamano il proprio sostegno alla sharing mobility, nei fatti non fanno nulla per sostenerla e anzi la ostacolano. Senza un adeguato supporto a livello nazionale e locale, gli operatori di sharing saranno inevitabilmente costretti a rivedere la propria presenza sul territorio¡±. A danno dell'utenza, facile pensare.
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