Condividere i viaggi casa-lavoro fa risparmiare, ma come evitare il contagio tra colleghi?
Decine di aziende piccole e grandi in Italia, negli ultimi anni, hanno incentivato in vario modo il carpooling aziendale, cio¨¨ la condivisione della tratta casa-lavoro tra colleghi per risparmiare carburante e ridurre l'impatto ambientale. Il 4 maggio circa 4,5 milioni di italiani torneranno al lavoro, ma torneranno a usare anche l'auto di propriet¨¤? Un sondaggio di Jojob, tra i principali operatori italiani del carpooling, rivela cosa chiedono i lavoratori e come si potrebbero salvare capra e cavoli.
IL SONDAGGIO
¡ª ?Sono 4.000 gli italiani, che prima del coronavirus usavano regolarmente il carpooling, che sono stati intervistati tra il 20 e il 24 aprile da Jojob. Il 60% di loro ha dichiarato che non prender¨¤ i mezzi pubblici per andare a lavorare dopo il 4 maggio, per paura del contagio. Il 62%, invece, si ¨¨ dichiarato disponibile ad usare un carpooling "ridotto" rispetto al normale: solo due persone in macchina, una davanti e una dietro, e frequenti sanificazioni dell'abitacolo. A queste condizioni gli intervistati tornerebbero ad usare questa forma di mobilit¨¤ condivisa, alle vecchie condizioni (auto piena) no. Si tratterebbe, quindi, di trasformare il carpooling in una sorta di taxi, in cui per¨° il lavoratore guidatore e il collega passeggero condividono le spese del viaggio verso la sede di lavoro. Per favorire il ritorno all'uso del carpooling, seppur con queste limitazioni, Jojob metter¨¤ a disposizione gratuitamente la sua piattaforma a tutte le aziende italiane per i mesi di maggio e giugno.
SI PU¨° FARE?
¡ª ?C'¨¨ anche da chiedersi, per¨°, se sia possibile fare carpooling ai tempi del coronavirus e cosa dicano i vari decreti che si sono succeduti nelle ultime settimane. Innanzitutto, se parliamo di carpooling aziendale, andare a lavoro ¨¨ tra i "giustificati motivi" che permettono lo spostamento. Per il resto, almeno al momento, di carpooling non c'¨¨ traccia in nessuno dei decreti vigenti e, di conseguenza, si pu¨° solo interpretare la ratio delle direttive sugli altri tipi di trasporto e applicarla anche alla condivisione dei viaggi. Durante tutta l'emergenza coronavirus i mezzi pubblici sono stati mantenuti attivi, seppur con delle limitazioni decise a livello locale e con l'obbligo di distanza minima tra i passeggeri di almeno un metro. Tutto ci¨° al fine di garantire alle persone la possibilit¨¤ di andare a lavorare o di effettuare gli spostamenti necessari e giustificati. Andare in macchina, sempre per giustificati motivi, ¨¨ rimasto possibile pur con il solito obbligo della distanza minima. Per i taxi, invece, le linee guida del Governo sul trasporto pubblico hanno chiarito che si possono usare ma a determinate condizioni: il posto del passeggero anteriore deve rimanere libero e dietro si devono trasportare al massimo due persone. A questo punto, in mancanza di un articolo o di un comma che si occupi anche del carpooling, ¨¨ lecito ipotizzare che non ci sia alcun problema a condividere il viaggio durante la fase due. L'ipotesi avanzata da Jojob sembra credibile: due persone a distanza di sicurezza, guidatore incluso, magari con le mascherine e solo per andare a lavorare e poi tornare a casa.
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