La storia della struttura allĄŻaperto di Casalpalocco, inaugurata nel 1957. Era un modello, oggi ¨¨ un cantiere. Ma resta unica
Un anno fa cĄŻ¨¨ stata anche una petizione per chiederne la riapertura e fermare il progetto di un centro commerciale sullĄŻarea in disuso. Ma la sorte del Metro Drive In di Casalpalocco (quartiere residenziale a Roma tra l'Eur e Ostia reso famoso anche da un episodio di Caro diario) ¨¨ segnata: neppure il bisogno di cinema allĄŻaperto, riemerso nella scorsa estate, ¨¨ riuscito a trovare una qualche iniziativa per rilanciarlo. Peccato, ma non si va contro la storia anche se ¨¨ gloriosa: tanto che il drive in, aperto a Ostia il 10 luglio 2020, ¨¨ stato intitolato a Paolo Ferrari: uno dei grandi dellĄŻindustria cinematografica italiana che inizi¨° la sua carriera come primo direttore della struttura al km 21 di via Cristoforo Colombo. Quello di Ostia Lido ¨¨ un signor drive in con 460 posti per le auto ma non pu¨° competere con quello che venne aperto il 29 agosto 1957, con lo scopo di attirare turisti e bagnanti di ritorno dalle vicine spiagge. Per la cronaca, il primo film proiettato fu La nonna Sabella di Dino Risi. Anche per questo il regista milanese, lĄŻanno seguente, rese omaggio al mega cinema allĄŻaperto ambientando una scena di Poveri milionari con i Ą°poveri ma belliĄą per eccellenza Maurizio Arena e Renato Salvatori.
ALLIEVO DI NERVI
ĄŞ ?La storia del drive in della Capitale ¨¨ anche la storia del primo drive in italiano, costruito sullĄŻonda del sogno americano a tutti i livelli - reso perfettamente da Un americano a Roma (1954) con uno straordinario Alberto Sordi - e studiando gli esempi statunitensi. In realt¨¤, i progetti di drive in erano due: uno da erigersi sullĄŻAurelia, lĄŻaltro lungo via Cristoforo Colombo. Ma lĄŻunico ad essere realizzato sarebbe stato quello allĄŻaltezza di Casal Palocco, nei pressi della tenuta di Castelfusano, fortemente caldeggiato da Virgilio Testa, commissario straordinario dellĄŻ'Ente Autonomo Esposizione Universale. Vide le potenzialit¨¤ di riqualificazione del quartiere derivanti dalla costruzione di questa imponente struttura di intrattenimento. Il gruppo di imprenditori coinvolti nellĄŻimpresa affidarono il progetto a Eugenio Galdieri, un architetto napoletano - allievo di Pierluigi Nervi - che in seguito si guadagn¨° fama per i suoi restauri in Medio Oriente, condotti su alcuni dei pi¨´ importanti esempi di architettura islamica in Iran.
CAPOLAVORO
ĄŞ ?Il risultato fu un capolavoro per lĄŻepoca, esaltato dagli americani stessi e invidiato in Europa per lĄŻampiezza della struttura che poteva ospitare oltre 700 automobili oltre a un buon numero di scooter. Lo schermo in cemento di 540 mq non aveva rivali nel Continente mentre dalla colonnina a fianco delle vetture si prendeva un piccolo altoparlante che consentiva di ascoltare il sonoro del film in italiano e/o in lingua originale. Nei primi anni, fu un grande successo. Scontato forse che nei decenni successivi arrivasse un inesorabile declino sino allĄŻabbandono a partire dal 1986: la televisione aveva ormai cambiato i comportamenti del pubblico, il sogno americano ora passava sul piccolo schermo, con Dallas e Dinasty. Si inizi¨° a pensare la riconversione in un campo da golf o in un centro commerciale, anche se nel 1997 e nel 2015 la struttura riapr¨Ź solo per brevi periodi di tempo. Il tempo non ritorna: ma il drive in di Casalpalocco rester¨¤ nel cuore di chi allĄŻepoca entrava al volante di una cabrio, una berlina, una giardinetta, in compagnia della fidanzata o con tutta la famiglia.
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