Il tecnigrafo al mare nell¡¯agosto 1976 per rispettare i tempi di consegna imposti dalla Fiat per il design della Panda. Dall¡¯uscita nel 1980 la citycar italiana ¨¨ diventata un¡¯icona dell¡¯automobile nel nostro Paese
Ogni anno, da quasi cinquant¡¯anni, Giorgetto Giugiaro trascorre le estati in Sardegna. Ed ¨¨ l¨¬, fra le scogliere di Porto Cervo che la Panda ¨¨ nata 44 anni fa. ¡°Erano i primi del mese di agosto del 1976 e quell¡¯anno fui costretto a passare le vacanze in mezzo al verde della terrazza di casa a piombo sulla baia, davanti a un tecnigrafo¡± racconta Giorgetto. Tutto era partito da una telefonata perentoria il mese prima dell¡¯ingegner Carlo De Benedetti, amministratore delegato della Fiat, che aveva convocato il designer per lo sviluppo di una vettura in grado di replicare il successo della 500. Era la prima volta che Fiat affidava l¡¯incarico per un modello di grande serie a un free lance esterno: Giugiaro aveva all¡¯epoca trentasei anni, anzi li avrebbe compiuti di l¨¬ a poco, il 7 agosto, ma con all¡¯attivo gi¨¤ modelli iconici come la Giulia GT (disegnata quando era in Bertone), l¡¯Alfasud e la Golf.
La nascita della Fiat Panda
¡ª ?De Benedetti aveva le idee chiare ¡°voleva un concept innovativo, un contenitore rustico che offrisse un interno spazioso, ma spartano¡± racconta Giugiaro. Una raccomandazione su tutte, quella economica: doveva mantenere il peso e il costo industriale della 126 di cui sarebbe stata l¡¯erede. Un¡¯auto essenziale tanto quanto la Citro?n 2CV o la Renault 4 e rustica, ripeteva De Benedetti nelle sue richieste; infatti in alcuni schizzi originali di Giugiaro rimane scritto Rustica. Il nome avrebbe potuto essere quello. La dead line di fine agosto fu quella che rovin¨° a Giorgetto le vacanze. ¡°Al mare non avevo nulla, ovviamente; mi feci portare il tecnigrafo da Torino e con Aldo Mantovani (con cui nel 1968 aveva fondato l¡¯Italdesign, ndr) iniziammo a fissare i principi base per abbattere i costi produttivi¡±. Le giornate erano scandite da qualche bagno e passeggiata al calar del sole fra tanti bozzetti e mille idee. Il nuovo modello iniziava a prendere forma attorno ai limiti imposti da Fiat sui costi industriali: vetrature piane, apertura delle due porte con cerniera a vista, la speciale formula di assemblaggio della fiancata al tetto con modanatura longitudinale a ricoprire la saldatura in continuo, la calandra ottenuta con piegatura e tranciatura di un fazzoletto di lamiera.
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Gli interni della Panda: spazio essenziale
¡ª ?I limiti di costo incidevano anche sugli interni, per¨° si ottenne un risultato molto valido: sedili a struttura semplificata, montanti interni del padiglione non rivestiti ma verniciati nel colore dell¡¯esterno, versatilit¨¤ e adattabilit¨¤ della panchetta di seconda fila con schienale estraibile e arrotolabile per liberare uno spazio enorme per una utilitaria, pannelli porta essenziali, plancia in tessuto con porta-oggetti a vista. Giugiaro riusc¨¬ nell¡¯impresa di portare avanti un progetto che non assecondasse troppo le tentazioni dello stile, ma riuscisse ugualmente a toccare le emozioni del pubblico. L¡¯obiettivo era conquistare una nuova fascia di clienti, in Italia e all¡¯estero, alla ricerca di un veicolo pratico ed economico per la citt¨¤ o una seconda macchina per la famiglia. Stava nascendo il concetto di citycar. ¡°In quell¡¯agosto oltre ai figurini tecnici in scala 1:10 con le viste ortogonali - racconta Giorgetto - eseguii alcuni figurini a colori, a tempera, secondo le mie abitudini, per illustrare al meglio la natura delle proposte, rendendole comprensibili anche agli uomini del marketing¡±.
Panda, cambio al vertice Fiat, sorpresa
¡ª ?Finita l¡¯estate, il rientro a Torino ¨¨ una doccia fredda: ¡°De Benedetti non rispondeva al telefono e solo dopo lessi sulla Stampa che aveva lasciato l¡¯azienda¡±. Il primo pensiero: ¡°Abbiamo lavorato per niente¡±. Invece il nuovo amministratore delegato Nicola Tufarelli diede il placet, a patto che quadrassero i conti, quindi si adattarono alcuni elementi del concept. Tante soluzioni innovative ne esaltavano la funzionalit¨¤, dalla gestione degli spazi alla mobilit¨¤ dei sedili: una vera superutilitaria, la prima Fiat con motore da 650 cmc omologata per poter trasportare cinque persone. Il coefficiente aerodinamico, nonostante la forma squadrata, era addirittura migliore di quello della 127. La campagna pubblicitaria al lancio, nel 1980, fu profetica: ¡°Panda, la grande utilitaria¡±.
Un successo inarrestabile
¡ª ?Grande davvero: nel 1984 la produzione di Panda era gi¨¤ arrivata a un milione, e nel giorno del suo quarantesimo compleanno, dopo tre generazioni, rimane uno dei modelli di maggiore successo della casa torinese con circa otto milioni di esemplari prodotti, confermandosi anno dopo anno l¡¯auto pi¨´ venduta in Italia. Le estati di Giorgetto oggi sono pi¨´ tranquille. Con una spiaggina che non passa inosservata: una Panda prima serie certo, ma non una qualunque: la Top Less, interpretazione totalmente scoperta ed elettrica di suo figlio Fabrizio, regalo per gli ottant¡¯anni del ¡°car designer del secolo¡±.
Scheda tecnica Fiat Panda 30 (1980)
¡ª ?Motore: quattro cilindri a benzina aspirato, 652 cc; potenza 22 kW/30 Cv a 5.500 giri; coppia massima 41 Nm a 3.000 giri.
Trasmissione: trazione anteriore, cambio manuale a 4 rapporti.
Dimensioni (mm): lunghezza 3.380, larghezza 1.460, altezza 1.445, passo 2.160; peso in ordine di marcia, conducente escluso: 650 kg; bagagliaio 272-672 litri.
Freni: anteriori a disco, pinza flottante; posteriori a ganasce autocentranti
Sospensioni: anteriore a ruote indipendenti, posteriore ad assale rigido.
Pneumatici: 135/80 SR 13.
Prestazioni: accelerazione 0-100 km/h in 36 secondi; velocit¨¤ massima 115 km/h.
Consumi: percorso urbano 7,4 l/100 km, a velocit¨¤ costante di 90 km/h 5,4 l/100 km.
Prezzo: 3.180.000 lire
Presentazione modello: 29 febbraio 1980, Roma, Quirinale
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