EMISSIONI A ROMA
Smog. Polveri sottili: il ruolo di auto e riscaldamenti a Roma
Le polveri sottili presenti nell¡¯aria che vengono respirate quotidianamente sono un problema serio, su questo non c¡¯¨¨ dubbio. Vanno ridotte, se possibile azzerate, ma per farlo ¨¨ necessario capire cosa sono, quale impatto hanno sulle persone e sull¡¯ambiente e sa cosa sono prodotte. Nelle scorse settimane l¡¯argomento ¨¨ stato affrontato pi¨´ volte, in particolar modo in occasione dei picchi di concentrazioni di smog causato dalla concomitanza tra periodo invernale e bel tempo (alta pressione, assenza di piogge e di vento). Condizioni che hanno spinto molte amministrazioni locali a prendere decisioni emergenziali, come il blocco del traffico a Roma inclusi tutti i mezzi diesel, anche i moderni diesel Euro 6 d-Temp. Su quest¡¯ultimo aspetto si ¨¨ aperto un duro dibattito, tra chi reputa i mezzi a gasolio ¡°sporchi e cattivi¡± e chi opera una distinzione tra i diesel fino all¡¯Euro 4 e quelli pi¨´ recenti, pi¨´ puliti e dotati di filtro antiparticolato. A Ispra e Arpa Lazio sono stati chiesti chiarimenti per fare chiarezza sui dati resi noti nelle ultime settimane.
LA POSIZIONE DELL¡¯ISPRA
¡ª ?A destare particolare preoccupazione sono le concentrazioni di polveri sottili - Pm10 e Pm2,5 - e biossido di azoto (Nox), sostanze prodotte in larga parte dal riscaldamento degli edifici e dal traffico stradale. Secondo l¡¯Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), gli impianti termici sono responsabili del 73% delle Pm10 a Roma ¨C 3.104 tonnellate ¨C seguiti dai trasporti a motore con il 24% delle polveri sottili emesse, 1.020 tonnellate in tutto. Chiudono i rifiuti (2%, 94 tonnellate) e altre fonti che non superano l¡¯1,5%. Non va per¨° trascurato il ruolo del Nox, l¡¯ossido di azoto emesso dai motori degli autoveicoli che contribuisce alla formazione del Pm10 secondario. Occorre fare una valutazione qualitativa che tenga conto - oltre che delle emissioni primarie - la quota di particolato che si forma in atmosfera dando vita alla componente secondaria, per calcolare i ¡°Pm ¨C equivalenti¡± sia del riscaldamento che dei trasporti su strada. Applicando i coefficienti medi europei, si passa da un valore del rapporto tra le sole emissioni di Pm10 primario da riscaldamento e quelle da traffico per l¡¯insieme delle 120 citt¨¤ pari a 3,2 ad un valore del rapporto di ¡°Pm - equivalente¡± tra riscaldamento e trasporti su strada pari a circa 1,6. Dunque, a pesare maggiormente sull¡¯inquinamento dell¡¯aria, per l¡¯Ispra sono gli impianti termici, spesso obsoleti e in alcuni casi alimentati a pellets, legna e biomasse.
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LA POSIZIONE DI ARPA LAZIO
¡ª ?Un po¡¯ diversa la posizione di Arpa Lazio (Agenzia regionale protezione ambiente), che pur riconoscendo ¨C come Ispra ¨C che il settore trasporti rappresenti il 46% delle emissioni di NOx, ritiene che nel Lazio il peso dei veicoli salga al 48%, fino al 71% nella citt¨¤ di Roma. L¡¯agenzia regionale riconosce anche che, con il rinnovo del parco circolante, le emissioni di ossidi di azoto dai veicoli sono progressivamente scese negli anni. Le emissioni di Nox di questo comparto sono in gran parte dovute alle emissioni dei veicoli diesel leggeri, ma anche ¨C soprattutto sulle strade extraurbane e sulle autostrade ¨C dai veicoli pesanti. Pi¨´ difficile ¨C secondo Arpa Lazio ¨C valutare il peso delle fonti di Pm. Il Pm10, come il Pm2.5, ¨¨ in parte emesso in atmosfera gi¨¤ sotto forma di particelle (¡°Pm10 primario¡±), ma si forma anche in atmosfera (¡°Pm10 secondario¡±) a partire da altre sostanze quali ¨C tra l¡¯altro ¨C gli ossidi di azoto e l¡¯ammoniaca (quest¡¯ultima originata per lo pi¨´ dall¡¯agricoltura e dalla zootecnia). Se a livello nazionale la prima fonte di poveri sottili sono gli impianti di riscaldamento a legna, in citt¨¤ ¨C vista la scarsa presenza di stufe e camini ¨C il rapporto si ribalta. Arpa Lazio fa una precisazione: secondo le metodologie indicate dall¡¯Epa (l¡¯agenzia europea sull¡¯inquinamento) oltre alle emissioni dirette (quelle dai tubi di scappamento delle auto e quelle provocate dall¡¯usura degli pneumatici, dei freni e dell¡¯asfalto), va considerato anche il risollevamento di polveri presenti sulle strade. Tale contributo - non incluso negli inventari di emissione dell¡¯Ispra in quanto non emesso direttamente dai veicoli ¨C secondo Arpa Lazio ¨¨ comunque dipendente dal traffico e va ad incrementare la presenza di Pm10 in atmosfera.
IL RISOLLEVAMENTO DELLE POLVERI
¡ª ?In base a questi criteri, a Roma il traffico ¨¨ responsabile di circa il 60% delle emissioni di Pm10 primario. Di tale percentuale, per¨°, le emissioni dirette sono costituiscono il 25%, mentre il rimanente 75% ¨¨ dovuto al risollevamento delle polveri. Volendo fare una proporzione con il totale, a Roma le emissioni dirette dei veicoli rappresentano il 15% del totale, il risollevamento delle polveri il 45%, mentre il rimanente 40% ¨¨ da addebitare ai riscaldamenti e, in misura minore, a industria, rifiuti e altre fonti. Da pi¨´ parti si ¨¨ suggerito di combattere il risollevamento delle polveri procedendo al lavaggio delle strade, una pratica che a Roma ¨¨ sempre pi¨´ rara. Certo, lavando via con una certa frequenza il particolato dall¡¯asfalto si ridurrebbe in maniera sensibile il suo rimescolamento nell¡¯aria e quindi la concentrazione di inquinanti. Bisogna per¨° considerare che Roma conta 5.500 chilometri di strade di strade, lavarle tutte con frequenza richiederebbe un notevole investimento in termini di uomini, mezzi e acqua.
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