COSA SUCCEDE
Auto nuove, tempi lunghi per la consegna? Ecco perch¨¦
Ad aprile o anche pi¨´ in l¨¤ per la consegna della macchina. ? la risposta che pu¨° sentirsi dare chi va oggi ad acquistare un'auto nuova in concessionaria. In realt¨¤ i tempi sono molto variabili: si va da un paio di mesi a casi limite che raggiungono l'anno. Ovviamente ci sono poi le pronte consegne, i cosiddetti km zero, che invece sono disponibili immediatamente a patto di prendere una macchina con colore e accessori prestabiliti. Una regola che vale anche per le vetture nuove nei casi in cui i clienti non richiedano colorazioni, accessori o dotazioni particolari. In media si attende meno per la consegna di un'utilitaria di segmento B, di pi¨´ per le auto di fascia superiore. Alla base dei ritardi nelle consegne di automobili c'¨¨ la carenza di microchip, un'emergenza esplosa nel mondo dell'auto all'inizio di quest'anno che si prevede si protrarr¨¤ almeno per la prima met¨¤ del 2022 per poi esaurirsi, sempre secondo le stime, nel 2023.
7,4 milioni di auto perse
¡ª ?Secondo l'ultima analisi disponibile di Ihs Markit solo quest'anno la mancanza di semiconduttori provocher¨¤ la "perdita" di 7,4 milioni di macchine in tutto il mondo, una calo del 10% della produzione globale annuale. La crisi ¨¨ peggiorata nel corso dell'anno. Questa la progressione: 1,44 milioni di pezzi persi nel primo trimestre, 2,6 nel secondo trimestre, 3,4 nel terzo trimestre. Secondo Ihs la produzione annuale di auto e veicoli leggeri nel 2021 arriver¨¤ a 80,8 milioni di unit¨¤. Fin qui i dati medi. Ci sono invece differenze anche notevoli tra i gruppi auto e nella loro risposta alla crisi dei chip, il che, nella pratica, si ripercuote anche nei tempi di consegna.
tempesta perfetta
¡ª ?"I microchip - spiega Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae, l'unione delle case estere in Italia - sono meno numerosi in un'utilitaria, sono di pi¨´ in una vettura di gamma alta. In qualsiasi caso governano ogni meccanismo a bordo di un'auto". La carenza di chip arriva come risultato di una "tempesta perfetta", prosegue Cardinali: "Circa il 90% dei microchip proviene dal sud-est asiatico, in particolare da Taiwan (il colosso ¨¨ la Tmsc, ndr). Un'alluvione e una siccit¨¤ hanno provocato una interruzione della produzione. Bisogna considerare che per produrre un chip serve molta acqua e tempi che possono arrivare a sei mesi, dallo scavo delle materie prime al prodotto finito. L'intero processo richiede poi un grande utilizzo di acqua: il ciclo di produzione ¨¨ molto rigido. Questi due eventi climatici si sono combinati con l'esplodere della pandemia da Covid-19". Della tempesta perfetta poi fa parte la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina: la messa al bando della Smic dall'amministrazione Trump ne ¨¨ un esempio. Il risultato ¨¨ stato che i gruppi auto hanno cancellato gli ordini pensando di trovarsi con stock di semiconduttori, ovvero solo costi senza avere la possibilit¨¤ di produrre a causa dei lockdown. Contemporaneamente ¨¨ esplosa la richiesta dell'elettronica di consumo e dell'high tech, settori molto pi¨´ redditizi per i produttori di circuiti. E quindi l'auto si ¨¨ trovata a corto di semiconduttori.
Ue, l'intervento annunciato
¡ª ?"I microchip utilizzati nel settore auto - spiega Cardinali - sono oggetti disegnati 10 anni fa e costano meno. Le auto hanno bisogno di componenti testati a lungo in grado di funzionare in tutte le condizioni. In questo contesto siamo in concorrenza con l'industria high tech". Sicuramente questa crisi ha evidenziato sbilanciamenti economici e geopolitici. Adesso si sta muovendo anche l'Unione europea con lo European Chips Act, una proposta di legge che verr¨¤ presentata nel 2022 il cui obiettivo ¨¨ raddoppiare l'attuale quota di mercato dal 10 al 20% entro il 2030. L'investimento previsto ¨¨ di 200 miliardi di euro.
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