Con la svolta dell¡¯elettrificazione Wolfsburg entra in concorrenza con i produttori di smartphone e Pc, acquistando direttamente semiconduttori: la crisi non ¨¨ alle spalle e finora il mercato ha ¡°perso¡± 13 milioni di vetture
¡°Per i semiconduttori, ci affideremo all¡¯acquisto diretto dai produttori¡±, questa la frase cruciale di un comunicato stampa che, a suo modo, segna una buona rivoluzione nell¡¯industria dell¡¯auto. Dirk Gro?e-Loheide, membro del consiglio di amministrazione Volkswagen con responsabilit¨¤ per gli acquisti, aggiunge anche che "questo approccio sar¨¤ esteso a tutti i marchi del gruppo attraverso un apposito comitato". Dopo una crisi che nel 2021 e 2022 ha portato a drastiche riduzioni nella produzione a causa della mancanza di microchip, l¡¯azienda di Wolfsburg passa insomma all¡¯azione, e scavalca quei rapporti che fino ad oggi affidavano ai fornitori esterni la responsabilit¨¤ di acquistare semiconduttori per i componenti destinati poi alla catena di montaggio. Sotto i colpi dell¡¯evidenza, il pi¨´ tradizionale meccanismo che regola la produzione di veicoli incassa un cambiamento non piccolo, destinato ad essere largamente imitato: i costruttori entrano ufficialmente nello stesso mercato in cui sono da decenni i produttori di elettronica. Del resto, l¡¯industria automotive ¨¨ al quinto posto tra i principali acquirenti di chip, con un volume di acquisti globali pari a circa 47 miliardi di dollari, che entro il 2030 ¨¨ destinato a salire vertiginosamente fino alla cifra di 147 miliardi. Accaparrarsi la produzione di semiconduttori in diretta concorrenza con i nomi pi¨´ forti nella produzione di smartphone, smartwatch e computer non sar¨¤ affatto un compito semplice, ma per le quattro ruote ¨¨ un passaggio che vale la sopravvivenza.
la tendenza inganna
¡ª ?Secondo un rapporto degli analisti di S&P Global Mobility, aggiornato allo scorso luglio, la mancanza di semiconduttori ¨¨ costata nel 2021 la mancata produzione di 9,5 milioni di veicoli a livello mondiale, scesi a 3 milioni nel 2022, mentre nel primo semestre del 2023 si sono ¡°perse¡± circa 524 mila unit¨¤. La tendenza apparente ¨¨ quella di una crisi in via di risoluzione, ma gli enormi piani di investimento previsti negli Usa, in Europa e in Giappone incontrano tempi tecnici non inferiori a 4 anni per la messa in attivit¨¤ reale di nuove fabbriche. Da qui al 2026, invece, esistono due emergenze molto pi¨´ concrete che tendenze.
effetto vertigine
¡ª ?Volkswagen nella nota ricorda che entro il 2030 il costo dei chip a bordo di una vettura sar¨¤ pi¨´ che raddoppiato rispetto all¡¯attuale media di circa 600 euro per veicolo. Come parametro viene offerto il paragone tra l¡¯unica centralina di cui era dotata una Porsche 911 nel 1978 contro le 90 centraline per un totale di circa 8.000 componenti elettronici che equipaggiano una ?koda Enyaq. Ma non sono bilancia e pallottoliere a raccontare il rischio, ma casomai il millimetro. Secondo le analisi fornite dall¡¯americana Semiconductor Industry Association, dal 2021 ad oggi la produzione di chip ¨¨ andata in realt¨¤ crescendo, anche in modo rapido, ma ¨¨ un dato riferito alla totalit¨¤ dei semiconduttori, anche di vecchia generazione, mentre la richiesta di quelli al di sotto dei 10 nanometri ¨¨ andata ben oltre le attese, e da qui nasce la crisi. Il nanometro, lo ricordiamo, corrisponde ad un milionesimo di millimetro ed ¨¨ l¡¯unit¨¤ di misura utilizzata per i transistor, sostanzialmente gli interruttori di cui ¨¨ composto un microprocessore. ?Sempre secondo i dati forniti da Semi, Taiwan detiene il 90% della produzione dei chip pi¨´ avanzati, cio¨¨ realizzati con un procedimento sotto la soglia dei 10 nanometri, gli unici capaci di garantire bassi consumi energetici a fronte di una capacit¨¤ di calcolo realmente pi¨´ elevata. Nel 2026 la crescita della domanda stimata sar¨¤ del 113%, quella della capacit¨¤ produttiva solo del 76%.?
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