Dallo studio annuale sulla mobilit¨¤ globale, il nostro Paese emerge come uno dei pi¨´ scettici sulla guida autonoma ma anche non ostile, in via teorica, all'acquisto di vetture elettriche
Il maggiore significato dello studio annuale Future of Automotive Mobility, "il futuro della mobilit¨¤ automobilistica", pubblicato da Arthur D. Little, ¨¨ che offre un¡¯analisi dettagliata dei principali mercati e mette in luce tutte le principali tendenze del settore a livello globale. Basato su una ricerca che ha coinvolto circa 16mila consumatori in 25 Paesi, nell¡¯ultima uscita mostra come le previsioni fatte nell¡¯ultimo decennio rispetto a una mobilit¨¤ connessa, autonoma, condivisa ed elettrica (quella che in lingua inglese viene chiamata?Case: Connected, Autonomous, Shared, Electric, cio¨¨ connessa, autonoma, condivisa ed elettrica) siano ancora lontane dalla realt¨¤. Lo studio evidenzia anche un crescente divario tra i mercati maturi di Nord America, Europa e Giappone, dove i consumatori appaiono meno propensi a innovazioni legate a digitalizzazione e guida autonoma, e i mercati emergenti come Cina, India, Sud-Est Asiatico e Medio Oriente, dove la propriet¨¤ dell'auto continua a crescere e i guidatori sono pi¨´ aperti alle nuove tecnologie. In Italia, sono stati intervistati consumatori, di tutte le fasce d'et¨¤, equamente distribuiti tra i generi, affrontando vari aspetti.
AUTO DI PROPRIET¨¤
¡ª ?Ci sono sorprese e conferme. Per esempio, in un Paese decisamente conservatore come il nostro, non ci si aspettava che oltre il 60% degli intervistati consideri la sostenibilit¨¤ molto importante nella scelta del prossimo veicolo, rispetto al 50% della media europea. Era prevedibile invece sia la propensione all¡¯auto di propriet¨¤, con il 63% del campione che non rinuncerebbe ad averla tutta per s¨¦ pur prendendo in considerazione l'ampia offerta di nuovi servizi di mobilit¨¤, sia il calo della fiducia verso la guida autonoma, con il 44% degli italiani che ha dato un parere sfavorevole, citando la sicurezza come rischio numero uno. Sul tema pi¨´ caldo, le intenzioni di acquisto in base all¡¯alimentazione, c¡¯¨¨ da registrare il momento positivo dell¡¯ibrido che ¨¨ l¡¯opzione preferita dal 40% degli italiani, seguito da un 30% sempre fedele ai motori termici (media inferiore a quella in Europa che si attesta al 44%), da un 16% propenso all¡¯elettrico e dal restante 14% per vetture ad alimentazioni alternative (che comprende soprattutto Gpl e metano, ma anche l'idrogeno). Il dato del 16% favorevole ai Bev ¨¨ in clamoroso contrasto con la realt¨¤. Quella del 4% di quota sul mercato totale inchiodata dall¡¯inizio dell¡¯anno.
AUTONOMIA RICHIESTA
¡ª ?Ma ovviamente bisogna leggere bene, a partire dalle considerazioni di chi gi¨¤ lo possiede: se il 52% confermerebbe la scelta elettrica al momento della sostituzione con un nuovo modello, ben il 48% tornerebbe indietro contro una media del 30% in Europa. E come ¨¨ vero che oltre il 60% ¨¨ conscio di una scelta importante per la sostenibilit¨¤, sia il prezzo che i problemi di ricarica e autonomia sono ritenuti il freno maggiore all¡¯idea di acquistare un¡¯auto elettrica. Curiosamente, l¡¯80% degli italiani intervistati ha sottolineato che i veicoli a batteria dovrebbero avere circa 600 km di autonomia (reale), mentre i colleghi europei ne hanno chiesti 700 in media. Quanto alle auto cinesi: il 51% degli italiani sarebbe propenso ad acquistarne una, ma non solo per motivi di prezzo (solo il 49% ha dato questa motivazione): il mondo sta veramente cambiando e le Case europee, in buona parte, non l¡¯hanno capito.
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