Nel mondo in 20 anni la Cina ha fatto un balzo in avanti di oltre 23 milioni di pezzi prodotti. Negli Usa ¨¨ cresciuta la domanda. E il coronavirus ha avuto effetti differenti nelle varie parti del mondo sullĄŻautomotive
Da due milioni a quasi 26 milioni in 20 anni. Basta il dato relativo alla Cina per capire quanto sia cambiata la geografia della produzione di auto, veicoli commerciali, autocarri e autobus dal 2000 al 2019. Scorrendo le tavole dello studio sullĄŻIndustria autoveicolistica mondiale redatto dallĄŻAnfia, lĄŻassociazione confindustriale italiana della filiera dellĄŻauto, questo ¨¨ uno dei dati che balza quasi subito allĄŻocchio. In un ventennio sono cambiati pesi e misure di tutti i principali Paesi produttori di vetture, compresa lĄŻItalia, ma lĄŻexploit della Cina fa pensare a un vero Ą°grande balzo in avantiĄą.
La produzione
ĄŞ ?Nel 2000 il primo Paese produttore al mondo di auto, veicoli commerciali, camion e autobus erano gli Stati Uniti con 12.773.714 pezzi. Secondo il Giappone con 10.140.796 unit¨¤, terza la Germania (5.526615). La Cina era ottava con 2.069.069 mezzi prodotti, lĄŻItalia undicesima con 1.738.315 unit¨¤. Nel 2019 al primo posto cĄŻera la Cina con 25.720.665 mezzi, secondi gli Usa (10.873.667 in risalita dopo gli anni della crisi dei mutui subprime), terzo il Giappone (9.684294 pressoch¨Ś stabile dal 2010). E lĄŻItalia? Sparita da questa top 12. Dal 2010 al 2020 il peso del gigante asiatico nella produzione auto e veicoli commerciali leggeri ¨¨ cresciuto a livello globale dal 21,7% al 26,8%. Il Nord America ¨¨ passato dal 16,3% al 18,6% grazie allĄŻapporto del Messico oltre che degli Usa. Quello dellĄŻUnione europea a 15 Paesi ¨¨ passato dal 18,4% al 15,4%. Il Giappone nel 2010 pesava per il 12,4%, nel 2019 per il 10,5%.
il mercato
ĄŞ ?E la domanda? Dopo la crisi del 2007 e 2008, in Europa seguita anche da quella dei debiti sovrani, il mercato mondiale di autoveicoli (dalle macchine ai camion) ¨¨ cresciuto a un tasso medio del 2,2% annuo. Si ¨¨ passati dai 75.091.627 mezzi venduti nel mondo nel 2010 ai 91.489.863 del 2019 con un incremento del 21,8%. LĄŻaumento si ¨¨ manifestato in maniera differente a seconda delle aree geografiche. NellĄŻUnione europea pi¨´ Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein (Paesi Efta) si ¨¨ passati dai 15.672.186 veicoli immatricolati nel 2010 ai 18.450.922 del 2019 con un incremento del 17,7%. Andando per¨° ad analizzare i singoli mercati, le vendite in Germania sono cresciute del 25,6%, nel Regno Unito del 19,6% e in Francia dellĄŻ1,7%. In Italia invece sono calate dellĄŻ1,5%.
Usa e Cina a braccetto
ĄŞ ?Guardando ai campioni di crescita, negli Stati Uniti le nuove targhe registrate nel 2010 erano 11.772.526 mentre nel 2019 sono state 17.480.004 pari a una crescita del 48,5%. Non da meno la Cina con 18.061.836 mezzi commercializzati nel 2010 e 25.754.482 nel 2019 con un incremento del 42,6%. In percentuale si ¨¨ registrata una crescita impetuosa dei nuovi Paesi membri dellĄŻUnione europea, 82% in 10 anni.
E il 2020? Ecco cosa ¨¨ successo (fin qui)
ĄŞ ?Seppure non cĄŻ¨¨ un dato uniforme nelle macro zone del globo per tipo di veicoli, ¨¨ interessante vedere come ¨¨ andato fin qui il 2020, con gli effetti della pandemia da Covid-19, per quanto riguarda produzione e vendita. NellĄŻarea Nafta (Canada, Usa e Messico) nei primi nove mesi la produzione di auto e dei cosiddetti light trucks ¨¨ calata del 27%, le vendite del 20,1%. In Cina la statistica riguarda solo le auto: da gennaio a settembre la produzione ¨¨ calata del 12,4%, stessa diminuzione per le vendite. In Giappone i dati sulle autovetture riguardano i primo otto mesi dellĄŻanno: produzione in calo del 25,7%, vendite gi¨´ del 18,1%. NellĄŻUnione europea pi¨´ i Paesi Efta la produzione di vetture da gennaio a giugno ¨¨ diminuita del 40,9% mentre le vendite da gennaio a settembre sono calate del 29,3%.
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