De Dion Bouton, Ansaldo, Isotta Fraschini, Lancia e il primo fuoristrada costruito in Italia: dal Museo Nicolis di Verona le auto utilizzate nell¡¯ultimo documentario sulla vita del musicista lucchese autore di Tosca, Madama Butterfly, la Boheme e Turandot
Trasferta italiana per la produzione olandese di SkyHighTV, che ha utilizzato alcune delle vetture pi¨´ prestigiose del Museo Nicolis di Verona, per un documentario in quattro episodi sulla vita di Giacomo Puccini. Un viaggio da Verona a Lucca, Torre del Lago, Roma, Milano e Brescia per raccontare le grandi passioni del compositore toscano a bordo di modelli come la sua prima De Dion Bouton, Isotta Fraschini, Clement e le amate Lancia.
Puccini e le auto
¡ª ?Il geniale e irrequieto compositore lucchese ¨¨ stato uno dei musicisti pi¨´ appassionati di automobili: da qui la scelta di girare parte del documentario Chazia & Puccini al Museo Nicolis di Verona, che custodisce nella sua collezione diversi modelli appartenuti al Maestro, a partire dalla prima De Dion Bouton, alle Fiat, Clement, Isotta Franchini e Lancia. Tante le auto quanti gli amori, piccoli e grandi, che riempirono la sua vita. Puccini ebbe il privilegio di far parte di un mondo di eletti agli inizi del ¡®900: amava le nuove tecnologie e il futuro della meccanica, e se le poteva permettere. Nella sua casa godeva gi¨¤ dei benefici di elettricit¨¤, riscaldamento e telefono. E quando il Re d¡¯Italia ancora non possedeva un¡¯automobile, Giacomo Puccini ne aveva gi¨¤ una: la De Dion Bouton targata 33-40, che lo rendeva uno dei pochi ad avere un mezzo a motore, come Giovanni Agnelli, l'americano Adler a Roma, il Dottor Osvaldo Barnioni a Firenze e il Duca degli Abruzzi.
La passione
¡ª ?Le prime ruote ad attrarre Puccini furono quelle della bicicletta, anzi del ¡°bicicletto¡±: in una sua missiva scrisse a un amico, in tono scherzoso, di aver acquistato a rate mensili una Humbert per smaltire ¡°l¡¯indecentissima pancia¡±. E col passare del tempo la bicicletta da passatempo si trasform¨° per lui in vero e proprio sport, con tanto di partecipazioni a competizioni ciclistiche. In una cronaca del giornale locale del 29 giugno 1895 si legge: ¡°Tipo forte e simpatico d¡¯uomo, egli ¨¨ un appassionato cacciatore e valente ciclista. Come nel campo della musica, anche nel ciclismo egli semina molti per la strada¡±. Ma le passioni del compositore non finiscono qui: ama il cinema, la fotografia, motoscafi e treni, quest¡¯ultimi complici dei lunghi viaggi verso le capitali europee teatro dei suoi successi. Le auto furono specchio del suo carattere irrequieto e segno di libert¨¤ e ricchezza. Tra il 1901 e il 1924 ne acquist¨° tredici, mai guidandole personalmente, e servendosi sempre di un autista in grado di risolvere emergenze e problemi meccanici. Di motoscafi invece ne acquist¨° quattro, fra cui un grande yacht di 13 metri comprato nel 1912 e pagato 40 mila lire, al quale diede il nome dell¡¯eroina della Madama Butterfly, Cio-Cio-San.
Amore a prima vista
¡ª ?Fu amore a prima vista per la De Dion Bouton 5 HP, acquistata nel 1901 per 3.800 lire - come appare dalla ricevuta del 10 luglio 1901 - e ritirata a Firenze dal rappresentante italiano della casa francese, la ditta Ettore Nagliati. Prefer¨¬ la vettura francese di gran lunga ai primi modelli made in Italy prodotti dalla Fabbrica Italiana Automobili Torino, fondata due anni prima da Giovanni Agnelli. Elegante ed esclusiva, la De Dion Bouton era sempre disposizione del Maestro: l¡¯amava come una delle sue donne questa bellissima cinque cavalli con gli interni trafilati di pelle e il motore che cantava con la stessa passione delle sue Mim¨¬, Tosca, Butterfly, e Turandot. Di automobili parlava con i suoi amici pi¨´ cari, fra uno spartito e l¡¯altro, fra cui il barone Alberto Franchetti, che nel 1899 era stato nominato presidente dell¡¯Automobil Club d¡¯Italia, e il marchese Carlo Ginori, fra i primi pionieri dell¡¯auto in Toscana. Nel garage ben fornito di Giacomo Puccini arriv¨° anche la Clement Bayard guidata dal fedele chauffeur Guido Barsuglia, protagonista del famoso incidente del 1903 nei pressi di Lucca, in cui il Maestro si frattur¨° la gamba destra in una fredda sera invernale. Le condizioni meteo avverse sconsigliavano la partenza, ma Puccini, confidando nella robustezza del mezzo e nelle sue doti meccaniche, volle partire assieme alla famiglia al completo, Elvira e il figlio Antonio, che comunque rimasero illesi: sul monte Quiesa, vicino a Vignola, alla velocit¨¤ molto azzardata per l¡¯epoca di 40 km/h, l¡¯aut¨° sband¨°, finendo in un fosso, con conseguenze disastrose.
L¡¯ANSALDO DEL MUSEO NICOLIS
¡ª ?Dalla collezione Nicolis esce la prestigiosa Ansaldo ¡°Pf-1Va¡± del 1906, che fu tra le vetture preferite dal Maestro: Silvia Nicolis descrive le caratteristiche di questo modello realizzato su un autotelaio Peugeot con motore monocilindrico, trasmissione a catena, e ruote a raggi in legno, e traccia l¡¯esuberanza di Puccini, ¡°pilota che amava la velocit¨¤ a tal punto da essere annoverato tra i primi guidatori in Italia a incorrere in infrazione per aver superato i limiti di velocit¨¤¡±- racconta la Presidente del Museo Nicolis.
L¡¯amore per le Lancia
¡ª ?Gli acquisti automobilistici di Giacomo Puccini proseguirono con l¡¯Itala, l¡¯Isotta Fraschini, vari modelli di Fiat, altre francesi, ma le Lancia sono quelle alle quali il Maestro era pi¨´ devoto, soprattutto la sua amata Lancia Lambda Cabriolet della quale il 18 maggio 1924 scrisse: ¡°La Lambda va benone¡ per me ¨¨ la migliore macchina odierna di poco consumo e di grandi risorse¡±. L¡¯aveva comprata per sostituire il modello Trikappa, prima vettura di serie di lusso con un motore 8 cilindri che raggiungeva i 130 chilometri all¡¯ora, ritirata nel 1923 e riconsegnata pochi mesi dopo. Appassionato di caccia, Puccini chiese anche a Vincenzo Lancia di realizzargli una vettura ¡°personalizzata¡± capace di muoversi anche sui terreni pi¨´ ostili: ne usc¨¬ la prima vettura con doti da fuoristrada costruita in Italia, con telaio rinforzato, ruote artigliate per i terreni accidentati e un sidecar con un enorme fanale che gli consentisse di scrutare di notte tra la vegetazione e, dietro, una cesta per il suo amato cane.
La Lancia dell¡¯ultimo viaggio
¡ª ?Sar¨¤ proprio una Lancia Lambda ad accompagnare il Maestro il 4 novembre 1924 nel suo ultimo viaggio in auto da Viareggio alla stazione di Pisa, con destinazione Bruxelles, dove avrebbe subito una fatale operazione alla gola. Pochi mesi prima della sua morte aveva scritto: ¡°Turandot ¨¨ quasi terminata, manca solo il duetto del terzo atto. I poeti debbono mandarmi i versi, per fortuna ho la mia Lambda¡¡±.
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