coronavirus
Costruttori auto tra prestiti e meno investimenti, comĄŻ¨¨ la situazione
Sostenere lĄŻofferta prima della domanda, cio¨¨ concludere la fase finale del lockdown contando i danni ma senza una strategia di recupero dei clienti. Il primo bilancio dellĄŻauto dopo la pandemia ¨¨ per ora solo finanziario, con le aziende impegnate a puntellare i propri conti, eventualmente anche con lĄŻaiuto dei rispettivi governi, ma comunque senza lĄŻorizzonte di politiche a sostegno degli automobilisti. Un paradosso commerciale che prevede la sopravvivenza di chi vende, non mettendo a verbale che cĄŻ¨¨ anche qualcuno che acquista. A disegnare lĄŻemergenza reale aveva gi¨¤ pensato Acea, lĄŻassociazione che riunisce i costruttori in Europa e che ha notificato come il lockdown abbia significato la mancata produzione di 2,4 milioni di veicoli, con le vendite crollate del 95% in un settore che a livello continentale interessa 142 stabilimenti e occupa 3,5 milioni di dipendenti, 13,8 milioni considerando lĄŻintero indotto. Uno tsunami che ha colpito duro anche le casse degli Stati membri, considerando come lĄŻecosistema automotive valga ogni anno 428 miliardi di tasse, se e quando si trovano i clienti. Del promettente piano di incentivi a livello comunitario, ipotizzato nelle scorse settimane dal vice-presidente della Commissione europea Frans Timmermans, si sono perse le tracce, mentre nel Decreto Rilancio previsto dal governo italiano nella bozza si sono visti rafforzare come sappiamo esclusivamente gli ecobonus destinati alle auto a trazione elettrica o ibrida plug-in, destinate a intercettare attualmente una domanda piuttosto ristretta. A livello italiano ed europeo, ¨¨ un fatto che le scelte di ampio respiro siano piuttosto di natura finanziaria. Si aprono linee di credito, ma non si riaccendono i fondamentali del mercato.
Intervento statale
ĄŞ ?Come noto, Fca ha chiuso il primo trimestre con una perdita netta di 1,694 miliardi di euro, ricavi netti sono scesi del 16% a 20,567 miliardi di euro, e consegne globali complessive sono scese del 21% a 818 mila unit¨¤. Nei giorni scorsi ¨¨ arrivata la conferma dellĄŻavvio di una procedura per lĄŻottenimento di un prestito fino a 6,3 miliardi di euro in base alle disposizioni del decreto Liquidit¨¤, con garanzia diretta da parte dello Stato italiano. Fca non ¨¨ lĄŻunica a scegliere questa strada, come conferma lĄŻagenzia Reuters. Il governo francese starebbe infatti gi¨¤ lavorando alla concessione di un prestito per 5 miliardi di euro a Renault, che per altro gi¨¤ controlla a 15%. Una operazione che si ¨¨ resa necessaria dopo il crollo delle vendite del 19,2%, che ha portato il gruppo francese a bruciare liquidit¨¤ per 5,5 miliardi di euro nei primi tre mesi dellĄŻanno.
Tempo da cassaforte
ĄŞ ?Appare pi¨´ facile di altre la situazione di Psa, con i ricavi in calo del 15,6% nel primo trimestre 2020 che hanno comunque convinto il gruppo a sottoscrivere una nuova linea di credito da 3 miliardi di euro con una serie di istituti bancari, e che si aggiunge ad ulteriori 3 miliardi di credito finora non utilizzati, con uno scudo che dunque arriva a 6 miliardi. Altrettanto significativa la scelta del gruppo Daimler, societ¨¤ madre di Mercedes-Benz, che nel primo trimestre ha visto un crollo degli utili del 78%, a 617 milioni. A Stoccarda hanno ottenuto una linea di credito da 12 miliardi di euro con quattro istituti bancari, tra cui Banco Santander, che comunque si aggiunge al credito di 11 miliardi di euro gi¨¤ precedentemente aperto. In apparente controtendenza sembra Bmw, con un primo trimestre 2020 addirittura in utile per 574 milioni nonostante il calo delle consegne e dunque dei profitti, ma comunque intenzionata a ridurre gli investimenti da 5,7 a meno di 4 miliardi di euro. La generale mancanza di certezze interessa anche il gruppo Volkswagen, che nel primo trimestre dellĄŻanno ha messo in conto una contrazione del fatturato dellĄŻ8%, passando dai 60 miliardi di euro di 12 mesi fa a 55 miliardi, e un utile operativo di 900 milioni di euro. Cio¨¨ che conta a Wolfsburg ¨¨ per¨° aver ritirato le previsioni per lĄŻintero 2020, che ipotizzavano una crescita dei ricavi del 4% e un margine operativo tra il 6,5 e il 7,5%. I troppi dubbi consigliano di ridisegnare gli scenari anche a Toyota, che nel primo trimestre ha segnato un calo dellĄŻutile netto dellĄŻ86%, ma soprattutto prevede soltanto per lĄŻinizio del 2021 un ritorno alla piena normalit¨¤. Cio¨¨ quel normale mondo commerciale dove ¨¨ la domanda che detta i tempi dellĄŻofferta.
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