Secondo il viceministro Pichetto vanno distinti gli aiuti al mercato da quelli per le imprese e gli occupati. Anfia, Ancma, Motus-E e Anie chiedono incentivi a tempo determinato
Un fondone pluriennale per aiutare la filiera dell'auto con due voci ben distinte: da una parte il sostegno al mercato, dall'altra l'intervento sulla transizione tecnologica. Il che si tradurrebbe nel primo caso in incentivi all'acquisto e nel secondo sarebbe rivolto ad aziende e lavoratori. Questa ¨¨ l'ipotesi, di cui venerd¨¬ 18 si discute in Consiglio dei ministri, che ¨¨ stata delineata dal viceministro allo Sviluppo Economico Gilberto Pichetto Fratin al netto di punti di vista differenti, specie riguardo Ecobonus e incentivi all'interno dell'esecutivo. L'esponente di governo ne ha parlato alla presentazione dello studio E-Mobility Industry Survey che analizza il cambiamento del settore tramite le esperienze delle aziende italiane dell'automotive. La ricerca ¨¨ stata commissionata da Anfia, Ancma, Motus-E, Anie Federazione ed ¨¨ stata realizzata dall'universit¨¤ di Ferrara. In attesa delle decisione di palazzo Chigi, Pichetto anticipa che la prima misura che dovrebbe partire ¨¨ il contributo pubblico di circa 370 milioni di euro per la Gigafactory Stellantis di Termoli per la costruzione di batterie per auto elettriche: "Dovremmo firmare a ore o a giorni".
strumenti nuovi
¡ª ?"Gli anni del grande cambiamento - prosegue il viceministro - saranno tra il 2025 e il 2028. Questa ¨¨ una fascia di tempo in cui servir¨¤ un intervento (pubblico, ndr) molto forte che non pu¨° essere svolto solo con gli strumenti attuali. Servono misure che comprendano la parte tecnologica e quella del capitale umano". I posti di lavoro a rischio, nell'industria in senso stretto, sono 70 mila secondo l'allarme lanciato di recente da Federmeccanica e sindacati metalmeccanici. Tuttavia sono 1.260.000 le persone che lavorano in qualche modo con l'auto, dall'operaio al benzinaio, passando per tassisti e noleggiatori e i costi occupazionali della transizione potrebbero essere maggiori.??
incentivi ben definiti
¡ª ?Secondo le associazioni di settore ¨¨ necessario prevedere un piano triennale di incentivi per l¡¯auto elettrica e per tutta la filiera, ma bisogna progressivamente ridurre la dipendenza del mercato dalle misure di sostegno. "Bisogna dare un segnale che gli incentivi diminuiranno", dice Francesco Naso, segretario generale Motus-E. "Dobbiamo spingere per una filiera della mobilit¨¤ elettrica, ma anche occuparci dei 70.000 lavoratori che potrebbero perdere il posto. ? importante l¡¯accompagnamento dei consumatori all¡¯acquisto di queste vetture, ma bisogna progressivamente ridurre la dipendenza del mercato dagli incentivi", aggiunge Fabrizia Vigo, responsabile Relazioni istituzionali Anfia. Per Omar Imberti, coordinatore del Gruppo E-Mobility Anie, "bisogna dire con chiarezza per quanti anni si intende utilizzare gli incentivi". Concorda Michele Moretti dell¡¯Ancma: "Gli aiuti dovranno cessare appena possibile".?
velocit¨¤ differenti
¡ª ?Dallo studio emerge che la transizione della filiera alla mobilit¨¤ elettrica ¨¨ gi¨¤ realt¨¤ per molte imprese, ma per le aziende della componentistica ¨¨ pi¨´ lenta, in particolare per quelle di piccola e media dimensione. Ricerca e sviluppo e formazione delle risorse umane emergono come fattori fondamentali per la transizione. Andrea Bianchi, segretario generale del ministero del Lavoro, ha spiegato che sono allo studio strumenti specifici di cassa integrazione per favorire la mobilit¨¤ dei lavoratori tra aziende e settori e l¡¯uso della formazione.
? RIPRODUZIONE RISERVATA