Ok del ministero dell'Industria russo alla vendita dello stabilimento di Kaluga capace di 225 mila vetture l'anno
Volkswagen sembra intenzionata ad abbandonare le attivit¨¤ in territorio russo, vendendo in blocco le azioni di Volkswagen Group Rus e lo stabilimento di Kaluga, dove attualmente lavorano 4.000 dipendenti. L¡¯accordo, siglato lo scorso 17 aprile, ma approvato luned¨¬ 15 dal ministero dell¡¯Industria e del commercio russo, prevede la cessione a un non meglio identificato ¡°rispettabile investitore russo¡±, a un prezzo concordato di 125 milioni di euro. La notizia ¨¨ stata diffusa da Interfax, l¡¯agenzia di stampa russa, non governativa, specificando che la fonte ¨¨ autorevole e vicina alla commissione che ha dato il nulla osta all¡¯operazione.?
la scelta diversa di vw
¡ª ?L¡¯autorizzazione da parte di una struttura che monitora gli investimenti esteri, ¨¨ diventata vincolante dopo l¡¯inizio del conflitto con l¡¯Ucraina, per valutare gli effetti delle vendite di asset di aziende che i russi considerano ostili per avere accettato di imporre sanzioni commerciali a Mosca. L¡¯iniziativa della casa tedesca sembra essere in controtendenza rispetto alle posizioni di altri costruttori, in quanto si tratterebbe di una vera e propria vendita e non di una cessione temporanea. A oggi, infatti, i francesi di Renault hanno venduto la quota di maggioranza nella russa AvtoVaz per un rublo, ma con un'opzione di sei anni per riacquistarla. Nissan ha invece ceduto le sue attivit¨¤ in Russia a un'organizzazione statale al prezzo sempre simbolico di un euro. Ma non risulta che VW abbia inserito clausole di riacquisto che lascerebbero aperta la porta al ritorno in Russia una volta cessate le sanzioni.?
oltre 200 mila auto
¡ª ?La vendita include tutte le attivit¨¤ strategiche, che vanno dalle attivit¨¤ di importazione alla distribuzione dei ricambi, dall'attivit¨¤ finanziaria alla produzione nello stabilimento di Kaluga. Si tratta di un sito attivo dal 2007, con una capacit¨¤ produttiva di 225.000 veicoli all'anno, che tuttavia non ¨¨ operativo dal marzo 2022, quando le sanzioni imposte dai Paesi occidentali hanno portato alla rottura delle catene di approvvigionamento.
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