Il mercato Italiano chiuder¨¤ il 2023 in crescita di circa il 20%. Tuttavia la struttura degli Ecobonus non sta funzionando: tra l'anno scorso e quello che si sta concludendo non sono stati spesi quasi 600 milioni
La transizione che in strada non c'¨¨ e che viaggia ad una velocit¨¤ molto diversa dalla direzione presa dalla politica (specie quella comunitaria), dagli investimenti dell'industria, dagli obiettivi obbligati ovvero secondo senso di responsabilit¨¤ pi¨´ che per via delle prescrizioni indicate dalle leggi. Prima di tutto per¨° i dati di mercato attuali. Si parte da questo punto nella riflessione dell'Unrae, l'unione italiana delle casa auto straniere. Il 2023 si chiuder¨¤ nel nostro Paese con un totale si circa 1.580.000 di vetture nuove vendute durante un anno che fin qui ha visto 11 mesi consecutivi di crescita e un guadagno di volumi del 20% rispetto a un 2022 che, tuttavia, era ancora alle prese con i forti ritardi nelle consegne. Rispetto al 2019, l'anno di riferimento pre Covid, guerre a noi vicine, carenze di materiali, inflazione oltre il 10%, mancano all'appello 321 mila mezzi. Ovvero da gennaio a novembre di quest'anno le targhe nuove sono state inferiori del 18% rispetto allo stesso periodo del 2019. E allora l'appuntamento annuale con Unrae ¨¨ l'occasione buona per alcuni spunti di riflessione non banali. "Si parla di transizione sostenibile economicamente in toni catastrofistici, ma in realt¨¤ non ¨¨ una minaccia bens¨¬ una opportunit¨¤ di crescita per l¡¯industry e tutto l¡¯indotto" riflette in prospettiva 2035 il presidente dell'Unione, Michele Crisci.?Tutto questo a fronte di un circolante italiano di 39,7 milioni di auto in cui l'et¨¤ media ¨¨ di 12,5 anni contro, ad esempio, gli 8,7 del Regno Unito e i 10,1 della Germania.
tetti di prezzo e societ¨¤
¡ª ?Adesso per¨° ¨¨ sul tavolo il modo in cui sono concepiti gli incentivi Ecobonus. Il 2022 e il 2023 lasceranno un tesoro da poco meno di 600 milioni di euro non spesi per sostenere gli acquisti. Al momento della scrittura di questo articolo, solo per l'anno in corso, e con ancora una decina di giorni lavorativi utili prima del 31 dicembre, non sono stati utilizzati pi¨´ di 200 milioni per le vetture ibride plug-in, ovvero con emissioni comprese tra 21 e 60 grammi/km di anidride carbonica, e pi¨´ di 102 milioni di euro per le auto elettriche, ossia con emissioni tra 0 e 20 grammi/km di CO2. "Il fatto che ci siano questi avanzi colossali dimostra che lo schema incentivi non sta funzionando" spiega Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae. Le rimanenze di quest'anno, sommate a quelle del 2022, ancora senza una destinazione, potrebbero portare ad ulteriori 300 mila immatricolazioni secondo Unrae. Una condizione che potrebbe diventare realt¨¤ per¨° non secondo le regole attuali ma con alcune modifiche chieste pi¨´ volte dall'associazione. Come quella di rivedere i tetti di prezzo per accedere al beneficio, attualmente 35 mila euro per le elettriche e 45 mila euro per le ibride plug-in, entrambe al netto dell'Iva. Una scelta, rispetto ai vecchi Ecobonus che, secondo Unrae, lascia fuori dall'agevolazione circa il 50% dei modelli disponibili sul mercato. E poi c'¨¨ la questione degli incentivi per tutte le persone giuridiche e non, con agevolazioni solo per lo sharing e il noleggio breve in questo momento.
il mito del listino
¡ª ?Un aspetto interessante riguarda la quota di mercato di elettriche e ibride plug-in che in Italia ha percentuali minori rispetto ad altri Paesi europei in cui il potere d'acquisto pro capite ¨¨ pi¨´ basso del nostro. Da noi la quota 2023 di elettriche immatricolate fin qui ¨¨ stata del 3,9%, di ibride plug-in del 4,5%. "L¡¯anomalia italiana ¨C spiega Cardinali ¨C non pu¨° essere una questione di reddito, visto che diversi paesi con Pil pro capite inferiore al nostro hanno una quota di Bev che va dal 17% del Portogallo al 10,6% della Romania, fino al 4,6% della Grecia". E se il prezzo di acquisto di un'elettrica ¨¨ mediamente del 30% superiore a quello della equivalente termica, il costo della manutenzione si abbatte drasticamente. "Gli incentivi - aggiunge Crisci - vanno fatti tailor made".
colonnine
¡ª ?Sulla diffusione delle auto alla spina pesa anche, e non poco, la questione delle infrastrutture. La media di colonnine di ricarica ogni 100 km ¨¨ di 12,3 in Unione europea, Regno Unito e Paesi Efta. In Italia ci si ferma a 7,9, nel solo Regno Unito sono 17,6, in Germania 17,3, in Francia 10,2. Numeri lontanissimi dai Paesi Bassi, iper campioni europei della colonnina: 107,8, ovvero pi¨´ di una a km.
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